Bce, Lagarde e la svolta hawkish: stop tassi negativi entro fine III trimestre. Mentre l’Ue torna ad attenzionare debito Italia
Abituati a vederla rassicurare costantemente i mercati, al punto da evitare oculatamente anche l’espressione tapering, sentirla dire ora che è probabile che l’era dei tassi negativi nell’area euro finirà entro il mese settembre, sicuramente suona, improvvisamente..hawkish. Eppure è proprio così: da un post che è stato pubblicato nella sezione blog della Bce, emerge che la numero uno della banca centrale europea Christine Lagarde ha detto le testuali parole: “Siamo probabilmente nella posizione di dire stop ai tassi negativi entro la fine del terzo trimestre”. Addio era tassi negativi nell’area euro, insomma, tra l’altro in un momento in cui si parla anche di fine o meno della sospensione delle regole del Patto di Stabilità e crescita. Regole che erano state sospese per blindare l’economiadalle conseguenze della pandemia Covid-9. Del patto ha parlato oggi il commissario agli Affari economici ed europei, Paolo Gentiloni.
La buona notizia, sopratutto per un paese come l’Italia angosciato dal problema del debito pubblico, è che gli obblighi del patto rimarranno sospesi anche nel 2023. Così, nelle raccomandazioni del pacchetto di primavera del semestre europeo:
“L’accresciuta incertezza e i forti rischi al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Ucraina, gli aumenti senza precedenti dei prezzi dell’energia e le continue perturbazioni della catena di approvvigionamento giustificano l’estensione della clausola di salvaguardia generale” che si traduce nella sospensione delle regole del Patto, anche “nel 2023”. Le regole torneranno operative nel 2024, quando la suddetta clausola sarà disattivata. Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis ha chiarito che la sospensione non equivale a “un libera tutti”.
Non per niente l’Ue ha mandato i suoi avvisi ai paesi membri, Italia inclusa. E all’Italia, nello specifico, Bruxelles ha raccomandato di non superare lo 0,4% di crescita sulla spesa finanziaria con risorse proprie, ovvero di “limitare la crescita della spesa corrente finanziata su base nazionale al di sotto del potenziale di crescita di medio termine” (, secondo le ultime previsioni economiche, la crescita potenziale di medio termine dell’Italia è prevista a +0,4%).
Lo stesso Gentiloni, nel corso della conferenza stampa sul “Pacchetto di primavera” ha spiegato che, con la proposta di prorogare anche sul 2023 la clausola generale di sospensione del Patto di stabilità e di crescita “non stiamo proponendo una spesa illimitata“. Non solo. L’Italia fa parte di quei paesi caratterizzati ancora da squilibri eccessivi:
“L’Italia sta vivendo squilibri eccessivi. Le vulnerabilità riguardano l’elevato debito pubblico e la debole crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e alcune debolezze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera”. Insomma, il problema ‘atavico’ dell’Italia, quello del debito pubblico, permane. Di conseguenza, la Commissione Ue raccomanda all’Italia di “ridurre ulteriormente le tasse sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema”, di “adottare e attuare opportunamente la legge delega sulla riforma fiscale, in particolare attraverso la revisione delle aliquote marginali d’imposta”. Come riposta alle dichiarazioni del leader della Lega Matteo Salvini, Gentiloni ha precisato anche che Bruxelles non ha alcuna intenzione di massacrare di tasse i cittadini, sottolineando, sulla riforma del catasto, che nelle raccomandazioni è scritto “‘aggiornare i valori catastali agli attuali valori di mercato’. E non credo – ha aggiunto – che rappresenti una richiesta di aumentare le tasse, ma una necessità per l’Italia di cui il governo è perfettamente consapevole”.
L’Italia rimane osservata speciale, nonostante il governo di Mario Draghi, potrebbe dire qualcuno. In realtà, il fatto che il paese continui a essere monitorato è naturale, visto che proprio gli stimoli straordinari lanciati a mo’ di bazzoka dall’esecutivo hanno portato il debito pubblico italiano (così come hanno fatto gli stimoli fiscali lanciati in altri paesi sui rispettivi debiti), ad aumentare.
Occhio inoltre alle banche italiane, visto che la Commissione ha sì affermato che “miglioramenti significativi sono stati raggiunti nella riduzione dei prestiti deteriorati”. La stessa ha però aggiunto anche che il calo degli NPL è avvenuto “nonostante il nesso tra banche e debito sovrano si sia rafforzato durante la crisi del Covid-19 e rimanga una sfida”.
Praticamente è stato risfoderato il problema del doom loop; e, ancora, “il settore bancario potrebbe dover affrontare altre sfide con la graduale eliminazione delle misure di sostegno temporaneo in risposta alla crisi pandemica“.
Il problema è che la sfida, così come la necessità di tenere d’occhio, nel caso specifico dell’Italia, la questione degli ‘squilbri eccessivi’, si va a innestare in un contesto di guerra (tra Russia e Ucraina) e di prossimo addio della Bce a tutti i bazooka che, lanciati dall’attuale presidente del Consiglio ed ex presidente della Bce Mario Draghi, hanno salvato praticamente l’Italia e l’euro.
Le parole di Lagarde hanno preannunciato praticamente la data di scadenza dei tassi negativi (che sono quelli sui depositi). E, dal momento che ora i tassi sui depositi viaggiano al -0,50%, le dichiarazioni implicano che la banca centrale europea dovrebbe alzare i tassi, dal livello attuale, di 50 punti base, “entro la fine del terzo trimestre (settembre)”, per farli emergere dal livello sotto zero.
Lagarde ha parlato anche del programma APP, o anche di programma ‘tradizionale’ (per distinguerlo da quello di emergenza PEPP che venne lanciato per scongiurare gli effetti economici della pandemia Covid), il cosiddetto QE classico con cui la Bce ha e fa tuttora incetta, tra gli asset, dei debiti sovrani dell’area euro, BTP inclusi se non in primis.
Su questo QE, la numero uno dell’Eurotower ha sottolineato che, “nel caso in cui la fine dell’APP avvenisse molto all’inizio del terzo trimestre, l’aumento dei tassi potrebbe avvenire a luglio, in linea con la forward guidance”. Visto che Lagarde ritiene che, in base all’attuale tabella di marcia, oggi più circostanziata, entro la fine di settembre l’era dei tassi negativi arriverà al capolinea, ciò significa che, nel periodo compreso tra luglio e la fine di settembre, i tassi saranno alzati di almeno 50 punti base.
E ancora: “se “l’inflazione si stabilizzasse attorno al 2% nel medio termine, un processo di progressiva normalizzione verso il tasso neutrale sarebbe appropriato”, ha detto la presidente della Bce. L’impegno della Bce a smorzare l’inflazione con la normalizzazione della politica monetaria, indiscutibilmente, alimenta ulteriori incognite sul trend dei BTP su cui pende la spada di Damocle, anche, delle elezioni politiche del 2023 e della molto probabile uscita di scena di Draghi.