Ftse Mib, i migliori e peggiori della settimana: Tenaris sale con effetto Trump
Listini globali a due velocità nella settimana in cui è stato eletto il nuovo presidente degli Stati Uniti: Donald Trump. Se Wall Street ha festeggiato a suon di rialzi e nuovi record (l’S&P500 ha messo a segno il 49esimo record storico), le principali Borse europee hanno frenato, soprattutto Piazza Affari e l’Ibex di Madrid che si apprestano a chiudere l’ottava con un saldo negativo di oltre il 2%. Più contenute le vendite il Cac40 (-1%) e il Dax (-0,3%) nonostante la crisi politica in Germania.
In Europa hanno sofferto alcuni settori più di altri, come quello bancario, in scia ai timori relativi alle politiche targate Trump 2.0, in particolar modo quelle sui dazi. Negli Usa ha invece brillato il comparto bancario grazie all’effetto Trump-deregulation.
Non solo elezioni Usa, ma anche riunione Fed in primo piano. Al termine della due giorni di riunioni del Fomc, il braccio operativo della banca centrale Usa, ha annunciato un taglio dello 0,25% dei tassi sui fed funds che scendono così nel range tra il 4,5-4,75%, rispetto al precedente tra il 4,75-5%.
Nel comunicato ufficiale la Fed ha precisato che “l’attività economica ha continuato a espandersi a un ritmo solido”, ma dall’inizio dell’anno “le condizioni del mercato del lavoro si sono generalmente allentate e il tasso di disoccupazione è aumentato ma rimane basso”. L’inflazione ha fatto progressi verso l’obiettivo del 2% del comitato ma “rimane in qualche modo abbastanza elevata”. Il Fomc “ritiene che i rischi per il raggiungimento dei suoi obiettivi di occupazione e inflazione siano più o meno in equilibrio”.
“Questa volta la decisione è stata unanime e il comunicato ha subìto solo piccole modifiche. Inizialmente il mercato si è agitato un po’ quando è stato notato che la Fed ha detto “l’inflazione ha fatto progressi verso ‘il 2% anziché “ulteriori progressi” come scritto a settembre, ma si è trattato di un cambiamento molto lieve”, hanno sottolineato James Knightley e Chris Turner di ING, indicando che per quanto riguarda il futuro, l’inflazione si sta comportando meglio e il mercato del lavoro si sta raffreddando ma non sta crollando, per cui la Fed è in grado di continuare ad allentare gradualmente la politica monetaria avvicinandosi alla neutralità. Pensiamo che la Fed taglierà ancora di 25 pb a dicembre, ma le prospettive successive sono meno chiare e c’è una forte possibilità di una pausa alla riunione del FOMC di gennaio.
Trimestrali protagoniste indiscusse a Piazza Affari. Sono state davvero numerose le big del Ftse Mib a comunicare i conti del terzo trimestre, tra cui diverse del comparto bancario come oggi Mps.
Ma vediamo quali sono stati i titoli migliori e peggiori del Ftse Mib di questa settimana (dati dell’8 novembre alle ore 17:15).
I titoli migliori della settimana
Classifica | Migliori 5 | Var% 1 weekly | Ultimo prezzo |
1 | TENARIS | 12,4% | 17,28 |
2 | LEONARDO | 10,8% | 24,72 |
3 | DIASORIN | 9,7% | 109,30 |
4 | BANCO BPM | 5,9% | 6,73 |
5 | BANCA MPS | 5,1% | 5,37 |
Tra i migliori titoli del Ftse Mib della settimana c’è Tenaris che ha guadagnato terreno dopo l’elezione di Trump. “Riteniamo che l’elezione di Trump possa avere implicazioni positive per tutto il settore oil ed in particolare i titoli esposti all’attività oil & gas americana come Tenaris”, segnalano da Equita. Tra le migliori anche Leonardo e DiaSorin che hanno comunicato nel corso dell’ottava i risultati finanziari.
I titoli peggiori della settimana
Classifica | Peggiori 5 | Var% 1 weekly | Ultimo prezzo |
1 | INWIT | -5,6% | 9,80 |
2 | AMPLIFON | -5,6% | 24,44 |
3 | UNICREDIT | -5,0% | 39,99 |
4 | SNAM | -4,9% | 4,23 |
5 | INTESA SANPAOLO | -4,8% | 3,84 |
Settimana all’insegna della debolezza per Inwit, Amplifon e UniCredit. La banca è finita sotto osservazione dopo la trimestrale migliore delle attese e la nuova guidance.