Tagli tassi Bce: mercati vedono strada spianata per giugno. Radar giovedì su tema inflazione-salari e dubbi Fed
Attenzione alta sui mercati per la prossima riunione della Banca centrale europea (Bce) in programma giovedì 11 aprile. Un meeting il cui copione sembra essere stato già scritto dai mercati e dalle loro aspettative: prevale, infatti, l’attesa che il consiglio direttivo guidato da Christine Lagarde mantenga i tassi fermi nel meeting di aprile e in attesa di alcuni dati chiave si dichiarerà pronto a un primo taglio nel mese di giugno. L’interesse degli investitori potrebbe così proiettarsi sulla comunicazione che la Bce adotterà, andando con lo sguardo oltre il mese di giugno che rappresenta sempre più uno spartiacque per la politica monetaria futura.
Bce prepara terreno verso taglio a giugno
Il Bce day è alle porte. L’idea diffusa tra gli operatori è giovedì prossimo l’istituto di Francoforte preparerà il terreno per il primo taglio dei tassi nel mese di giugno. Anche le dichiarazioni delle ultime due settimane vanno in questa direzione: sembra ormai essersi formato un consenso a favore di un allentamento della restrizione a partire dalla riunione del 6 giugno. Una lista di cui fanno parte anche membri (tra cui Stournaras, Hernàndez de Cos, Kazāks, Holzmann, Müller, Nagel, Makhlouf che in passato si erano mostrati molto riluttanti ad ammettere che stavano maturando le condizioni per tagliare i tassi.
E’ di questa idea anche Luca Mezzomo, economista di Intesa Sanpaolo, secondo il quale l’11 aprile, il consiglio direttivo Bce non modificherà ancora il posizionamento della politica monetaria. “Poiché l’approccio resterà dipendente dai dati, l’indicazione che a giugno i tassi saranno probabilmente tagliati potrebbe affacciarsi come previsione, o restare confinata alla parte meno ufficiale della comunicazione”, segnala Mezzomo rimarcando che i dati dell’ultimo mese non ostacolano il cauto avvicinamento alla fase di taglio dei tassi ufficiali della Bce, ma neppure ne rendono impellente un avvio immediato.
Lo spartito dovrebbe essere sempre lo stesso, con un approccio che dovrebbe quindi mantenersi dipendente dai dati, con decisioni riunione per riunione. “Ciò limita la possibilità di fornire indicazioni nette sulle decisioni future – spiega l’economista della banca italiana – ma non esclude che possa essere fornita una previsione sulla direzione dei tassi, in presenza di un solido consenso interno”.
Anche per il global credit team di Algebris Investment Lagarde & Co. verrà probabilmente spianata la strada per il primo taglio dei tassi a giugno, dopo l’indebolimento dell’inflazione dell’Eurozona della scorsa settimana. Gli esperti ricordano che il dato headline è passato dal 2,6% al 2,4%, mentre quello core è sceso dal 3,1% al 2,9%. “Entrambi i dati hanno mancato le aspettative dello 0,1% e sono stati trainati principalmente dalla disinflazione dei beni alimentari, energetici e non energetici. L’inflazione dei servizi si è mantenuta al 4% negli ultimi cinque mesi; quindi, la Bce avrà bisogno di ulteriori dati prima della riunione di giugno, in particolare la stima dei salari del primo trimestre che sarà pubblicata il 23 maggio”, segnalano ancora gli esperti della società di gestione del risparmio globale. In ogni caso, ricordano, per la riunione di giovedì non saranno disponibili nuove proiezioni e il comunicato dovrebbe cambiare ma solo leggermente, mentre la Lagarde potrebbe parlare più apertamente delle prospettive di taglio dei tassi durante la conferenza stampa.
“Nonostante si anticipi che i tassi di interesse rimarranno inalterati, l’evento si prospetta fondamentale per decifrare i segnali relativi ai futuri movimenti di politica monetaria. Gli analisti e gli investitori punteranno i riflettori su ogni variazione nel tono comunicativo della Bce e su eventuali indicazioni precise riguardo l’entità e il timing dei futuri tagli dei tassi”, commenta Gabriel Debach, market analyst di eToro, in vista della riunione di aprile. La comunicazione sarà quindi un aspetto cruciale, “con la Bce che dovrà camminare sul filo di lana, confermando le aspettative di un taglio di 25 punti base a giugno, senza alimentare speranze irrealistiche per tagli più sostanziosi o per una serie prolungata di allentamenti monetari”.
