Borse Europa in calo, Piazza Affari a picco con spread in rialzo
Seduta in rosso per le borse europee e in particolare per Piazza Affari, fanalino di coda nel Vecchio Continente. In sofferenza le banche, in un contesto di rialzo degli spread in scia agli acquisti sul Bund tedesco. Pesa in particolare l’incertezza politica in Francia in vista delle elezioni anticipate, che potrebbero minare la stabilità della regione. Le azioni francesi questa settimana hanno perso circa 200 miliardi di dollari in capitalizzazione di mercato, circa l’equivalente dell’economia della Grecia.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 14 giugno 2024
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 chiude le contrattazioni in ribasso del 2%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib archivia la seduta con un tracollo del 2,8% a 32.665 punti, maglia nera in Europa.
Negativi anche il Dax tedesco (-1,4%), il Cac40 francese (-2,7%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,7%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, crollano soprattutto Unicredit, Leonardo e Iveco Group.
Resistono sopra la parità soltanto Amplifon e Inwit.
Obbligazionario e spread Btp/Bund
In forte rialzo lo spread Btp-Bund con il decennale italiano poco mosso al 3,91% e il benchmark tedesco in netto calo al 2,36%, prossimo a registrare la maggior variazione settimanale di sempre.
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Forex, Commodity e Cripto
Sul Forex, l’euro/dollaro oscilla in area 1,07 mentre il dollaro/yen si attesta in area 157,3 dopo la riunione della Bank of Japan.
Tra le materie prime, il petrolio Brent si conferma in area 82,5 dollari al barile, grazie alla robusta domanda di carburante.
L’oro viaggia in zona 2.330 dollari l’oncia.
Bitcoin scambia poco sotto i 67.000 dollari.
I temi chiave della giornata
Seduta povera di spunti macroeconomici rilevanti, in attesa di un intervento di Christine Lagarde, presidente della Bce. La Bank of Japan ha lasciato i tassi invariati, rimandando al prossimo meeting di luglio la riduzione degli acquisti di bond.
In giornata sono stati diffusi i dati dell’Università del Michigan sulla fiducia dei consumatori statunitensi. L’indicatore del sentiment è sceso ai minimi da sette mesi, a 65,6 punti, complice l’impatto dei prezzi elevati sulle prospettive delle finanze personali.
Intanto, la presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, ha definito gli ultimi dati sull’inflazione in calo una “notizia gradita” e ha affermato che le piacerebbe vedere ancora qualche mese di numeri positivi prima di prendere in considerazione tassi di interesse più bassi.
Intanto prosegue il G7 e gli operatori continuano a valutare le possibili conseguenze dei dazi dell’UE nei confronti delle auto cinesi.
Gli appuntamenti della prossima settimana
L’ottava seguente si aprirà con i dati cinesi relativi alla produzione industriale e alle vendite al dettaglio. Anche negli Usa verranno diffuse le vendite al dettaglio (martedì), da monitorare per valutare la forza dei consumi, la componente principale del Pil e un elemento importante anche in ottica di inflazione.
Mercoledì e giovedì riflettori puntati sul Regno Unito, dapprima per i dati sui prezzi al consumo e successivamente per la riunione della Bank of England. L’istituto guidato da Andrew Bailey lascerà i tassi invariati ma potrebbe fornire qualche spunto sulle tempistiche del primo taglio, attualmente scontato a settembre dai mercati.
Venerdì, infine, focus sugli indici Pmi preliminari di giugno e in particolare sul settore dei servizi, che sta contribuendo in misura maggiore a sostenere l’inflazione al di sopra dei target delle banche centrali.