Eni: attesa per i risultati, ecco le stime degli analisti
Eni pubblicherà questo venerdì, prima dell’apertura di Borsa Italiana, i conti del secondo trimestre. Ecco le attese degli analisti sulla big italiana dell’oil & gas e le previsioni sul settore a livello europeo per questa tornata di trimestrali.
Il consensus sui risultati del 2Q di Eni
Le stime degli analisti sui principali risultati di Eni indicano un utile operativo adjusted di 2,68 miliardi, di cui 2,43 miliardi relativi al segmento E&P (Exploration & Production). Sono attesi 0,18 miliardi da Global Gas & LNG Portfolio (GGP) e 0,17 miliardi da Enilive, oggetto negli ultimi giorni di un accordo con KKR per una potenziale cessione di una quota di minoranza. Per quanto riguarda Plenitude, è previsto un utile operativo adjusted di 0,15 miliardi.
L’Ebit proforma rettificato è stimato a 3,77 miliardi, mentre l’utile netto adjusted è atteso a 1,42 miliardi. Infine, il consensus indica un flusso di cassa operativo di 3,37 miliardi e una produzione upstream di 1,69 milioni di barili equivalenti di petrolio giornalieri.
Le previsioni sull’andamento del settore oil & gas
Secondo i dati di FactSet, tutte le principali società europee di oil & gas sono destinate a registrare un calo degli utili nel secondo trimestre rispetto al primo, ma per alcune di esse (Shell, BP, TotalEnergies) è previsto un miglioramento su base annua.
I risultati delle società di questo settore dipendono dalla dinamica dei prezzi del petrolio e del gas. Nel secondo trimestre, questi sono migliorati leggermente rispetto ai primi tre mesi dell’anno. In particolare, le quotazioni del gas sono salite in Asia ed Europa di circa il 15% in scia alla forte domanda asiatica e in un contesto di clima caldo e interruzioni globali che limitano l’offerta. Tuttavia, i margini di raffinazione sono rimasti deboli per tutto il trimestre, esercitando pressione sugli utili del settore downstream.
I prezzi delle materie prime, la scarsa crescita organica dei volumi e l’andamento dei margini di raffinazione dovrebbero frenare i flussi di cassa, mentre l’aumento dei livelli di indebitamento potrebbe in futuro rallentare la remunerazione degli azionisti.