Debito pubblico Italia: 2024 inizia senza scossoni, ma nuova risalita sembrerebbe dietro l’angolo
La questione del debito pubblico italiano torna in primo piano oggi con i numeri di inizio 2024 in rallentamento. Il mese di gennaio è stato chiuso con un debito delle amministrazioni pubbliche pari a 2.848,7 miliardi di euro, in una diminuzione di 14,1 miliardi rispetto al valore di dicembre 2023. Come sempre a fotografare la situazione è la Banca d’Italia che ha presentato oggi la pubblicazione statistica mensile “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
Numeri che restano però ancora elevati se raffrontati ai 2.752 miliardi di gennaio 2023 e che potrebbero subire una nuova accelerazione già a partire dal mese di febbraio (i cui dati ufficiale usciranno a metà aprile).
I motivi del rallentamento
A gennaio il debito delle amministrazioni pubbliche è risultato pari a 2.848,7 miliardi. Bankitalia spiega che la diminuzione rispetto allo scorso dicembre “riflette il calo delle disponibilità liquide del Tesoro (15,7 miliardi, a 34,2) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio che hanno complessivamente ridotto il debito di 1,3 miliardi, parzialmente compensati dal fabbisogno (2,9 miliardi)”.
Osservando la ripartizione per sottosettori, secondo i dati diffusi da via Nazionale, il debito consolidato delle amministrazioni centrali è diminuito di 13,6 miliardi, quello delle amministrazioni locali di 0,4 miliardi e quello degli enti di previdenza di circa 0,1. La vita media residua è risultata pari a 7,9 anni.
Le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato hanno raggiunto quota 46,5 miliardi nel mese di gennaio, segnando una crescita del 5,1% (2,3 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023.
Debito pubblico, in mano a chi è? L’ultima istantanea
Stando ai dati dell’istituto guidato da Fabio Panetta, la quota del debito delle amministrazioni pubbliche detenuta dalla Banca d’Italia ha mostrato una lieve diminuzione al 24,2 per cento; a dicembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta da non residenti è stata pari al 27,6 per cento (dal 27,5 del mese precedente).
E infine la quota in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta sostanzialmente stabile, al 13,4 per cento.
Quest’ultimo dato, stabile a gennaio, ha mostrato una crescita nel corso del 2023, mostrando come il debito pubblico sia sempre più nelle mani degli italiani. Un’indicazione in tal senso, con una forte risposta da parte degli italiani, è arrivata in tutte edizioni del BTP Valore (le prime due del 2023: giugno e ottobre; e la prima del 2024). Compresa l’ultima dello scorso febbraio, quando sono stati raccolti oltre 18 miliardi ed è stata chiusa come ha precisato lo stesso Tesoro con il “risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori (retail), a cui è esclusivamente destinato il BTP Valore“.
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Accelerazione da febbraio: stime sul debito di Mazziero Research
La risalita del debito pubblico potrebbe presto avvenire con i dati di febbraio. “Dopo un periodo di relativa stabilità negli ultimi mesi del 2023, anche gennaio dovrebbemantenere un debito stabile, per poi subire una forte accelerazione da febbraio sino a giugno”, si legge nell’Osservatorio trimestrale sui dati economici italiani di Mazziero Research diffuso nelle scorse settimane.
Con un debito che potrebbe oltrepassare stabilmente i 2.900 miliardi entro giugno 2024, come emerge dalla Figura 8 che mette in evidenza l’evoluzione in base alle stime elaborate dalla Mazziero Research.
Il punto di partenza sono i 2.863 miliardi di fine 2023. Dopo il dato di gennaio, Mazziero Research vede una crescita veloce già a partire da febbraio sino a tutto giugno, che viene stimato in una forchetta tra 2.879 e 2.889 miliardi.