I titoli del giorno a Piazza Affari: focus su Prysmian, giù Tenaris e altre big oil
La settimana parte bene a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che riacciuffa i 34mila punti. Un’ottava che vede i listini in rialzo nonostante l’escalation delle tensioni in Medio Oriente dopo l’attacco dell’Iran.
Osservando il calendario della settimana, per l’Italia si attende il verdetto sul rating Italia da parte di Standard & Poor’s in uscita venerdì a mercati chiusi. Sui mercati in generale si guarda alla stagione delle trimestrali, partita ufficialmente la settimana scorsa con alcune big bank Usa. Nel corso dell’ottava sono attesi i numeri di Goldman Sachs, Morgan Stanley e Bank of America ma anche Netflix.
Tornando alle performance della Borsa di Milano, l’indice Ftse Mib avanza in questo momento di quasi l’1%. Tra i titoli in evidenza Prysmian, ma anche le big del mondo oil come Tenaris che sono nelle retrovie.
Prysmian e l’operazione con Encore Wire: i dettagli
Prysmian sale a Piazza Affari, conquistando la vetta del Ftse Mib. Il titolo continua a guadagnare terreno e ora sale di oltre il 6% sopra la voglia dei 51 euro per azione (massimo dell’anno toccato lo scorso 20 marzo a quota 50,10 euro) dopo avere annunciato l‘acquisizione di Encore Wire. Prima dell’avvio delle contrattazioni in Europa, la società italiana ha fatto sapere che sborserà circa 290 dollari per azione per acquisire Encore Wire, attiva nella produzione di una vasta gamma di cavi elettrici in rame ed alluminio per la produzione e distribuzione di energia. Si tratta di un premio di circa il 20% rispetto alla media ponderata a 30 giorni (VWAP) alla data di venerdì 12 Aprile 2024 e circa il 29% rispetto alla media ponderata a 90 giorni (VWAP) alla stessa data di riferimento. Nel dettaglio, l’operazione valorizza Encore Wire per circa 3,9 miliardi di euro (Enterprise Value).
“L’acquisizione di Encore Wire rappresenta una pietra miliare per Prysmian e un’opportunità strategica e unica per creare valore per i nostri azionisti e clienti“, ha dichiarato Massimo Battaini, ceo designato di Prysmian. “Grazie a questa acquisizione, Prysmian incrementerà la sua posizione in Nord America, migliorando ulteriormente il mix geografico e di business e rafforzando l’esposizione dell’azienda ai trend di lungo periodo”. Siamo entusiasti di accogliere in Prysmian il team di Encore Wire e beneficiare quindi, come unico gruppo, di una migliore offerta prodotti e di relazioni con i clienti”.
Post annuncio gli analisti di Intesa Sanpaolo hanno confermato il rating buy su Prysmian, con target price di 54 euro per azione e precisato che l’operazione ha “una forte logica industriale e strategica”.
Debolezza per Tenaris e i big oil
Seduta sotto pressione per alcuni titoli del comparto oil di Piazza Affari. Nelle retrovie c’è Tenaris che perde circa l’1,5% seguita da Eni, giù anche Erg. La settimana è iniziata con il petrolio in calo, in particolare il Petrolio Brent (riferimento europeo) che si sta muovendo sotto la soglia dei 90 dollari al barile nonostante le tensioni geopolitiche dopo l’attacco dell’Iran a Israele.
Sulla questione si sofferma Ricardo Evangelista, analista senior di ActivTrades, che ha fatto il punto sulle performance dell’oro nero: “Il prezzo del petrolio Brent è sceso nelle prime contrattazioni di lunedì, segnalando una rivalutazione da parte del mercato delle minacce percepite per l’approvvigionamento di petrolio derivanti dalle tensioni tra Israele e Iran“. L’esperto ha poi ricordato che “negli ultimi quindici giorni, il prezzo del barile è salito in quanto i trader di petrolio si sono preparati ad anticipare azioni di ritorsione da parte di Teheran, temendo che qualsiasi contromisura israeliana potesse degenerare in un vero e proprio conflitto regionale, interrompendo gravemente i flussi petroliferi globali” ma “con l’Iran apparentemente soddisfatto della sua risposta militare al presunto attacco israeliano del 1° aprile e con Tel Aviv in grado di affermare di aver difeso con successo il proprio territorio, emerge una finestra di opportunità per mitigare l’escalation di questo conflitto. Di conseguenza, i prezzi del petrolio si sono abbassati, mentre i mercati si rilassano e lo spettro di una crisi significativa dell’offerta appare meno imminente“.