Notizie Indici e quotazioni Wall Street: banca d’affari top non fornirà più target S&P 500

Wall Street: banca d’affari top non fornirà più target S&P 500

9 Luglio 2024 14:43

L’indice S&P 500 non riflette più la performance del mercato azionario. È questa la conclusione, forte, a cui è giunta la banca d’investimento statunitense Piper Sandler, che ha deciso di non fornire più target sul benchmark a fine anno. Nel frattempo, l’indice continua a macinare record, in attesa della testimonianza di Powell in Senato e dei dati di giovedì sull’inflazione americana.

S&P 500, Piper Sandler non darà più livello obiettivo

“Negli ultimi mesi, mentre pensavo a incrementare nuovamente il mio obiettivo – per l’S&P 500 – non mi sono sentito a mio agio e intellettualmente onesto nel dire di poter avere una visione convinta su dove finirà l’indice”, ha affermato Michael Kantrowitz, co-chief investment strategist di Piper Sandler.

Inoltre, “non penso nemmeno che – dare un target numerico – aggiunga realmente valore ai nostri clienti, che sono investitori istituzionali”.

Per questi motivi, la banca d’affari ha scelto di non rilasciare più questo tipo di comunicazione, limitandosi a fornire una visione rialzista o ribassista sull’indice.

In precedenza, Piper Sandler aveva un obiettivo di fine anno pari a 5.250 punti, mentre l’S&P 500 ha chiuso la seduta di ieri a 5.572 punti.

Mercato azionario Usa troppo concentrato su big tech

Il vero problema alla base di questa considerazione è legato alla forte concentrazione del mercato su pochi titoli, in particolare le mega-cap tecnologiche che hanno trainato l’azionario per tutto l’anno scorso e nella prima metà del 2024.

Basti osservare la performance dell’indice che traccia l’andamento dei cosiddetti “Magnifici 7” americani rispetto alle restanti 493 società dell’S&P 500 dall’inizio del 2023 a oggi: il primo ha più che triplicato il proprio valore, mentre il secondo ha guadagnato poco meno del 21%.

magnifici 7 vs 493 rimanenti S&P 500

 

Come evidenziato da Piper Sandler, i primi 10 titoli azionari dell’S&P 500 rappresentano il 75% dei rendimenti dell’indice da inizio 2024. La sola Nvidia, superstar del rally dell’intelligenza artificiale, è stata responsabile di quasi un terzo dei guadagni del benchmark nel primo semestre.

“C’è qualità al di fuori di tech e AI”

Secondo Kantrowitz, la differenza di performance è legata anche al modo in cui gli investitori operano sui titoli a grande capitalizzazione rispetto alle small cap. Lo strategist consiglia ai clienti di privilegiare la qualità a prezzi ragionevoli, concentrandosi su aziende che possono superare le concorrenti in termini di crescita degli utili ma senza essere le più costose.

“Abbiamo – nell’indice S&P 500 – 50 nomi che hanno battuto l’indice quest’anno, e non si tratta solo di intelligenza artificiale o di tecnologia”, ha aggiunto.

Da inizio anno, l’S&P 500 è cresciuto del 16,8%, battendo più volte i propri record, ma l’indice equally weighted, in cui ogni titolo ha lo stesso peso, ha guadagnato solo il 3,8%.

Nuovi record aspettando Powell, inflazione Usa e trimestrali banche

Ieri sia l’S&P 500 (+0,1% a 5.572,85 punti) sia il Nasdaq (+0,28% a 18.403,74 punti) hanno nuovamente archiviato gli scambi sui massimi storici. Si tratta della quarta chiusura consecutiva da record per l’S&P 500 e la quinta per il Nasdaq.

Gli investitori attendono i commenti del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che interverrà oggi in un’audizione al Congresso Usa. Focus su eventuali spunti in merito alle tempistiche dei tagli dei tassi, dopo alcuni segnali di rallentamento del mercato del lavoro e dell’economia.

Giovedì verranno diffusi i dati sull’inflazione, attentamente monitorati anche dalla banca centrale, mentre venerdì JPMorgan, Citigroup e Wells Fargo daranno ufficialmente il via alla stagione di utili di Wall Street.

Secondo LSEG, gli analisti prevedono in media una crescita degli utili pari al 10,1% per le società dell’indice S&P 500 nel secondo trimestre, rispetto al +8,2% del primo trimestre.