Capitalizzazione Ftse Mib: Ferrari resta in vetta, ma Enel e Intesa avanzano
Ferrari resta ancora in vetta alla classifica di prima società di Piazza Affari in termini di capitalizzazione di mercato, ma con una market cap che cala a 76,8 miliardi di euro. Cavallino rampante tallonato dalle altre due società che completano il podio e che vedono, invece, la capitalizzazione salire: secondo posto per Enel che registra quasi 73 miliardi di capitalizzazione rispetto ai 70 miliardi di inizio settembre e terzo posto per Intesa Sanpaolo che adesso vanta una market cap di 70,2 miliardi. Avanza ancora anche un’altra big bank di Piazza Affari: si tratta di UniCredit che, nel mese dell’affare Commerz, ha visto la capitalizzazione passare da 61,4 miliardi a 64,4 miliardi. Quinta posizione per Eni la cui capitalizzazione scende a 44,9 miliardi dai 48,3 miliardi della recente rilevazione in un mese debole per il comparto petrolifero.
La Borsa di Milano rappresenta il quinto mercato azionario in Europa per capitalizzazione e racchiude alcune delle maggiori realtà del Paese. In particolare, le 40 società incluse nell’indice Ftse Mib, ponderato per la market cap, rivestono un ruolo importante sia per Piazza Affari, sia per l’economia italiana.
Vediamo nel dettaglio quali titoli fanno parte del Ftse Mib e qual è il loro peso sull’indice.
Chi sono i più capitalizzati di Piazza Affari
Come emerge dalla tabella sottostante, ad oggi (1° ottobre 2024), la società del Ftse Mib con la maggior capitalizzazione è ancora Ferrari. Con una capitalizzazione complessiva che però scende rispetto a inizio settembre: oggi la Rossa di Maranello vale 76,3 miliardi rispetto agli 81 miliardi di euro rispetto alla passata rilevazione, ma si mantiene sopra i livelli di inizi agosto pari a 69,9 miliardi. Ferrari ha ora un peso pari 10,8% sul totale dell’indice.
Riducono il distacco, Enel e Intesa Sanpaolo che vedono la loro capitalizzazione salire. In particolare, il gruppo dell’energia vede la capitalizzazione balzare a 72,9 miliardi, con una ponderazione all’interno dell’indice pari al 10,3%. Per Enel si avvicina il consueto appuntamento di fine anno con il Capital Market Day (CMD) in calendario per fine novembre. Secondo gli analisti di Goldman Sachs l’arrivo del prossimo CMD rappresenterà un elemento che segnerà una svolta nella strategia di Enel, con la possibilità di accelerare sul fronte degli investimenti.
Avanza anche Intesa Sanpaolo con una capitalizzazione di mercato che supera la soglia dei 70 miliardi e registra un peso del 9,9% sul Ftse Mib. La banca guidata da Messina è una delle regine di Borsa anche tra le big del comparto nel Vecchio continente. Come mette in evidenza oggi “Il Sole 24 Ore”, Intesa Sanpaolo si piazza in seconda posizione alle spalle della spagnola Banco Santander ma davanti ai francesi di BNP Paribas. “Può darsi che la perdita dello scettro sia solo temporaneo e che nei prossimi giorni il gruppo francese recuperi terreno. Ma il trend di avvicinamento dei due colossi spagnoli e italiani non è un fenomeno passeggero e va avanti da mesi”, si legge nell’articolo del quotidiano finanziario.
Tornando alla classifica di Piazza Affari, quarta posizione per UniCredit che ha una market cap di 64,4 miliardi (con un peso che del 9,1% sull’indice). Per la banca di Piazza Gae Aulenti il mese di settembre è stato scandito dagli annunci su Commerzbank. In quinta posizione Eni, con una capitalizzazione di mercato di 44,9 miliardi (peso scende dal 6,7% al 6,3%).
Prosegue il momento ‘no’ di Stellantis che viene scavalcata da Generali nella classifica sulla capitalizzazione di mercato. Quest’ultima ha ora una capitalizzazione di 40,7 miliardi mentre il big europeo dell’auto ha visto la market cap calare bruscamente a 37,5 miliardi. Il nuovo scossone è arrivato ieri, con Stellantis finita sotto i riflettori per la revisione al ribasso della guidance 2024, accolta dal mercato con un calo a doppia cifra. Una battuta d’arresto che gli ha fatto archiviare il mese di settembre come peggior titolo del Ftse Mib.
La classifica completa dei 40 titoli
I 40 titoli del Ftse Mib nella tabella seguente sono ordinati in base alla capitalizzazione di mercato decrescente, ovvero il valore totale delle sue azioni sul mercato (calcolata come moltiplicazione per il prezzo dell’azione per il numero delle azioni in circolazione).
