Piazza Affari chiude a -2,55%, resistono le utilities
Seduta all’insegna delle vendite per l’azionario in Europa e negli Usa, dopo i dati sul mercato del lavoro statunitense. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in flessione del 2,55% a 32.018 punti, con Azimut (-6,1%), Stm (-5,8%) e Saipem (-5,4%) in coda. In rialzo i titoli difensivi, in primis le utilities Snam (+2,4%), Terna (+2%) e Italgas (+1,8%).
I nonfarm payrolls sono risultati inferiori alle attese (114 mila) e il tasso di disoccupazione è salito ai massimi da quasi tre anni, segnalando un raffreddamento del mercato del lavoro superiore a quanto previsto dagli analisti. Questo solleva dubbi sul fatto che la Fed potrebbe aver mantenuto i tassi restrittivi troppo a lungo, rafforzando le scommesse sui tagli dei tassi della Fed. I future scontano ora almeno quattro riduzioni entro fine anno.
I timori di “hard landing” dell’economia Usa e i conti non brillanti delle big tech di Wall Street hanno frenato l’azionario, mentre scendono i rendimenti obbligazionari, con il Treasury biennale in calo di ben 25 bp al 3,89% e il decennale al 3,82%. Lo spread Btp-Bund si amplia a 146 punti base, con il decennale italiano al 3,63% e il benchmark tedesco al 2,16%.
Tra le materie prime, il petrolio Brent crolla sotto i 77 dollari al barile, appesantito dalle incertezze sulla domanda. Sul Forex, il cambio euro/dollaro sale a 1,09 mentre il dollaro/yen scende a 146,5 con il biglietto verde frenato dai dati Usa e la valuta nipponica in continuo rafforzamento dopo la riunione della BoJ.