Forex in attesa report occupazione Usa: euro rischia anche $1,18, Fed più falco porta dollaro a record yen da inizio pandemia Covid-19
Debolezza dell’euro in attesa del report occupazionale Usa di giugno, che sarà reso noto alle 14.30 ora italiana. Il rapporto euro-dollaro si avvicina pericolosamente a bucare anche la soglia di $1,18, scendendo fino al minimo intraday di $1,1821, bucando il minimo in tre mesi testato ieri a $1,1837.
Protagonista è il rialzo del dollaro, con il Dollar Index attorno a 92,54 punti, in crescita dello 0,8% su base settimanale.
Questa settimana la valuta americana è salita dello 0,7% sullo yen, riportando il record dal marzo del 2020 (quindi nel periodo della pandemia Covid-19), sulla scia delle decisioni degli investitori di scaricare le loro posizioni short sul dollaro.
D’altronde i dati macro americani continuano a segnalare una solida ripresa dell’economia Usa e il tono della Fed è comunque più da falco, con alcuni esponenti che prevedono rialzi dei tassi già nel 2022.
Nelle contrattazioni asiatiche, il dollaro è salito così fino a JPY 111,65. Il dollaro è avanzato anche al record degli ultimi due mesi e mezzo nei confronti della sterlina, a $1,3752, oscillando ai massimi da dicembre sul dollaro australiano, a $0,7467.
In generale, il Dollar Index è in rialzo del 3,4% circa rispetto ai minimi testati nel mese di maggio. Il rischio, per i bullish, è che dati eventualmente deludenti relativi al mercato del lavoro Usa frenino la sua corsa.
Così Francesco Pesole di ING, che ritiene che, nel mese di giugno, in Usa siano stati creati tra 500.000 e 600.000 nuovi posti di lavoro.
“Nel 2021 il dollaro ha mostrato una reazione asimmetrica alla pubblicazione del report occupazionale: in caso di delusione per il dato, c’è stato sul dollaro un maggiore ribasso rispetto al rialzo che è stato generato da dati migliori delle attese. Nel caso in cui le previsioni dei nostri economisti, che sono per un dato positivo degli NFP ma al di sotto delle stime del consensus, fossero accurate, riteniamo che l’effetto sarebbe ampiamente negativo per il dollaro, visto che alcune aspettative hawkish della Fed verrebbero smorzate”.
Gli analisti di Goldman Sachs hanno pubblicato la loro preview:
“Stimiamo una crescita dei nuovi posti di lavoro (in Usa) di 750.000 unità a giugno; grazie alla domanda di lavoro molto forte e ai continui progressi delle vaccinazioni e alla riapertura dell’economia, crediamo che la crescita dell’occupazione abbia probabilmente accelerato ulteriormente il passo nel mese. Prediamo un calo di due decimi del tasso di disoccupazione, al 5,6%, a conferma del forte miglioramento dell’occupazione a fronte di un’ulteriore crescita del tasso di partecipazione alla forza lavoro”.
Gli economisti di Dow Jones prevedono una crescita dei nuovi posti di lavoro di 706.000 unità, a fronte di un tasso di disoccupazione in calo dal 5,8% al 5,6%, dopo il rialzo delle buste paga di 559.000 di maggio.
I salari orari, in media – importante termometro dell’inflazione Usa – sono attesi in aumento dello 0,3% su base mensile, in crescita del 3,6% su base annua.
Da segnalare ieri la pubblicazione delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione Usa che sono scese, nella settimana terminata il 26 giugno, a 364.000 unità, attestandosi al nuovo minimo dell’era pandemica.