Pizzoli (ING): inizio anno soft per la produzione industriale italiana
A a gennaio la produzione industriale italiana destagionalizzata ha subito una contrazione dell’1,2% sul mese (dal +1,1% di dicembre), battendo al ribasso le nostre aspettative inferiori al consenso. Il calo è stato particolarmente marcato per gli investimenti (-3,6% M/M) e i beni di consumo (-2% M/M) e solo la produzione di energia ha registrato un guadagno positivo (+2,5% M/M).
L’industria manifatturiera italiana non è uscita dalla fase di stallo, sostiene Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING.
In prospettiva, i dati dell’indagine sulla fiducia delle imprese non sembrano indicare miglioramenti imminenti sul fronte della produzione industriale. A febbraio, le imprese hanno segnalato un peggioramento del livello di produzione e la componente degli ordini si è confermata su livelli bassi, in particolare per quelli interni. Il calo dell’indicatore delle scorte di beni prodotti è stato contenuto, il che implica l’assenza di un’imminente corsa alla ricostituzione delle scorte, data la debolezza della domanda. Ciò si è riflesso nella parte prospettica dell’indagine, dove le aspettative per la produzione e per gli ordini entro un orizzonte di 3 mesi hanno raggiunto il livello più basso dall’ottobre 2020.
Nel complesso, conclude l’analista, mettendo insieme i dati di oggi e quelli qualitativi derivanti dalle indagini sulla fiducia delle imprese, sembra probabile che il primo trimestre confermerà che l’uscita dalla recessione del settore manifatturiero non sarà rapida.
Il rischio che l’industria non dia un contributo positivo alla crescita del PIL nel primo trimestre è attualmente elevato, conclude Pizzoli.