Eni: utili sotto attese nel 4Q, MoU con Petronas. Oggi Capital Markets Update 2025

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Eni ha chiuso il quarto trimestre con un utile netto adjusted pari a 892 milioni di euro, in calo del 46% su base annua e al di sotto delle stime degli analisti (consensus Bloomberg 995 milioni). L’utile netto complessivo è stato di 247 milioni di euro, significativamente inferiore alla previsione di 1,01 miliardi di euro.
Il calo della redditività è stato determinato dalla contrazione dei prezzi del petrolio e dal peggioramento dei margini di raffinazione, in linea con le difficoltà riscontrate dal settore oil & gas a livello globale. Il risultato operativo adjusted si è attestato a 1,69 miliardi, con un calo del 39% rispetto all’anno precedente e inferiore alle attese (2,02 miliardi).
L’andamento delle business unit di Eni
La divisione Exploration & Production ha registrato un risultato operativo adjusted di 1,80 miliardi, inferiore alle stime. Il comparto Global Gas & LNG Portfolio ha invece superato le previsioni, attestandosi a 271 milioni rispetto ai 228 milioni attesi. In calo i risultati di Enilive e Plenitude, pesante la performance della raffinazione e della chimica, con una perdita operativa adjusted di 291 milioni.
La produzione di idrocarburi di Eni è cresciuta dello 0,5% su base annua, raggiungendo 1,72 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno, superando le attese di 1,69 milioni.
Alle 14:00 ore italiane Eni presenterà un aggiornamento della propria strategia industriale e gli obiettivi di crescita nel settore delle rinnovabili e della transizione energetica.
MoU con Petronas per jv in Indonesia e Malaysia
Parallelamente alla pubblicazione dei risultati finanziari, Eni ha annunciato un Memorandum of Understanding con Petronas per la creazione di una joint venture che gestirà asset upstream selezionati in Indonesia e Malaysia. L’accordo prevede la combinazione di riserve stimate in circa 3 miliardi di barili di petrolio equivalente, con un potenziale esplorativo aggiuntivo di 10 miliardi di barili.
L’iniziativa rientra nella strategia del “modello satellite” del gruppo, che prevede lo scorporo di attività per ridurre il rischio mantenendo al contempo una quota di partecipazione. Questo piano si inserisce nell’obiettivo del Ceo Claudio Descalzi di raccogliere circa 8 miliardi di euro da cessioni di asset, di cui la metà nel segmento upstream.