Bce cambia assetto operativo per la politica monetaria, la decisione sulle riserve
La Bce ha annunciato alcune modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria, concludendo così il riesame avviato a dicembre 2022. Il nuovo assetto “assicurerà che in futuro l’attuazione della politica monetaria continui a essere efficace, robusta, flessibile ed efficiente durante il processo di normalizzazione del nostro bilancio”, ha dichiarato la Presidente Christine Lagarde. Tra le decisioni odierne spicca la riduzione, a partire dal 18 settembre, dello spread fra il tasso delle aste di rifinanziamento e quello sui depositi a 15 punti base. Nessuna sorpresa, invece, sull’entità delle riserve obbligatorie e sulla remunerazione delle riserve in eccesso.
I principi guida per la politica monetaria della Bce
La Bce ha stabilito una serie di principi che in futuro guideranno l’attuazione della politica monetaria:
- Efficacia nell’ attuazione dell’orientamento di politica monetaria
- Robustezza a fronte di diverse configurazioni di politica monetaria nonché di diversi contesti finanziari e di liquidità
- Flessibilità per veicolare efficacemente la liquidità in tutto il sistema bancario dell’area dell’euro, vasto e variegato in termini di dimensioni, modelli di business e ubicazione geografica degli enti creditizi
- Efficienza per attuare l’orientamento di politica monetaria auspicato senza interferire con esso, nel rispetto del principio di proporzionalità e preservando la solidità finanziaria
- Economia di mercato aperta per favorire un’allocazione efficiente delle risorse, un efficace meccanismo di formazione dei prezzi e l’ordinata trasmissione della politica monetaria
- Obiettivo secondario per sostenere le politiche economiche generali nell’UE, in particolare la transizione verso un’economia verde, senza pregiudicare l’obiettivo primario della BCE della stabilità dei prezzi
Il tasso sui depositi resta l’elemento chiave
Alla luce dei principi sopracitati, il Consiglio direttivo ha stabilito un insieme di parametri fondamentali e caratteristiche per il proprio assetto operativo.
Il Consiglio direttivo continuerà a indirizzare l’orientamento della politica monetaria attraverso il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale.
L’Eurosistema fornirà liquidità tramite un’ampia varietà di strumenti, tra cui operazioni di rifinanziamento a breve termine (ossia le ORP) e operazioni di rifinanziamento a più lungo termine con scadenza a tre mesi (ORLT) nonché, in una fase successiva, operazioni strutturali di rifinanziamento a più lungo termine e un portafoglio strutturale di titoli.
Le ORP continueranno a essere condotte con procedure d’asta a tasso fisso e piena aggiudicazione degli importi richiesti, per soddisfare il fabbisogno di liquidità delle banche. Anche le ORLT a tre mesi continueranno a essere condotte con procedure d’asta a tasso fisso e piena aggiudicazione degli importi.
Bce riduce spread fra tassi depositi e rifinanziamento breve termine
Il tasso sulle ORP sarà adeguato in modo tale che il differenziale tra questo tasso e quello sui depositi presso la banca centrale sia ridotto a 15 punti base, rispetto agli attuali 50 punti base.
Il restringimento del differenziale incentiverà le richieste nelle ORP, rendendo probabile un’evoluzione dei tassi a breve del mercato monetario in prossimità del tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, e limiterà il potenziale margine di variabilità dei tassi a breve termine del mercato monetario. Al tempo stesso, lascerà spazio all’attività sul mercato monetario e incentiverà le banche a ricercare modalità di finanziamento sul mercato.
Sarà adeguato anche il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale di modo che il differenziale fra tale tasso e quello sulle ORP resterà invariato a 25 punti base.
Queste modifiche avranno effetto a partire dal sesto periodo di mantenimento del 2024, che avrà inizio il 18 settembre 2024.
In linea con le sue decisioni di politica monetaria, il Consiglio direttivo prevede la continuazione del processo di riduzione delle consistenze in titoli detenuti nel Programma di acquisto di attività (PAA) e nel Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP).
Sarà mantenuta un’ampia gamma di attività stanziabili in garanzia nelle operazioni di rifinanziamento.
La decisione sui requisiti la remunerazione delle riserve obbligatorie
Il coefficiente utilizzato per determinare i requisiti di riserva obbligatoria delle banche rimarrà invariato all’1%, mentre la remunerazione delle riserve obbligatorie resta immutata allo 0%.
Un’eventuale modifica di questi livelli era molto attesa, per via del suo impatto potenziale sulle banche e sulle condizioni generali del sistema creditizio. Da tempo si parla di una possibile inversione di rotta della Bce, che negli ultimi anni ha inondato di liquidità il mercato, mantenendo i tassi prossimi allo zero, acquistando titoli di Stato e fornendo prestiti a tasso agevolato per sostenere l’economia dell’eurozona e alimentare l’inflazione.
Ora che il contesto macro è cambiato, l’obiettivo è diventato quello di ridurre la liquidità in eccesso presso le banche europee. Uno dei modi per farlo sarebbe proprio alzare i requisiti di riserva obbligatoria, ovvero la quantità di riserve che gli istituti devono detenere presso la banca centrale. Tuttavia, per il momento, questo non è ancora avvenuto.
Per quanto riguarda la remunerazione delle riserve obbligatorie, da luglio 2023 la Bce l’ha portata a zero (mentre prima era pari al tasso sui depositi), dove è destinata a rimanere per ora.
Nuovo riesame nel 2026
“Mentre i mercati finanziari, gli enti creditizi e le controparti si adegueranno ai cambiamenti del contesto di liquidità nonché alla riduzione del bilancio dell’Eurosistema, il Consiglio direttivo seguirà con attenzione l’andamento e la distribuzione della liquidità in eccesso, la formazione dei tassi del mercato monetario, l’evoluzione della domanda di riserve delle banche e il funzionamento dei mercati monetari e dei mercati finanziari in generale entro i parametri annunciati oggi”, recita la nota diffusa dalla Bce.
“Sulla base dell’esperienza maturata, il Consiglio direttivo effettuerà un riesame dei parametri fondamentali dell’assetto operativo nel 2026, tenendosi comunque pronto ad adeguare anche prima l’impostazione e i parametri dell’assetto, se necessario, per assicurare che l’attuazione della politica monetaria resti in linea con i principi stabiliti. Sarà condotta anche un’analisi approfondita dell’impostazione delle nuove operazioni strutturali di rifinanziamento a più lungo termine e del nuovo portafoglio strutturale di titoli.”