Bce Day: inflazione, salari e tassi. Il peso delle parole di Lagarde
Il Bce Day si avvicina e la parola pazienza sembra essere quella più gettonata in queste ore di attesa. I banchieri centrali, tra cui quellio della Bce, invitano a mantenere la calma sul tema dell’allentamento monetario dopo le scommesse sempre più insistenti di 2023 sulle aspettative di taglio dei tassi.
I fari del mercato sono puntati alla riunione di domani, giovedì 7 marzo, a Francoforte si terrà il secondo meeting del 2024 della Banca centrale europea (Bce). Con le attese del mercato orientate verso un nuovo annuncio (il terzo consecutivo) di tassi fermi. I primi tagli dovrebbero, infatti, arrivare nel mese di giugno.
Certo è che il dibattito sui tagli dei tassi potrebbe essere acceso all’interno del consiglio direttivo, con il tema dell’inflazione e quello dei salari sempre in primo piano. Insomma, nonostante il progressivo calo dell’inflazione (a febbraio la discesa è stata inferiore alle attese), la Bce vuole evitare ad ogni costo passi falsi ed è per questo che potrebbe temporeggiare. Il messaggio sembra essere ora: non è ancora il momento di tagliare.
Sul tema dell’inflazione (scesa dai picchi di oltre il 10% del 2022 a sotto 3% circa degli ultimi mesi) si attendono anche gli spunti in arrivo dalle nuove proiezioni macroeconomiche che tracciano le prospettive per l’area dell’euro. Vale la pena ricordare che e proiezioni elaborate dagli esperti dell’Eurosistema e della BCE contribuiscono, infatti, alla valutazione condotta dal consiglio direttivo di Francoforte sugli andamenti economici e sui rischi per la stabilità dei prezzi.
Ma quali sono le attese del mercato in vista del meeting? E su quali temi potrebbe focalizzarsi la conferenza stampa della presidente Bce, Christine Lagarde? Vediamo cosa ne pensano alcuni economisti e strategist.
Inflazione (servizi) ancora da monitorare
I recenti dati sull’inflazione di febbraio che finiranno domani sul tavolo del consiglio direttivo della Banca centrale europea (Bce) non sembrano suggerire un cambio di passo (almeno per il momento) a Francoforte. Nemmeno agli occhi degli esponenti più hawkish. Lo scenario o, meglio, le aspettative, sono cambiate molto nell’ultimo periodo: se fino a pochi mesi le ipotesi andavano nella direzione di un taglio dei tassi tra marzo e aprile, adesso una prima sforbiciata dovrebbe arrivare nel meeting di giugno.
Nella carrellata di commenti di questi giorni Martin Wolburg, senior economist di Generali Investments, sottolinea che “la disinflazione continua, ma non è sufficiente per cambiare rotta“. “I dati sull’inflazione di febbraio hanno confermato la disinflazione in corso e le varie misure dell’inflazione sottostante hanno continuato a diminuire. Detto questo, è emerso ancora una volta che l’inflazione dei servizi persiste in presenza di una forte crescita dei salari. Nel complesso, la Bce dovrebbe avere maggiore fiducia nel raggiungimento dell’obiettivo di inflazione rispetto all’ultima riunione”, segnala l’esperto.
“E’ improbabile che la Bce modifichi la politica monetaria nella prossima riunione del Consiglio direttivo, poiché è ancora prematuro dichiarare la vittoria sull’inflazione”. E’ di questo parere Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS IM, che si sofferma sui recenti commenti dei funzionari della Bce. “Suggeriscono che i responsabili politici non sono abbastanza sicuri che il processo disinflazionistico in corso sia abbastanza forte da giustificare un taglio imminente – aggiunge -. Accennare a qualche cambiamento durante la riunione di questa settimana sarebbe deleterio, in quanto potrebbe alimentare le aspettative di inflazione che attualmente sono ben ‘gestite'”. Insomma, secondo Piazza, “con un quadro di crescita stabile e un’inflazione che dipende ancora dall’andamento dei salari nei prossimi mesi, la Bce non sembra avere fretta di annunciare l’imminente taglio dei tassi“.
“I banchieri centrali invitano alla pazienza per quanto riguarda l’allentamento monetario, dopo che il forte rally dei mercati alla fine dello scorso anno ha anticipato le aspettative di taglio dei tassi. Un rally che è stato favorito anche dal riconoscimento da parte di Fed, BCE e BoE che il picco dei tassi fosse stato praticamente raggiunto; tuttavia, questa spinta al sollievo è andata ben oltre l’attuale zona di comfort delle banche centrali. Con un’inflazione che tende a diminuire, ma che non ha ancora raggiunto in modo sostenibile l’obiettivo del 2%, c’è il timore, per quanto fuorviante, che un allentamento prematuro delle condizioni finanziarie possa riaccendere il pricing power”. E’ di questo parere David Chappell, senior fixed income portfolio manager di Columbia Threadneedle Investments.
Al momento, secondo il più recente aggiornamento di Bloomberg, le aspettative attribuiscono circa il 20% di possibilità di un taglio nel mese di aprile e di circa il 90% nella riunione prevista il prossimo 6 giugno. I tagli cumulativi attesi sono di circa 100 pb per il 2024. Attualmente i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso Bce sono fermi rispettivamente al 4,5%, al 4,75% e al 4%.
Cosa dirà Lagarde?
Come sempre la conferenza stampa e le parole che pronuncerà di Christine Lagarde rappresenterà, molto probabilmente, il cuore della riunione di domani. Secondo gli economisti di Goldman Sachs, che si attendono ora un primo taglio dei tassi a giugno e non più ad aprile come indicato nelle scorse settimane, “Lagarde dovrebbe rimarcare nel corso della conferenza stampa che le proiezioni sembrano incoraggianti e che il Consiglio resta dipendente dai dati, ma ha bisogno di maggiore fiducia nel fatto che l’inflazione ritorni al 2% in tempi brevi e in maniera sostenibile”. Lagarde potrebbe, inoltre, aggiungere che è necessario “qualche altro” mese di dati “per acquisire una fiducia sufficiente nelle prospettive di inflazione”.
C’è chi come Carsten Brzeski, global head of macro di ING, si attende alcune “potenziali cambiamenti nella comunicazione” della Bce. L’esperto ricorda la prudenza della Bce nei cambiamenti in termini di decisioni di politica monetaria. Probabilmente, invece, nel meeting di domani “potrebbe esserci un altro cauto e graduale cambiamento nella valutazione dell’inflazione, aprendo la porta a tagli dei tassi a giugno”.
Se la Bce dovesse affermare che i membri “hanno avuto una prima discussione sulle precondizioni per i tagli dei tassi” o “abbiamo deciso di avviare questa discussione alla prossima riunione”, Questo segnerebbe, afferma Carsten Brzeski, un ulteriore passo nella direzione dell’allentamento della politica monetaria. tassi.