Notizie Valute e materie prime Oro, World Gold Council: tutti i fattori chiave nel secondo semestre

Oro, World Gold Council: tutti i fattori chiave nel secondo semestre

4 Luglio 2024 12:29

L’oro è stato uno dei protagonisti della prima metà del 2024, con una crescita del 14% da inizio anno. Il metallo prezioso ha registrato ripetuti massimi storici e ha toccato temporaneamente i 2.500 dollari, prima di consolidarsi in una fase laterale nell’ultimo mese e mezzo. Il World Gold Council, organizzazione leader nel settore aurifero, ha fatto il punto sui fattori che potrebbero determinare l’andamento dell’oro nella seconda parte dell’anno. Tra i fattori da monitorare ci sono banche centrali, tassi di interesse, investimenti asiatici e geopolitica.

I fattori a sostegno dell’oro nella prima metà del 2024

Finora l’oro ha beneficiato soprattutto dei continui acquisti da parte delle banche centrali, dei flussi di investimenti asiatici, della resilienza della domanda dei consumatori e della costante incertezza geopolitica.

domanda oro investitori asiatici

Questi elementi hanno permesso di controbilanciare alcuni fattori frenanti, come gli elevati tassi di interesse e il dollaro forte. Attualmente il metallo giallo viaggia in area 2.360 dollari (quotazione spot, mentre il future oscilla in area 2.370$), dopo aver trascorso gran parte del secondo trimestre sopra i 2.300 dollari.

grafico oro ytd

Le variabili della domanda occidentale di oro

Secondo l’analisi del WGC, al momento, l’oro riflette ampiamente le aspettative economiche per la seconda metà dell’anno. Ciò significa che lo scenario base vede movimenti sostanzialmente laterali da qui a fine 2024, con una performance per il full year sostanzialmente in linea con quella attuale. Tuttavia, spesso le cose non vanno secondo i piani e, vista la complessità nel prevedere le variabili economiche e finanziarie, il quadro potrebbe cambiare.

In passato, i massimi storici dell’oro sono stati spesso associati a una forte domanda da parte degli investitori occidentali. Il raggiungimento di nuovi record nel 2024, malgrado i deflussi di ETF da inizio anno in Europa e Usa, significa che il mercato non saturo e che la domanda occidentale può fornire ulteriore supporto. Ma questa dipenderà essenzialmente da tre fattori: tassi di interesse, rischi di recessione e geopolitica.

Tagli dei tassi

Dopo il taglio dei tassi da parte della Bce, spiega il WGC, gli ETF sull’oro europei hanno registrato afflussi. Il proseguimento di questa tendenza potrebbe dunque fornire ulteriore sostegno, visto che ci si aspettano mediamente altre due riduzioni del costo del denaro.

E sebbene il mercato sconti un taglio (o due) di 25 punti base anche da parte della Fed entro fine dell’anno, l’effettiva decisione politica rassicurerebbe gli investitori sulla direzione futura dei tassi, favorendo così gli afflussi sull’oro.

D’altro canto, ovviamente, il mantenimento prolungato del costo del denaro su livelli restrittivi potrebbe dissuadere alcuni investitori in oro dall’entrare nel mercato.

Recessione

Anche se la probabilità di una recessione nell’immediato resta contenuta, l’economia globale non funziona a tutti i livelli e, con un’inflazione al di sopra del target, le banche centrali non sono ancora pronte a tagliare i tassi in modo più aggressivo.

Per il WGC, sembra esserci una certa compiacenza anche nei mercati finanziari. I titoli azionari globali stanno andando bene nel complesso, con i titoli statunitensi – o una parte di essi – in testa al gruppo. E la volatilità è vicina ai minimi degli ultimi 30 anni.

Tuttavia, storicamente, esiste una marcata relazione tra la forza del settore manifatturiero e gli utili aziendali e, al momento, il settore manifatturiero mostra segnali di rallentamento.

Rischi geopolitici

Sebbene l’attuale disagio possa essere visto semplicemente come la nuova normalità, il rischio geopolitico è aumentato negli ultimi anni ed è improbabile che si riduca presto.

La polarizzazione politica, i conflitti armati e l’erosione della globalizzazione a favore del nazionalismo e di alleanze selettive alimentano l’instabilità economica. Il rischio geopolitico è particolarmente difficile da prevedere e potrebbe provenire da dove meno ce lo si aspetta.

Ciò che è vero, tuttavia, è che l’oro reagisce alla geopolitica, aggiungendo il 2,5% per ogni 100 punti di rialzo dell’indice di rischio geopolitico (GPR). E sebbene parte di questo effetto possa essere transitorio, potrebbe anche essere un fattore scatenante del deterioramento delle condizioni finanziarie, con un conseguente effetto più duraturo.

rischi geopolitici

Prezzi oro e reddito impattano la domanda dei consumatori

Il 40% della domanda annuale di oro è alimentato dalla gioielleria e dagli utilizzi in ambito tecnologico. Questo significa che i consumatori svolgono un ruolo importante nel sostenere – e talvolta rallentare – la domanda annuale della materia prima.

Solitamente la richiesta è funzione di due variabili: prezzo e reddito. La forte tendenza al rialzo delle quotazioni ha frenato la domanda in alcuni mercati come India e Cina, ma una crescita economica positiva può contrastare in parte questo effetto.

Inoltre, la possibile stabilità del prezzo dell’oro può attirare i consumatori, che reagiscono più negativamente alla volatilità. Ciò potrebbe essere particolarmente rilevante per l’India, dove le aspettative di crescita economica sono più elevate rispetto ad altre regioni e il ruolo dell’oro come riserva di valore è ben consolidato

Conclusioni e rischi

Guardando al futuro, gli investitori si domandano dunque se lo slancio dell’oro sia destinato a proseguire o ad arrestarsi. Laddove prevalessero le aspettative di mercato, i rialzi potrebbero essere limitati.

Tuttavia, una spinta potrebbe arrivare dal calo dei tassi nei mercati sviluppati, che attirano flussi di investimenti occidentali, nonché dal continuo sostegno da parte degli investitori globali che cercano di coprire i rischi in forte espansione nel mercato azionario e dalle persistenti tensioni geopolitiche.

Al contrario, i rischi di ribasso sono legati a un eventuale calo considerevole della domanda da parte delle banche centrali, a tassi di interesse persistentemente elevati o a prese di profitto da parte degli investitori asiatici, che potrebbero anche generare un pullback nella seconda metà dell’anno.

In ogni caso, conclude il WGC, l’oro continua a svolgere un ruolo chiave nell’asset allocation in ottica di diversificazione e come fonte di liquidità, con rendimenti positivi a lungo termine.