Corporate bond: tutto sul “ritorno” di Eni in Usa, le ultime emissioni a tasso fisso in $
Corporate bond ancora in evidenza sul mercato dopo l’ultimo collocamento di Eni che rientra con successo sul mercato americano. Il Cane a sei zampe ha, infatti, ha annunciato di avere prezzato due emissioni obbligazionarie in dollari statunitensi a tasso fisso con durata di 10 e 30 anni per un valore nominale complessivo di 2,25 miliardi di dollari statunitensi.
“L’offerta ha riscontrato un elevato interesse da parte del mercato raggiungendo una domanda complessiva di circa 11 miliardi di dollari statunitensi, provenienti da circa 180 investitori professionali per ogni tranche”, spiega in una nota Eni segnalando che i proventi delle emissioni siano utilizzati per finanziare l’ordinario fabbisogno finanziario di Eni.
“Il collocamento dei bond con successo sul mercato americano evidenzia la capacità di Eni di collocare bond che sono attraenti per gli investitori internazionali“, segnalano gli analisti di Intesa Sanpaolo che mantengono una raccomandazione hold su Eni e rciordano che il Cane a sei zampe ha un rating Baa1 da parte di Moody’s, e A- da Fitch.
Intanto oggi Eni si mostra fiacca in Borsa: il titolo si muove sotto i 15 euro, registrando un lieve calo.
Le caratteristiche dei due bond
Eni torna sul mercato americano, con due nuovi bond in dollari statunitensi a tasso fisso. Si tratta di un prestito obbligazionario della durata di 10 anni (scadenza 15 maggio 2034) che è stato collocato per un ammontare di 1 miliardo di dollari statunitensi ad un prezzo di re-offer del 99,333%. Pagherà una cedola annua del 5,50%.
Il secondo, della durata di 30 anni (scadenza 15 maggio 2054), è stato collocato per una cifra pari a 1,25 miliardi di dollari statunitensi ad un prezzo di re-offer del 98,828%. In questo secondo caso la cedola annua è del 5,95%.
Emissioni di titoli High Yield, attenzione resta alta: la view di Generali Investments
Resta alta l’attenzione del mercato sul segmento dei corporate bond investment grade. Ma quali sono le prospettive per la seconda parte dell’anno? Alcuni spunti in questa direzione arrivano da Generali Investments.
“Finora nel 2024, le consistenti emissioni nel settore dei prestiti hanno alleggerito la pressione sulle richieste di rifinanziamento degli High Yield. Si prevede che le emissioni di titoli High Yield aumentino man mano che si procede verso la seconda metà del 2024. I tassi di insolvenza dovrebbero raggiungere un picco inferiore al 4% in Europa e al 6% negli Stati Uniti entro la fine del 2023, grazie ai rigorosi standard di credito”, segnala Elisa Belgacem, senior credit strategist di Generali Investments, secondo la quale “i fondamentali delle imprese subiranno probabilmente dei venti contrari da qui in avanti”.
Questo, aggiunge Belgacem, potrebbe portare “le agenzie di rating a continuare a declassare un numero maggiore di società rispetto a quelle che potrebbero migliorare. Tuttavia, il numero di società che passano da Investment Grade a High Yield dovrebbe rimanere molto limitato. Pertanto, nonostante le valutazioni ristrette, il rendimento assoluto offerto dalle obbligazioni sub-investment grade continua a stimolare la domanda”.