Titolo | Settore | Ultimo prezzo (€) | Variazione 1 anno | Market Cap (mld €) | Peso % sul Ftse Mib |
Ferrari | Automotive | 419,70 | 50,1% | 76,3 | 10,8% |
Enel | Utility | 7,18 | 23,3% | 72,9 | 10,3% |
Intesa Sanpaolo | Banche | 3,84 | 57,3% | 70,2 | 9,9% |
UniCredit | Banche | 39,37 | 73,2% | 64,4 | 9,1% |
Eni | Oil&Gas | 13,68 | -10,3% | 44,9 | 6,3% |
Generali Assicurazioni | Assicurazioni | 25,95 | 34,0% | 40,7 | 5,7% |
Stellantis | Automotive | 12,41 | -31,9% | 37,5 | 5,3% |
STMicroelectronics | Tecnologia | 26,64 | -35,0% | 24,3 | 3,4% |
Prysmian | Industriali | 65,20 | 70,9% | 19,3 | 2,7% |
Poste italiane | Assicurazioni | 12,59 | 26,3% | 16,4 | 2,3% |
Tenaris | Oil&Gas | 14,14 | -5,7% | 16,4 | 2,3% |
Terna | Utility | 8,09 | 13,5% | 16,3 | 2,3% |
Moncler | Moda e Lusso | 57,02 | 3,5% | 15,7 | 2,2% |
Snam | Utility | 4,57 | 2,7% | 15,4 | 2,2% |
Mediobanca | Banche | 15,33 | 22,3% | 12,8 | 1,8% |
Leonardo | Industriali | 20,02 | 46,6% | 11,6 | 1,6% |
Recordati | Health Care | 50,80 | 13,6% | 10,6 | 1,5% |
Inwit | Tlc e Media | 11,05 | -1,9% | 10,6 | 1,5% |
FinecoBank | Banche | 15,38 | 33,5% | 9,4 | 1,3% |
Campari | Food&Beverage | 7,60 | -31,9% | 9,4 | 1,3% |
Banco BPM | Banche | 6,06 | 33,6% | 9,2 | 1,3% |
Banca Mediolanum | Servizi Finanziari | 11,32 | 39,7% | 8,4 | 1,2% |
Nexi | Industriali | 6,09 | 5,3% | 7,8 | 1,1% |
Unipol Gruppo | Assicurazioni | 10,67 | 108,3% | 7,7 | 1,1% |
BPER Banca | Banche | 5,05 | 74,3% | 7,2 | 1,0% |
Brunello Cucinelli | Moda e Lusso | 96,75 | 34,3% | 6,6 | 0,9% |
Banca MPS | Banche | 5,18 | 114,6% | 6,5 | 0,9% |
A2A | Utility | 2,07 | 23,0% | 6,5 | 0,9% |
Diasorin | Health Care | 104,90 | 21,4% | 5,9 | 0,8% |
Amplifon | Health Care | 25,81 | -8,2% | 5,8 | 0,8% |
Telecom Italia | Tlc e Media | 0,25 | -15,7% | 5,5 | 0,8% |
Pirelli&C | Automotive | 5,45 | 19,5% | 5,5 | 0,8% |
Hera | Utility | 3,58 | 38,3% | 5,3 | 0,8% |
Interpump Group | Industriali | 41,88 | -3,7% | 4,6 | 0,6% |
Italgas | Utility | 5,43 | 11,9% | 4,4 | 0,6% |
Saipem | Oil&Gas | 1,98 | 36,9% | 3,9 | 0,6% |
ERG | Utility | 24,62 | 7,8% | 3,7 | 0,5% |
Azimut | Servizi Finanziari | 23,18 | 13,7% | 3,4 | 0,5% |
Bca Pop Sondrio | Banche | 6,88 | 41,0% | 3,1 | 0,4% |
Iveco Group | Automotive | 9,02 | 1,8% | 2,4 | 0,3% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione ufficio studi Borse.it, dati al 1° ottobre 2024
Come funziona il Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ovvero un indice che viene calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, queste tipologie di indici hanno il difetto che distorcono in parte la realtà, in quanto nel calcolo dei price index non viene considerata per intero la remunerazione che le società danno ai propri azionisti, ma solo quella concessa come apprezzamento in conto capitale (capital gain).
I dividendi non vengono quindi tenuti in considerazione nel calcolo di un indice di tipologia price e così il giorno dello stacco, i titoli subiscono nominalmente un deprezzamento che in teoria dovrebbe essere pari al dividendo pagato. Visto che Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), questo effetto nel lungo periodo finisce per pesare sul Ftse Mib, ma per ovviare a ciò è altresì possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.