In questo scenario, aggiunge l’esperto, l’inflazione dell’area euro riveste un ruolo cruciale. Questo dato, pur riflettendo una moderata pressione inflazionistica, rimane un punto di attenzione, soprattutto considerando le dinamiche del mercato del lavoro e la crescita dei salari, elementi che potrebbero alimentare ulteriormente l’inflazione. Nonostante il tasso di disoccupazione sia sceso al 6,5% a febbraio, toccando un minimo storico, le prospettive di un mercato del lavoro teso rimangono un campanello d’allarme per la politica monetaria.
Tre tagli, le attese (comuni) per il 2024
Al momento lo scenario più probabile, secondo le attese di Intesa Sanpaolo, resta quello di tre tagli dei tassi ufficiali nel 2024. Non si esclude però che la riduzione sia un po’ più ampia (-100pb), con due o tre mosse concentrate tra giugno e settembre, se i dati su inflazione e salari saranno favorevoli.
“Il nostro scenario di base al momento prevede tre tagli da 25 punti base nel 2024, tutti sincronizzati con la revisione delle proiezioni ufficiali (giugno, settembre e dicembre). Tuttavia, se i dati continueranno a essere così favorevoli, avrebbe senso allentare il freno un po’ più rapidamente: in tal caso, potremmo osservare tagli a giugno, luglio e poi a settembre, seguiti da una pausa a ottobre. Il 2024 finirebbe con il tasso sui depositi al 3,0% invece che al 3,25%. Nel 2025, ci attendiamo ulteriori tagli fino a raggiungere il 2,5%”.
Sulla stessa lunghezza d’onda le attese di Pimco, secondo cui “la Bce esprimerà probabilmente una crescente fiducia nel percorso dell’inflazione, corroborando la nostra ipotesi di base di un taglio dei tassi a giugno”. In particolare, Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, spiega: “una volta che la Bce inizierà a tagliare i tassi, prevediamo che procederà con cautela per convenzionali step da 25 punti base. Durante il ciclo di tagli, con probabilità le decisioni resteranno dipendenti dai dati e meeting per meeting, ed è improbabile che la Bce si impegni in anticipo su un particolare percorso dei tassi”.
Le inognite Fed
Con i mercati posizionati sul primo taglio dei tassi a giugno, uno dei temi che potrebbe catturare la loro attenzione sono tutte le comunicazioni e i progetti dopo giugno. Senza tralasciare il timing di azione della Federal Reserve (Fed).
“Più recentemente, le aspettative per un allentamento complessivo della Bce sono state in qualche modo ridimensionate dei mercati che stanno rivalutando anche le aspettative di taglio della Fed – segnalano gli esperti di ING -. Sul fronte dell’euro l’impatto è ancora limitato, anche perché il mercato si attende ancora la Fed taglia i tassi a luglio, se non a giugno – l’allentamento della Fed potrebbe essere ritardato, ma non annullato. Tuttavia, la capacità della Fed di tagliare i tassi in tempi brevi potrebbe essere ulteriormente messa in discussione nel breve termine se i dati ufficiali rimarranno robusti – e cosa ancora più importante se i dati sull’inflazione statunitense continuano a rivelarsi troppo elevati”.
In ottica Federal Reserve (Fed) il dato chiave della settimana è l’inflazione Usa di marzo in uscita domani che sarà seguito con attenzione per capire se la Fed taglierà i tassi già a giugno o più tardi. “Le attese sono per un’inflazione “headline” in salita e una “core” in calo solo marginale, il che dovrebbe fornire supporto al biglietto verde, lasciandolo però tendenzialmente in range”, segnala Asmara Jamaleh, economista di Intesa Sanpaolo nella “forex flash” di oggi, ricordando che oggi la probabilità di mercato di un primo taglio Fed a giugno è risalita a 52% da 48% di ieri, ma è piena solo su settembre mentre si colloca all’88% su luglio, a indicare che vi è effettivamente il dubbio se la Fed possa attuare solo due tagli dei tassi quest’anno invece dei tre preventivati a marzo.