Titoli del giorno a Piazza Affari: Tim sotto pressione, deboli A2a e banche
Mattinata in flessione per Piazza Affari e le altre borse europee, dopo i guadagni della scorsa settimana. A Milano, in particolare, il Ftse Mib arretra dello 0,5% in area 33.250 punti. Ancora protagonista in negativo Telecom Italia, ma le vendite investono anche A2a e non risparmiano nemmeno alcune delle principali banche, come Intesa Sanpaolo e Bca Mps.
Ben intonata, invece, Iveco Group, reduce da due settimane di rialzi, in scia al potenziale interesse di Leonardo per la sua divisione di veicoli militari, Iveco Defence Vehicles (Idv).
Tim ancora in coda al Ftse Mib
Non sono bastate le informazioni aggiuntive sul piano comunicate questa mattina per rassicurare il mercato sul futuro di Tim, in seguito alla cessione della rete per 22 miliardi. La società ha precisato che, malgrado l’aumento del debito previsto per quest’anno, sarà in grado di soddisfare gli obiettivi più a lungo termine, messi in discussione dagli analisti.
Le precisazioni di Tim sul debito
Il debito netto pro-forma al netto del deleverage stimato per l’operazione Netco, pari a circa 6,1 miliardi di euro al 31 dicembre 2023, è atteso alla fine del 2024 pari a circa 7,5 miliardi di euro.
Quanto ai flussi di cassa 2025-2026, il Net cash flow è atteso intorno allo zero nel 2025 e intorno a 0,5 miliardi di euro nel 2026, con un valore normalizzato di € 800 milioni al netto delle componenti straordinarie.
Finora, però, l’aggiornamento non è riuscito a convincere i mercati, con il titolo ancora in calo del 6%.
Il commento di Equita Sim sulla valutazione di mercato di Tim
Gli analisti spiegano che, ai prezzi dell’ultima chiusura, “il mercato valuta la sola partecipazione in TIM Brazil più dell’intera TIM, con una valutazione implicita negativa per oltre € 1 miliardo sul business domestico.”
Uno scenario che, secondo Equita, “ha poco senso vista la solida struttura finanziaria del gruppo post cessione di NetCo. La valutazione per altro non incorpora i possibili upside dagli earn-out (fino a un massimo di € 2,9 miliardi) mentre la potenziale cessione di Sparkle, su cui proseguono le interlocuzioni con il MEF, non avrebbe impatti negativi sul free cash flow del business domestico.”
In attesa di un ulteriore aggiornamento in giornata, la Sim ha confermato la valutazione di 0,35 euro per azione.
A2a cala dopo accordo con Enel e in attesa del piano
Tra le peggiori del Ftse Mib nella seduta odierna figura anche A2a, dopo l‘accordo con Enel per acquisire delle attività di distribuzione elettrica in alcuni comuni della Lombardia. In particolare, A2a rileverà il 90% del capitale sociale di un veicolo societario di nuova costituzione, a fronte di un corrispettivo di circa 1,2 miliardi di euro.
Per Equita Sim, “l’operazione ha senso industrialmente perché si tratta di una rete molto pregiata considerando il posizionamento in Lombardia, dove è atteso un significativo incremento dei consumi elettrici nei prossimi anni”. Inoltre, “la rete ha una buona performance operativa e una vita degli assets molto elevata, che quindi permette di attivare investimenti addizionali stimabili pari a oltre 2x il valore della RAB in 10 anni”. Infine, l’accordo “aumenta leggermente l’esposizione di A2a alle attività regolate beneficiarie dell’Energy Transition (EBITDA 2026 da Smart Grids + Waste pari al 60% dal precedente 57%).”
Gli analisti stimano “un incremento dell’EBITDA del 6% circa nel 2025-26 e del 1-2% sulla bottom line”, ma anche un aumento del leverage fino a 3,5x nel 2025-26.
Nel frattempo, cresce l’attesa per la presentazione del Piano Strategico di A2a, in programma domani.
Banche deboli a Piazza Affari
Giornata sottotono per il comparto bancario, in scia alla consultazione avviata da Banca d’Italia al fine di introdurre una nuova riserva di capitale per gli istituti italiani.
Bankitalia intende attivare nuova riserva di capitale
In particolare, spiega la nota di Bankitalia, si tratterebbe di una riserva a fronte del rischio sistemico (systemic risk buffer, SyRB) pari all’1,0% delle esposizioni domestiche ponderate per il rischio di credito e di controparte. Il buffer obiettivo dell’1,0% sarebbe raggiunto gradualmente: lo 0,5% andrebbe rispettato entro il 31 dicembre 2024; il restante 0,5% entro il 30 giugno 2025.
L’attivazione del SyRB è volta a rafforzare ulteriormente la resilienza del sistema bancario italiano a fronte di eventi avversi, originati anche al di fuori del sistema finanziario, e a favorire, così, la capacità degli intermediari di assorbire eventuali perdite continuando a finanziare le imprese e le famiglie italiane.
Analisi condotte dalla Banca d’Italia mostrano che i costi dell’attivazione della riserva sarebbero estremamente contenuti nell’attuale contesto macroeconomico, e sarebbero comunque ampiamente compensati dai benefici che deriverebbero dalla possibilità, per l’autorità macroprudenziale, di rilasciare la riserva in presenza di eventi avversi.
La view di Equita sulla misura per le banche
Secondo i calcoli di Equita Sim, “la richiesta di Banca d’Italia comporterebbe una riduzione del buffer di capitale rispetto al minimo regolamentare di circa 77bps in media (corrispondenti a circa €5 miliardi di riserve addizionali), portandolo a circa 540bps in media, un livello che continuiamo a ritenere particolarmente solido e che a nostro avviso non rappresenta un rischio sulle politiche di distribuzione comunicate dalle banche.”
Tra le peggiori di giornata Intesa Sanpaolo. Come spiega Equita, “rimarrebbe la banca con il minore buffer rispetto al capital requirement, atteso passare da 390bps a 313bps, un livello comunque solido considerando che è determinato già post impatto del buyback atteso partire a giugno (-55bps) e alla luce della forte generazione organica di capitale della banca”.