Forex: euro buca anche $1,18 dopo minute Fed, in attesa rivoluzione Bce riagguanta la soglia ma scenario è bearish
Tassi Treasuries Usa giù sotto l’1,3% ma dollaro Usa su dopo la pubblicazione delle minute del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, relative all’ultimo meeting della Federal Reserve del 15-16 giugno, e in attesa della pubblicazione del report settimanale delle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione Usa (in calendario alle 14.30 ora italiana).
Il Dollar Index, in particolare, è salito fino a 92,844 nelle contrattazioni overnight, al record dal 5 aprile scorso, per poi rallentare la corsa.
I forti buy sul dollaro, balzato al massimo dunque in tre mesi circa, hanno portato il rapporto EUR-USD a bucare anche la soglia di $1,18, fino a $1,17815.
D’altronde, nessun dubbio sul fatto che la Fed, nonostante le sue rassicurazioni, sia più hawkish della ultra accomodante Bce che tra l’altro, proprio nella giornata di oggi, annuncerà – alle 13 ora italiana -l’esito della revisione lanciata sulla propria strategia di politica monetaria, durata 18 mesi. Seguirà il discorso della presidente Christine Lagarde alle 14.30.
Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, la banca centrale europea potrebbe annunciare la decisione di tollerare un tasso di inflazione anche superiore al 2%, se necessario. Il target ufficiale del tasso di inflazione dell’area euro, finora ufficialmente “al di sotto, ma vicino al 2%”, dovrebbe essere alzato al 2%, con la possibilità, per l’appunto, di superarlo.
L’accordo sarebbe stato raggiunto nella giornata di ieri, mercoledì 7 luglio, dopo una due giorni di riunioni con cui la Bce ha concluso la sua prima revisone di strategia di politica monetaria in quasi 20 anni.
L’euro-dollaro al momento riagguanta la soglia di $1,18, salendo dello 0,37% a $1,1833; il dollaro scende dello 0,68% a JPY 109,91; male la sterlina, che arretra nei confronti del dollaro dello 0,14% a $1,3781; l’euro sale anch’esso sulla sterlina, avanzando dello 0,51% a GBP 0,8587.
La moneta unica scende invece dello 0,52% sul franco svizzero a CHF 1,0858 e dello 0,34% sullo yen a JPY 130,05.
Tornando alle minute della Fed,i toni hawkish non sono mancati, visto che alcuni funzionari della banca centrale americana hanno rilevato che le condizioni per avviare un tapering del Quantitative easing sono state “in qualche modo centrate prima di quanto anticipato”.
Detto questo, molti analisti ritengono che il tono delle minute non sia stato eccessivamente da falco, in quanto “diversi esponenti (del Fomc) hanno detto di ritenere che l’economia sia ancora lontana dal raggiungere l’obiettivo di massima occupazione”.
Da segnalare che dal dot plot della riunione di metà giugno della Fed -documento che indica le aspettative di ciascun esponente del Fomc -è emerso che le aspettative della banca centrale Usa guidata da Jerome Powell sono, in media, di due rialzi dei tassi nel 2023.
La Fed ha d’altronde rivisto al rialzo le stime sulla crescita dell’inflazione Usa a +3,4% quest’anno, ben oltre il +2,4% atteso nel precedente outlook.
Tuttavia la cautela sulla sostenibilità della ripresa dell’economia americana permane: “I progressi nelle vaccinazioni continueranno probabilmente a ridurre gli effetti della crisi sanitaria (scatenata dalla pandemia Covid-19) sull’economia (Usa), ma i rischi sull’outlook economico sono rimasti, si legge ancora nei verbali. Certo, “i dati macro relativi all’attività economica e all’occupazione si sono rafforzati”. Ma la maggior parte degli esponenti del Fomc ha rilevato che l’economia Usa deve ancora centrare la definizione di “ulteriore progresso significativo” che la Fed ha stabilito per giustificare un eventuale cambio di politica monetaria.
“I partecipanti (del Fomc) hanno concordato sulla necessità di continuare a monitorare i progressi dell’economia verso gli obiettivi della Commissione, e a iniziare a discutere sui piani volti ad aggiustare il percorso e la composizione degli acquisti di asset (Quantitative easing). In più, gli stessi “hanno reiterato la loro intenzione di dare indicazioni (su eventuali modifiche di politica monetaria) molto in anticipo rispetto all’annuncio con cui verrà comunicata la riduzione degli acquisti” di asset.
Ancora, i membri del Fomc “hanno attribuito la sorpresa al rialzo dell’inflazione alle limitazioni sull’offerta di prodotti e di lavoro più diffuse di quanto anticipato in precedenza e a un balzo più sostenuto delle attese della domanda dei consumatori, avvenuto con la riapertura dell’economia”.
“La maggior parte dei partecipanti ha osservato che i fattori principali che hanno contribuito all’aumento dell’inflazione sono arrivati da settori colpiti da problemi nell’offerta o da quei settori in cui i livelli dei prezzi stavano recuperando da valori che erano stati depressi dalla pandemia. Molti partecipanti hanno rimarcato che le limitazioni che hanno colpito la catena di approviggionamento e le carenze dei fattori input faranno salire la pressione sui prezzi fino all’anno prossimo”.
In ogni caso “alcuni – si legge ancora nei verbali – hanno notato che i dati sulle aspettative di inflazione di più lungo termine sono rimasti all’interno dei range ampiamente in linea con gli obiettivi (di inflazione della Fed)”.