Tim: titoli di coda per dossier Sparkle, radar ora su quota Vivendi
Tim resta sempre uno dei titoli sorvegliati speciali a Piazza Affari, soprattutto dopo le ultime indiscrezioni sulla quota di Vivendi. Mentre si attendono notizie ufficiali sulle prossime mosse degli azionisti francesi che controllano quasi il 24% di Telecom Italia, il mercato prende atto delle ultime novità sul fronte del dossier Sparkle.
Il ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) insieme con Retelit (controllata di Asterion Industrial Partners) ha presentato l’offerta vincolante a Tim per acquisire l’intero capitale di Sparkle. Un’offerta pari a 700 milioni di euro totali, valida fino al 27 gennaio 2025. Con il gruppo guidato da Labriola che ha già fatto sapere che “avvierà quanto prima il relativo processo di valutazione e decisione”.
Intanto a Piazza Affari è una giornata tinta di rosso per Tim, che si posiziona sul fondo del Ftse Mib. Dopo i recenti rialzi, proprio in scia ai rumors legati alle prossime mosse di Vivendi.
Oggi il titolo del gruppo tlc italiano scivola di circa il 7% a quota 0,2527 euro (allontanantosi dai massimi di giornata a quota 0,2724 euro), peggior titolo del Ftse Mib, che potrebbe essere incasellato come un “sell on news” di fronte a una notizia ampiamente attesa.
Dossier Sparkle alle battute finali
È arrivata all’indirizzo di Tim l’offerta vincolante da 700 milioni di euro per l’acquisto di Sparkle, dopo il piccolo rinvio (soli due giorni) annunciato la scorsa settimana. Il gruppo guidato da Pietro Labriola ha comunicato al mercato questa mattina di aver ricevuto dal ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e da Retelit, società controllata dal fondo Asterion, l’offerta vincolante per l’acquisto di Sparkle. La proposta prosegue, conferma per Sparkle un enterprise value di 700 milioni di euro e avrà validità fino al 27 gennaio prossimo. Con l’indicazione che l’offerta è subordinata a ordinarie condizioni per operazioni di questa natura e al completamento del processo di finanziamento.
Tim ha indicato, infine, che avvierà quanto prima il relativo processo di valutazione e decisione.
“Si tratta di una notizia positiva per il titolo a nostro avviso in quanto consente a Tim di monetizzare un asset non più strategico, fin dall’origine inserito nel progetto di delayering presentato dal Ceo Labriola, e non di supporto alla cash generation del gruppo nel periodo 2024-26″, commentano gli analisti di Equita nel daily di oggi, confermando la buy e il target price di 0,34 euro.
Fondi private equity e l’interesse per la quota Vivendi
Il 2024 si chiude e il nuovo anno inizia sotto il segno della fine dell’era Vivendi in Tim. Le prime indicazioni ufficiali sono arrivate dallo stesso gruppo francese che ha annunciato la sua nuova struttura, seguite poi sa alcuni rumors che vedono alcuni fondi di private equity avere già messo gli occhi sulla partecipazione di Vivendi in Tim.
Lo scorso 9 dicembre gli azionisti di Vivendi hanno approvato il piano di scissione del colosso francese dei media e dell’editoria in quattro entità separate, con le quotazioni distinte che sono entrate ufficialmente in vigore lo scorso 16 dicembre. Su questo tema, nei giorni scorsi, gli analisti di Banca Akros segnalavano: “L’interesse di Vivendi a cedere la sua quota è in linea con gli ampi sforzi di ristrutturazione completati di recente, che hanno visto Vivendi dividersi in quattro entità distinte con quotazioni separate in vigore a partire da ieri: Pay-TV Canal+ (quotata a Londra), Hachette (quotato a Parigi), Havas (quotata ad Amsterdam) e l’ex Vivendi”. La “nuova” Vivendi ha ora un portafoglio di attività “ridotto” che include Gameloft (100%) e partecipazioni in Universal Music (10%), Banijay (19%), Prisa (12%), Telefonica (1%), MFE (20%) e Tim (24% delle azioni ordinarie).
Venendo, invece, ai rumors che si sono scatenati di recente sull’uscita di scena di Vivendi da Tim c’è quello di Bloomberg, secondo il quale CVC Capital Partners sta valutando l’acquisto della partecipazione di Vivendi in Telecom Italia. Questo potrebbe facilitare un possibile takeover della maggiore compagnia di telecomunicazioni italiana. La società di private equity starebbe conducendo colloqui preliminari con il gruppo francese per l’acquisto del suo 24% nel capitale del colosso tlc italiano. Attualmente, la quota è valutata circa 950 milioni di euro, sempre stando ai dati raccolti da Bloomberg. Diverse fonti riferiscono che anche Bain Capital starebbe esaminando il dossier Tim.
Analisti vedono potenziale upside del 23%
Da inizio anno il titolo Telecom Italia ha mostrato una flessione del 14% circa, posizionandosi tra i peggiori 10 dell’indice Ftse Mib. La view degli analisti resta positiva, con il consensus raccolto da Bloomberg che indica ad oggi per Tim il 60% di giudizi Buy e il 40% Hold. Con un prezzo obiettivo, indicato sempre dal consensus Bloomberg, pari a 0,32 euro con potenziale upside del 23% circa.
Il punto tecnico su TIM
(a cura di Simone Borghi, analista di Borse.it)
Telecom Italia si muove in calo stamattina dopo il recente rally che aveva portato il titolo a raggiungere un massimo di periodo a 28 cent. La forte accelerazione delle scorse settimane ha spinto i prezzi oltre diverse resistenze chiave, ma l’attuale flessione segnala un possibile consolidamento dopo la fase di ipercomprato.
Dal punto di vista tecnico, il ritracciamento odierno riporta il titolo sotto la resistenza tecnica posta a 27 cent, un livello che potrebbe ora fungere da primo ostacolo per eventuali tentativi di recupero. Il supporto più immediato si trova invece a 26 cent, seguito da un livello più importante a 24 cent, che coincide con un’area di precedente congestione.
La configurazione del grafico rimane positiva nel medio termine, come evidenziato dalla trendline ascendente (linea blu) tracciata dai minimi di agosto e novembre. Tuttavia, la recente inversione suggerisce prudenza, con i volumi di scambio che evidenziano un aumento durante la fase di discesa, segnale di una maggiore pressione da parte dei venditori.
Gli indicatori tecnici forniscono segnali misti. L’RSI, che si trova a 63,5, è sceso dalla zona di ipercomprato, indicando un possibile raffreddamento del momentum rialzista. Il MACD, invece, rimane positivo, sebbene la distanza tra la linea principale e il segnale si stia riducendo, suggerendo un indebolimento della spinta rialzista.