Piazza Affari chiude a -1,3%, bene Wall Street dopo il job report
Europa in rosso mentre Wall Street avanza dopo i dati sul mercato del lavoro sorprendentemente solidi, con l’S&P500 a +0,9% e il Nasdaq a +1%. A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in calo dell’1,3% a 34.010 punti, con la gran parte dei titoli in ribasso. Arretrano soprattutto le utilities Snam (-3,95%), Italgas (-3,1%) e Terna (-2,6%), oltre a Mps (-3,1%). In controtendenza Eni (+1%) con l’annuncio del nuovo piano di buyback e Leonardo (+0,8%).
Negli Usa, il rapporto sull’occupazione di marzo ha evidenziato 303 mila nonfarm payrolls, ben oltre le attese, un tasso di disoccupazione ancora contenuto al 3,8% e una robusta crescita dei salari medi orari (+4,1% su base annua). Numeri che confermano la forza del mercato del lavoro a stelle e strisce, pur riducendo la probabilità di tagli dei tassi della Fed a giugno. Più probabile, secondo i mercati, che la banca centrale cominci a tagliare il costo del denaro da luglio in poi.
In Europa sono giunti anche gli ordini di fabbrica della Germania, inferiori alle attese (+0,2% m/m e -10,6% a/a), e le vendite al dettaglio dell’eurozona (-0,5% m/m e -0,7% a/a), entrambi relativi al mese di febbraio.
Ricordiamo che la prossima settimana sono in programma i dati sull’inflazione degli Stati Uniti, mentre nel Vecchio Continente si riunirà la Bce, che verosimilmente confermerà i tassi sui livelli attuali, in attesa di un probabile intervento a giugno.
Rendimenti in rialzo sull’obbligazionario, con il Treasury a 10 anni statunitense al 4,37% e il biennale al 4,71%. Lo spread Btp-Bund si amplia a 142 punti base, con il decennale italiano al 3,82% e il Bund al 2,4%.
Tra le materie prime, il petrolio Brent tiene sopra la soglia dei 91 dollari al barile, sostenuto dai rischi di un’escalation delle tensioni in Medio Oriente e dopo la decisione dell’Opec+ di confermare i tagli alla produzione fino a fine giugno. L’oro aggiorna ancora il massimo storico a 2.324 dollari l’oncia.
Sul Forex, il cambio euro/dollaro torna a 1,083 dopo un po’ di volatilità in seguito al job report Usa, mentre il dollaro/yen si attesta a 151,6. Alcune dichiarazioni rilasciate da Kazuo Ueda, governatore della BoJ, suggeriscono un possibile secondo rialzo dei tassi nella seconda metà del 2024.