Mercati, il 2023 delle quotate: buyback in calo, dividendi record
Un 2023 double face quello delle società quotate su scala globale. Il buyback ha fatto registrare un calo a doppia cifra, mentre i dividendi sono saliti a livelli record. Vediamo tutto nell’analisi, realizzata sui numeri emersi dallo studio annuale di Janus Henderson sul riacquisto di azioni (buyback), un supplemento speciale del suo Global Dividend Index trimestrale.
In particolare, nonostante i dividendi globali siano saliti a un nuovo record nel 2023, le società hanno speso molto meno per riacquistare le proprie azioni. Il totale di 1,11 trilioni di dollari è stato inferiore di 181 miliardi di dollari rispetto al 2022, un calo significativo del 14% rispetto all’anno precedente e abbastanza grande da portare i riacquisti del 2023 al di sotto del totale del 2021. Tuttavia, il calo parte da un livello molto elevato e lascia il totale annuale ancora ben al di sopra dei livelli pre-pandemici.
Il commento dell’esperto
Ben Lofthouse, Head of Global Equity Income di Janus Henderson, ha dichiarato: “Molte società utilizzano i buyback come valvola di sfogo: un modo per restituire agli azionisti il capitale in eccesso senza creare aspettative di dividendi che potrebbero non essere sostenibili nel lungo periodo. Questa flessibilità spiega perché i buyback siano più volatili dei dividendi. L’aumento dei tassi ha avuto un ruolo nel declino dei riacquisti: quando il debito è a buon mercato, ha senso per le aziende contrarre maggiori prestiti e con questi ritirare il costoso capitale azionario. Con i tassi ai massimi pluriennali, questo ragionamento è più sfumato; alcune società stanno riducendo il debito in questa fase del ciclo, utilizzando la liquidità che altrimenti sarebbe stata destinata ai riacquisti, ma pochissime stanno tagliando i dividendi. Per le aziende si tratta di trovare il giusto equilibrio tra investimenti, esigenze di finanziamento e rendimenti per gli azionisti attraverso i dividendi, i buyback o entrambi”.
Il primato dei buyback agli USA
Le società statunitensi sono state le maggiori acquirenti di azioni proprie, per un totale di 773 miliardi di dollari nel 2023. Tuttavia, hanno anche effettuato un taglio netto rispetto all’anno precedente: i buyback americani sono diminuiti di 159 miliardi di dollari lo scorso anno, con un calo del 17% rispetto al 2022. Le aziende tecnologiche statunitensi sono quelle che hanno ridotto maggiormente i riacquisti, spendendo 69 miliardi di dollari in meno rispetto all’anno precedente. Tra queste, Microsoft e Meta hanno ridotto i buyback di quasi un terzo e Apple di un settimo. Si sono registrate riduzioni anche in gran parte del settore sanitario statunitense e tra i finanziari, anche se non nel settore bancario, dove i tagli di alcune banche sono stati più che compensati da aumenti in altri settori.
Insegue il Regno Unito
Al di fuori degli USA, le società del Regno Unito sono state le maggiori acquirenti di azioni proprie nel 2023. Gli acquisti, pari a 64,2 miliardi di dollari, sono diminuiti solo del 2,6% rispetto all’anno precedente ed equivalgono al 75% dei dividendi pagati. Shell è stato il più grande acquirente non statunitense di azioni proprie (pari a quasi un quarto del totale in UK), ma nel 2023 ha effettuato un taglio piuttosto netto, così come BP, BAT, Lloyds e una serie di altre grandi società britanniche. Gli aumenti significativi di HSBC, Barclays e altre società hanno quasi compensato questi tagli, traducendosi in un piccolo calo complessivo per l’anno.
Aumentano i buyback in Europa
I buyback stanno diventando più generosi in Europa. In tutta la regione, il totale speso per il riacquisto di azioni proprie è salito del 2,9% a 146 miliardi di dollari nel 2023. Le variazioni da un Paese all’altro sono state notevoli: i riacquisti hanno raggiunto un livello record in Italia (guidati da Unicredit e Stellantis), Spagna (guidati da Santander, Iberdrola e Telefonica), Norvegia (Equinor) e Belgio (AB-Inbev e KBC), anche se Francia, Svizzera e Paesi Bassi hanno visto riacquisti maggiori per controvalore. La contrazione più significativa si è registrata in Svizzera, dove la maggior parte delle società ha ridotto i riacquisti; Nestle ha avuto l’impatto maggiore, quasi dimezzando il suo programma a 5,8 miliardi di dollari. Nel 2023 circa lo stesso numero di società europee ha aumentato i riacquisti di azioni proprie e li ha ridotti, anche se la forte crescita dei dividendi nel 2023 ha fatto sì che i riacquisti crescessero meno dei dividendi e che la loro incidenza sui ritorni degli azionisti scendesse al 48% dei dividendi pagati, rispetto al 55% del 2022.
La situazione per settori
A livello settoriale, la tecnologia, la sanità e i finanziari hanno registrato le maggiori riduzioni di riacquisti di azioni proprie, con un impatto maggiore tra le società statunitensi. In realtà, al di fuori degli Stati Uniti, le società del settore sanitario hanno aumentato i riacquisti. Anche le società dei settori chimico, minerario e dei beni di consumo, come il tabacco e i prodotti per la casa, hanno ridotto i riacquisti di azioni. A livello globale, gli aumenti più significativi sono stati registrati dalle società di telecomunicazioni, dalle banche e dai produttori di veicoli. Vale la pena notare che i riacquisti sono altamente concentrati. Poco più della metà delle società presenti nell’indice di Janus Henderson, composto da 1.200 società, ha riacquistato azioni nel 2023, ma solo 45 di queste hanno rappresentato la metà del totale annuale speso per il riacquisto di azioni a livello globale.