Wall Street cauta dopo tonfo da Black Monday, JP Morgan rivede al rialzo target S&P 500
Wall Street positiva, con il Dow Jones in rialzo dello 0,17% a 34.014 punti dopo la sessione, per l’indice, peggiore dall’ottobre del 2020. Nella giornata di ieri le blue chip hanno sofferto, dunque, la flessione più forte in otto mesi, a causa dei timori scatenati dalla diffusione della variante Delta.
Lo S&P 500 avanza dello 0,14% a 4.262 punti, mentre il Nasdaq sale dello 0,10% a 14.289 punti.
Il Dow Jones ha chiuso la seduta della vigilia con un tonfo di 725,81 punti, o -2,09%, a 33.962,04 punti; nei minimi intraday, l’indice è crollato fino a -946 punti. Lo S&P 500 è sceso di 68,65 punti o -1,59% a 4.258,51, riuscendo a blindare la media mobile in 50 giorni, pari a 4.240,31 punti. Il Nasdaq in chiusura ha ceduto 152,25 punti o -1,06% a 14.274,98 punti. L’indice delle small cap Russell 2000 ha segnato un ribasso di 32,54 punti (-1,48%), a 2.131,22 punti.
A essere travolti dalle vendite sono stati soprattutto i titoli da reopening, ovvero di quelle società che hanno beneficiato della riapertura delle economie dopo l’emergenza Covid-19 e che tornerebbero dunque a essere più a rischio con l’imposizione di eventuali nuove misure di restrizione dovute alla recrudescenza del virus.
Per lo S&P 500 e il Nasdaq, quella di ieri è stata la sessione peggiore in più di due mesi.
Nonostante lo shock delle vendite, gli analisti di JP Morgan rimangono positivi sulla borsa Usa:
“Rimaniamo costruttivi sull’azionario e riteniamo che le ultime paure su un rallentamento dell’economia siano premature ed esagerate”, ha scritto Dubravko Lakos-Bujas, responsabile della divisione di strategia dell’azionario Usa di JPMorgan.
Lo strategist ha rivisto al rialzo il suo target di fine anno per lo S&P 500 a 4.600 punti, dai precedenti 4.400, stimando un guadagno dell’8% rispetto alla chiusura del listino nella seduta di ieri.
Oggi, indicazioni poco confortanti arrivano con il nuovo scivolone dei tassi sui Treasuries Usa, con quelli decennali che bucano anche la soglia dell’1,17%, scendendo fino all’1,161%.
I rendimenti scontano i timori di un nuovo rallentamento dell’economia Usa e mondiale, a causa della recrudescenza del Covid-19, confermata dal balzo di nuovi contagi con la diffusione della variante Delta.
Tra l’altro, dal fronte macroeconomico Usa è stato reso noto il dato relativo ai nuovi cantieri, salito del 6% a giugno a un tasso annualizzato pari a 1.643.000 unità, meglio delle 1.590.000 attese dal consensus. I permessi di costruzione sono tuttavia scesi, riportando un ribasso del 5% a 1,6 milioni, valore inferiore alle 1.700.000 unità stimate.
Tra i titoli, recuperano terreno molte azioni che erano state penalizzate dal brusco sell off di ieri: in rialzo United Airlines, che ieri aveva perso il 5%. Bene anche American Airlines e Delta Air Lines, così come Royal Caribbean e Carnival.
Rialzi meno importanti per le banche, che scontano la prospettiva di un contesto di tassi di interesse ancora vicini allo zero, fattore che va a discapito della loro redditività.
JP Morgan segna un lieve rialzo dopo aver ceduto ieri il 3%.
Molto bene anche il titolo IBM, +3%, con la società che ha comunicato ieri, dopo la fine della giornata di contrattazioni, di aver concluso il secondo trimestre dell’anno con utili e un fatturato rispettivamente pari a $2,33 per azione su base adjusted e a $18,75 miliardi, meglio delle attese.
In crescita anche il titolo Halliburton, dopo che la società americana di servizi petroliferi ha riportato utili migliori delle attese.
L’utile per azione si è attestato a 26 centesimi, superiore di 3 centesimi rispetto a quanto previsto dal consensus. Il gruppo ha riportato il secondo trimestre consecutivo in utile, sulla scia del rimbalzo dei prezzi del petrolio.
Vira in negativo Netflix, in attesa della pubblicazione del bilancio, che avverrà dopo la chiusura della sessione odierna. Focus anche sugli altri titoli FAANG come Facebook, Amazon, Apple e l’ex Google Alphabet.
A proposito di prezzi del petrolio, dopo il tonfo pari a -7% della sessione di ieri, le quotazioni si stabilizzano, rimanendo tuttavia al di sotto della soglia di $70 al barile.
Il crollo della vigilia è stato provocato sia dalla decisione dell’Opec+ di aumentare l’offerta di 400.000 barili al giorno -a partire dal mese di agosto fino al settembre del 2022- che dai timori legati al balzo dei nuovi contagi Covid-19 nel mondo, a causa della diffusione della variante Delta.