Big Tech, come affrontare il rischio normativo nell’azionario
Le normative, si sa, sono mutevoli e rappresentano sempre un fattore di rischio importante per le aziende. Perché designano l’ecosistema e i limiti entro cui le società possono lecitamente operare, un tema delicato e di grande attualità se pensiamo alle Big Tech americane. Oggi se ne discute in numerosi dibattiti, anche per via di un processo di digitalizzazione globale sempre più corposo. A tal proposito, negli investimenti è importante puntare sui titoli azionari di quelle compagnie più resilienti alle novità regolatorie, come sottolinea l’accurata analisi di Tracy Li, Investment Analyst di Capital Group.
Sembra che il rischio normativo non sia mai stato così alto per le grandi aziende tecnologiche statunitensi, con la maggior parte delle grandi piattaforme che si trova ad affrontare la pressione delle autorità statunitensi ed europee. Può essere molto impegnativo sviluppare un vantaggio di ricerca nel prevedere gli esiti normativi. È meglio spendere più tempo cercando di valutare quanto le aziende siano disposte e capaci di adattarsi ai cambiamenti normativi. Le aziende possono sopravvivere, e persino prosperare, seguendo cicli normativi intensi. Infatti, l’adattamento normativo è una forza potente e spesso sottovalutata che separa vincitori e perdenti. Quando guardo ai principali rischi normativi affrontati dalle aziende tecnologiche oggi, essi rientrano in tre grandi categorie: privacy e protezione dei dati, monitoraggio e moderazione dei contenuti, azioni antitrust.
Il problema privacy
La privacy è una questione sfumata con molti compromessi, quindi la legislazione sarà lenta. Le aziende faranno di più per regolarsi da sé e l’un l’altra, mentre la regolamentazione si troverà a rincorrere. Quello che spesso si perde nei titoli dei giornali è che le restrizioni sulla privacy e la trasparenza dei dati messe in atto dalle aziende hanno il potenziale per essere più dirompenti per il settore rispetto alla regolamentazione governativa. IDFA (Identifier for Advertisers) è un esempio recente, con Apple che ha apportato modifiche al suo sistema operativo. L’industria ad-tech si basa molto sui dati individuali sotto forma di dati IDFA degli utenti di Apple e sui cookie di terze parti per offrire pubblicità mirate. Anche Google prevede di eliminare gradualmente i cookie di terze parti sul suo browser Chrome.
In definitiva, i vantaggi competitivi probabilmente aumenteranno per le aziende che hanno accesso ai dati first-party, o ai dati raccolti sulle loro piattaforme o ecosistemi proprietari. Le aziende con capacità di intelligenza artificiale e apprendimento automatico come Google e Facebook potrebbero anche essere in vantaggio.
Inoltre, il panorama normativo diventerà probabilmente sempre più complesso man mano che più governi istituiranno regolamenti sulla privacy dei dati. Pertanto, penso che le recenti leggi in Europa e negli Stati Uniti potrebbero avere la conseguenza involontaria di sostenere le più grandi aziende del settore rispetto ai loro rivali più piccoli.
La moderazione dei contenuti
A titolo di esempio, c’è stato molto dibattito sulla Sezione 230 a Washington, e penso che molto probabilmente non sarà abrogata ma riformata. La sezione 230 è stata promulgata negli Stati Uniti come parte del Communications Decency Act del 1996. Fornisce una limitata immunità federale ai fornitori e agli utenti di servizi informatici interattivi. Fino a oggi, le compagnie di internet sono state in gran parte protette dai contenuti pubblicati sulle loro piattaforme.
Prevedo che il consenso bipartisan si costruirà intorno alla richiesta alle piattaforme internet di aumentare la trasparenza e il reporting sulla gestione dei contenuti e di rimuovere i contenuti entro 24 ore se ordinato da un tribunale. Questo significa che i costi di compliance potrebbero aumentare e le multe potrebbero essere più frequenti, ma questi costi crescenti amplieranno anche i vantaggi competitivi per le aziende più grandi.
Il nodo della concorrenza
Il contrasto alla concorrenza per le grandi piattaforme internet è forse ora il problema sistemico più importante che i regolatori vedono. Potremmo quindi vedere un framework implementato per le piattaforme internet dove vengono applicate regole antitrust differenziate in base alle dimensioni. Non vedo nessuna separazione significativa delle aziende, ma penso che in futuro l’attività di M&A diventerà molto più difficile su una scala significativa. Le indagini della Camera sul “potere monopolistico” di Apple, Amazon, Google e Facebook, e le successive cause antitrust intentate contro Facebook e Alphabet nel 2020 esemplificano un esame più attento del dealmaking futuro.
Allo stesso modo, le cause antitrust si concludono più spesso con accordi o multe piuttosto che con la separazione di un’azienda. Le grandi aziende possono nel frattempo lavorare per mitigare qualsiasi impatto potenziale e autoregolamentarsi. Vale la pena notare che la passata attività di M&A ha permesso a molte piccole aziende di crescere e maturare sotto l’ombrello delle grandi società madri. Per esempio, il servizio di messaggistica WhatsApp di Facebook ha più di 2 miliardi di utenti medi mensili in 180 paesi, ma fornisce solo una frazione delle entrate dell’azienda. Alphabet deriva la maggior parte delle sue entrate e utili dalla pubblicità; nel frattempo, la sua unità di guida autonoma Waymo e la divisione di scienze della salute Verily non hanno essenzialmente entrate. Queste tecnologie del futuro, tuttavia, potrebbero valere miliardi di dollari per gli investitori come società indipendenti. Questo potrebbe rendere le aziende investimenti interessanti indipendentemente dalle future azioni di regolamentazione, sulla base della crescita secolare delle industrie in cui operano.
Gli esiti normativi sono difficili da prevedere con precisione e spesso meno importanti per determinare il successo dell’azienda rispetto ai fattori legati al business stesso, in particolare l’adattabilità del management, la capacità di sviluppare nuovi prodotti e servizi innovativi e le valutazioni attuali. Concentrandosi su queste metriche e monitorando da vicino gli sviluppi legali e normativi, è possibile trovare interessanti opportunità di investimento nelle aziende che affrontano queste pressioni.