Pmi eurozona: dato manifattura cala ad agosto, servizi batte le attese
Indici Pmi a velocità diverse nella zona euro. Stando ai dati preliminari di agosto diffusi stamattina, l’indice Pmi servizi è migliorato, attestandosi a 53,3 dal precedente 51,9, mentre quello manifatturiero è sceso a 45,6 da 45,8 della lettura passata. Il consensus Bloomberg indicava un Pmi servizi a 51,7 e quello manifatturiero a 45,8.
“Siamo di fronte ad una situazione contrastante. Il settore manifatturiero resta bloccato in recessione, mentre quello dei servizi pare stia crescendo ad un livello decente. Detto questo, con lo svanire dello stimolo delle recenti olimpiadi in Francia e i segnali di calo dell’ottimismo nell’industria terziaria dell’eurozona, è probabile che sia solo una questione di tempo prima che le difficoltà del settore manifatturiero inizieranno ad influire anche su quello del terziario”, commenta Cyrus de la Rubia, capo economista della Hamburg Commercial Bank, spiegando che “in risposta ai precedenti tre mesi di aumenti dei costi di acquisto, le aziende del manifatturiero hanno incrementato i loro prezzi di vendita per la prima volta da aprile 2023. Malgrado l’indebolimento della domanda, le imprese pare abbiano avuto poca scelta e siano state costrette a trasferire gli oneri più alti ai loro clienti. Ciò però rappresenta un fattore positivo, e mostra quanto il mercato abbia ancora del potere decisionale nel determinare i prezzi”.
La Bce, aggiunge l’economista, forse troverà qualche rassicurazione nell’ultimo indice dei prezzi. I costi di acquisto del settore dei servizi, osservati attentamente dalle autorità monetarie a causa del ruolo fondamentale che giocano i salari, hanno indicato il più lento tasso di incremento in 40 mesi. Quindi, anche se i prezzi di vendita del settore terziario sono saliti molto più velocemente di luglio, il calo della pressione dei costi, rafforza la probabilità di un taglio dei tassi di interesse da parte della BCE durante l’incontro di settembre.