Ancora corporate bond a Piazza Affari: UniCredit e banche italiane in pole
Ancora corporate bond a Piazza Affari. In attesa degli ormai imminenti tagli dei tassi da parte delle principali banche centrali (le riunioni di Bce e Fed sono in calendario rispettivamente il 12 e 18 settembre, con il mercato che prezza una sforbiciata), alcune società finanziarie si sono mosse sul mercato obbligazionario dopo la pausa estiva. L’ultima emissione è quella annunciata da UniCredit, con un nuovo bond Additional Tier 1. Si tratta di un’emissione da un miliardo di euro, è richiamabile da dicembre 2031, e paga una cedola del 6,5%.
Sul finire di agosto sono arrivati sul mercato anche i nuovi bond targati Bper Banca e Mediobanca (entrambe hanno collocato due covered bond).
Ma vediamo nel dettaglio le caratteristiche dell’ultima emissione di UniCredit.
UniCredit torna sul mercato dei bond: tutti i dettagli dell’ultima emissione
A mercati chiusi, UniCredit ha annunciato ieri di avere collocato un’emissione di strumenti Additional Tier 1 (c.d. Non-Cumulative Temporary Write-Down Deeply Subordinated Fixed Rate Resettable Notes) destinata agli investitori istituzionali, per un valore totale di 1 miliardo di euro. “Si tratta dei primi strumenti di tipologia Additional Tier 1 emessi da UniCredit da oltre 3 anni che contribuiscono a rafforzare il Tier 1 Ratio per circa 35 punti base e completano il piano di funding MREL di UniCredit rivolto agli investitori istituzionali per il 2024”, precisa in una nota la banca guidata da Andrea Orcel indicando che l’emissione del bond è avvenuta a seguito di un processo di book building che ha prodotto una domanda per circa 3,8 miliardi di euro da parte di più di 220 investitori, consentendo di rivedere al ribasso la guidance, inizialmente indicata in area 7%, e di fissare la cedola al 6,5%.
L’allocazione finale del bond ha visto la prevalenza di fondi (66%), hedge funds (19%), assicurazioni e fondi pensione (9%) e banche (6%), con la seguente ripartizione geografica: UK (38%), Francia (22%), Italia (8%), US offshore (7%), Paesi Nordici (6%) e BeNeLux (6%).
UniCredit ha indicato, inoltre, che il trigger del 5,125% sul Common Equity Tier1 (CET1) prevede che, qualora il coefficiente CET1 del Gruppo o di UniCredit dovesse scendere al di sotto di tale soglia, il valore nominale dei titoli sarà ridotto temporaneamente dell’importo necessario a ripristinarne il livello, tenendo conto anche degli altri strumenti con caratteristiche similari e stesso livello di subordinazione.
Cedola, ecco i numeri
Da Piazza Gae Aulenti ha indicato che i titoli sono perpetui (con scadenza collegata alla durata societaria di UniCredit SpA) e possono essere richiamati dall’emittente, soggetto al rispetto dei requisiti regolamentari applicabili, in qualsiasi giorno di calendario nel semestre che inizia il 3 dicembre 2031 e termina il 3 giugno 2032 e successivamente in qualsiasi data di pagamento cedola.
La cedola a tasso fisso riconosciuta fino a giugno 2032 è pari a 6,5% all’anno pagata su base semestrale; in seguito, se non verrà esercitata la facoltà di rimborso anticipato, la stessa verrà ridefinita ad intervalli di 5 anni sulla base del tasso swap di pari scadenza vigente al momento e maggiorato di 421,2 punti base, calcolato su base annuale e rideterminato su base semestrale come da prassi di mercato. Come previsto dai requisiti regolamentari, il pagamento della cedola è pienamente discrezionale.
UniCredit Bank GmbH ha ricoperto il ruolo di Global Coordinator e di Joint Bookrunner assieme a Barclays, BNP Paribas, BofA, Morgan Stanley e Santander, e che il rating atteso è ‘Ba3’ da parte di Moody’s.
Cosa dicono gli analisti
“Da un punto di vista fondamentale, consideriamo l’emissione positiva per le valutazioni degli AT1 di Unicredit. Questo perché l’MDA buffer del gruppo, pari a 564bps nel secondo trimestre 2024, incorporava un gap di 45bps rispetto al bucket requirement AT1, e era in riduzione rispetto ai 599bps del primo trimestre 2024. Ceteris paribus, ci aspettiamo dunque che la transazione porterà ad un incremento dell’MDA buffer”, segnalano gli analisti di Equita che confermano la raccomandazione buy e il target price di 45 euro su UniCredit.
Soffermandosi ancora sulla nuova emissione, il broker evidenzia “la buona domanda lato investitori che ha coperto quasi 3 volte l’ammontare emesso, che ha permesso una significativa riduzione della cedola rispetto alle indicazioni iniziali di area 7%”.
Bper banca e Mediobanca, i due covered bond di fine agosto
A distanza di poco tempo, Bper Banca e Mediobanca hanno riaperto il mercato obbligazionario bancario italiano dopo la pausa estiva, con due nuovi covered bond. Per la banca emiliana si tratta di un covered bond a tasso fisso per 500 milioni di euro, con scadenza 5 anni (luglio 2029). Si tratta della seconda emissione di European Covered Bond (Premium), destinata a investitori istituzionali, realizzata dalla Banca durante il 2024.
L’emissione ha raccolto ordini superiori a 1,9 miliardi da parte di 68 investitori. La solida e ben diversificata domanda – proveniente in larga parte da investitori internazionali real money – ha consentito di ridurre il livello di spread iniziale da 56 p.b. sopra il mid -swap a 5 anni a 50 p.b. La cedola annuale è stata determinata pari al 2,875%, con prezzo di emissione/re-offer pari al 99,458%, equivalente al rendimento a scadenza pari a 2,997%.
Lo scorso 28 agosto, la banca guidata da Alberto Nagel ha annunciato la conclusione del collocamento di un covered bond con scadenza a 7 anni, per un importo complessivo pari a 750 milioni di euro. Si tratta del secondo covered bond emesso dal gruppo nel 2024.
Il covered bond, prezzato con cedola pari a 3% e un rendimento pari a mid swap +60 bps, ha registrato nel corso del collocamento ordini superiori a 1,1 miliardi, il 74% dei quali provenienti dall’estero.
“Presenti tutti i maggiori investitori europei, a ulteriore testimonianza del ruolo consolidato di Mediobanca quale emittente a livello continentale. Gli ordini sono arrivati, in particolare, dai paesi nordici per il 24%, dalla Germania per il 20%, oltre che dall’Italia (ordini pari al 26%)”, si legge in una nota del gruppo di piazzetta Cuccia.