Dollaro, dal dominio all’inversione di rotta? Cosa potrebbe cambiare nel 2025
La cronaca finanziaria di questi giorni è tornata a parlare del “super dollaro”. Le performance del biglietto verde restano positive, con l’US Dollar Index in forte ripresa grazie all’aumento dei rendimenti a lungo termine e all’incertezza politica in vista delle elezioni presidenziali ormai alle porte. Tuttavia, nonostante il recente rally, diversi segnali indicano un possibile indebolimento della valuta Usa nel 2025. Tra tagli ai tassi della Fed, il peso del doppio deficit americano e le elevate valutazioni, il dollaro potrebbe perdere terreno rispetto alle principali valute globali.
Perché potrebbe resistere
Secondo Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote, sul mercato valutario, il dollaro statunitense rimane dominante nonostante un leggero ritracciamento nella seduta odierna che non cambia, però, il trend delle ultime settimane. L’esperto riavvolge il nastro e spiega gli ultimi elementi chiave per il dollaro. A metà settembre, i rendimenti dei Treasury decennali erano ai minimi (3,6%) e il dollaro in difficoltà. Tuttavia, nelle ultime settimane la situazione è cambiata: i rendimenti sono risaliti al 4,2% e il dollaro è tornato a rafforzarsi contro le principali valute. Le aspettative attuali prevedono due tagli dei tassi da parte della Fed entro fine anno, più graduali rispetto a quanto ipotizzato. Questo favorisce il dollaro, anche rispetto ai tagli delle altre banche centrali. L’EUR/USD è sceso da 1,12 a 1,08 e il GBP/USD sotto 1,30, mentre il dollaro è risalito sopra quota 153 contro lo yen. Solidi dati macroeconomici statunitensi e speculazioni su un possibile ritorno di Trump alla presidenza, che potrebbe attuare politiche protezionistiche, stanno sostenendo il biglietto verde.
Insomma, mentre il dollaro si conferma ancora forte nel breve termine, i rischi legati a fattori politici, economici e monetari, tra cui l’attuale elevato valore del biglietto verde e i futuri tagli dei tassi da parte della Fed, potrebbero indebolirne il valore nel corso del 2025.
Il rischio flessione del dollaro
Secondo un’analisi firmata da Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée (UBP), l’US Dollar Index ha recuperato metà delle perdite registrate da luglio grazie all’aumento dei rendimenti statunitensi a lungo termine, e si prevede che resterà stabile fino a novembre. Tuttavia, gli investitori stanno cercando protezione attraverso opzioni call sul dollaro contro valute come yen, euro e yuan, in vista di una possibile vittoria repubblicana. Trump potrebbe introdurre nuovi dazi che potrebbero influenzare la bilancia commerciale e la crescita economica, con un potenziale apprezzamento del dollaro nel breve.
Mentre sul lungo periodo, il dollaro potrebbe perdere terreno nel 2025 per vari motivi, tra cui i tagli ai tassi da parte della Fed, il doppio deficit degli Stati Uniti (fiscale e delle partite correnti), e il forte livello di valutazione attuale del dollaro, che lo rende vulnerabile. I rischi politici, come un possibile nuovo accordo valutario simile al Plaza Accord, potrebbero ulteriormente influenzare negativamente la valuta americana.