Capitalizzazione Ftse Mib: Stellantis vale oltre 77 miliardi e Ferrari quasi 69 mld. Ecco la classifica
Il settore dell’auto resta in vetta alla classifica delle società a maggiore capitalizzazione del Ftse Mib. Con due nomi di spicco, Stellantis e Ferrari, che registrano la maggiore capitalizzazione all’interno dell’indice principale di Piazza Affari. Sale di mese in mese capitalizzazione di mercato del big europeo dell’auto guidato da Tavares che rispetto ai 66,6 miliardi di euro dello scorso mese resta salda al primo posto con 77,3 miliardi, secondo posto per Ferrari (68,8 mld) e al terzo resta Enel (60,2 mld).
Piazza Affari è il principale mercato azionario italiano e il quinto per capitalizzazione in Europa. Le società quotate su Piazza Affari rappresentano quindi una parte importante dell’economia tricolore, ma tra tutti i titoli presenti su Borsa Italiana assumono un ruolo di primaria importanza soprattutto i 40 inseriti all’interno dell’indice Ftse Mib.
Si tratta infatti di un indice ponderato sulla base della capitalizzazione di mercato che rappresenta l’andamento di un paniere delle 40 società a maggiore capitalizzazione presenti sull’intero listino di Piazza Affari.
Quali sono i titoli che ad ora fanno parte del Ftse Mib e quanto pesano sull’indice?
Chi sono i più capitalizzati di Piazza Affari
Le società italiane più importanti e quindi maggiormente in grado di influenzare e riflettere l’andamento totale di Piazza Affari sono comunamente chiamate blue chip. Teniamo infatti presente, come detto, che la capitalizzazione totale di Piazza Affari (considerando quindi l’indice Ftse Italia All Share) è di circa 764,91 miliardi di euro, mentre quella del solo indice Ftse Mib ha superato la soglia dei 700 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la composizione dell’indice Ftse Mib, dalla tabella qui sotto possiamo vedere quali sono i titoli con la capitalizzazione più alta tra tutti quelli appartenenti al Ftse Mib.
Come emerge dalla tabella, ad oggi (5 marzo 2024) la società italiana che vanta la capitalizzazione di mercato maggiore è Stellantis con una market cap che nell’ultimo mese è salita a quota 77,3 da 66,6 miliardi di euro, il che implica un peso della società in crescita e pari a circa l’11% sull’indice complessivo. Al secondo posto Ferrari, che vanta una capitalizzazione di poco inferiore ai 69 miliardi e una ponderazione all’interno dell’indice di quasi il 10%. Resta relegata sempre in terza posizione la big dell’energia Enel, che per molto tempo è stata la regina del Ftse Mib in termini di capitalizzazione (ora pesa l’8,5% sull’indice rispetto al 9,3% della passata rilevazione), con una capitalizzazione di poco superiore ai 60 miliardi.
Appena fuori dal podio, sempre quindi nella parte alta della classica delle blue chip con la capitalizzazione di mercato più alta, spiccano due big del settore bancario: Intesa Sanpaolo (market cap di 53,3 mld e un peso del 7,9%), UniCredit ( 53,4 miliardi, in deciso rialzo dai 49,7 mld del mese passato, e un peso del 7,6%). In sesta posizione Eni che ha una market cap di 48,3 in calo da 49,2 mld del mese di febbraio, con un peso che scende di conseguenza sotto il 7%.
STMicroelectronics, unico titolo del comparto tech del Ftse Mib, ha visto aumentare la sua capitalizzazione nell’ultimo mese (38,9 miliardi da 37,2 miliardi, e conta il 5,5% circa di ponderazione all’interno dell’indice.
Nel complesso, osservando la struttura settoriale dell’indice Ftse Mib, il settore finanziario, con 13 società, è quello più presente all’interno del Ftse Mib e quindi maggiormente in grado di influenzare l’andamento generale del listino. Altri settori nel paniere principale di Piazza Affari sono le utilities con 7 società a larga capitalizzazione, seguito dal settore automotive e industriale (entrambi con 4 società).
La classifica completa dei 40 titoli
I 40 titoli del Ftse Mib nella tabella seguente sono ordinati in base alla capitalizzazione di mercato decrescente, ovvero il valore totale delle sue azioni in circolazione sul mercato (calcolata come moltiplicazione per il prezzo dell’azione per il numero delle azioni in circolazione).
Titolo | Settore | Last price | Variazione 1 anno | Market Cap (mld €) | Peso % sul Ftse Mib |
Stellantis | Automotive | 24,48 | 38,6% | 77,3 | 11,0% |
Ferrari | Automotive | 380,80 | 48,4% | 68,8 | 9,8% |
Enel | Utility | 5,92 | 11,7% | 60,2 | 8,5% |
Intesa Sanpaolo | Banche | 3,03 | 17,5% | 55,3 | 7,9% |
UniCredit | Banche | 31,09 | 64,0% | 53,4 | 7,6% |
Eni | Oil&Gas | 14,29 | 6,4% | 48,3 | 6,9% |
STMicroelectronics | Tecnologia | 42,80 | -5,6% | 38,9 | 5,5% |
Generali Assicurazioni | Assicurazioni | 22,06 | 18,7% | 34,4 | 4,9% |
Tenaris | Oil&Gas | 16,53 | 2,1% | 19,5 | 2,8% |
Moncler | Moda e Lusso | 66,20 | 8,9% | 18,2 | 2,6% |
Poste italiane | Servizi Finanziari | 11,31 | 11,6% | 14,8 | 2,1% |
Snam | Utility | 4,37 | -5,7% | 14,7 | 2,1% |
Terna | Utility | 7,27 | 2,3% | 14,6 | 2,1% |
Prysmian | Industriali | 46,03 | 21,2% | 12,7 | 1,8% |
Leonardo | Industriali | 20,55 | 90,6% | 11,9 | 1,7% |
Campari | Food&Beverage | 9,49 | -12,2% | 11,7 | 1,7% |
Mediobanca | Banche | 12,83 | 27,4% | 10,9 | 1,5% |
Recordati | Health Care | 51,60 | 30,2% | 10,8 | 1,5% |
Inwit | Tlc e Media | 10,46 | -7,1% | 10,0 | 1,4% |
Nexi | Industriali | 6,70 | -13,9% | 8,8 | 1,2% |
Banco BPM | Banche | 5,57 | 35,5% | 8,4 | 1,2% |
FinecoBank | Banche | 13,00 | -20,8% | 7,9 | 1,1% |
Brunello Cucinelli | Moda e Lusso | 112,90 | 40,5% | 7,7 | 1,1% |
Banca Mediolanum | Servizi Finanziari | 10,01 | 8,3% | 7,5 | 1,1% |
Amplifon | Health Care | 31,03 | 3,0% | 7,0 | 1,0% |
Telecom Italia | Tlc e Media | 0,28 | -8,8% | 6,1 | 0,9% |
Pirelli&C | Automotive | 5,66 | 14,4% | 5,7 | 0,8% |
Unipol Gruppo | Assicurazioni | 7,55 | 49,6% | 5,4 | 0,8% |
BPER Banca | Banche | 3,81 | 40,9% | 5,4 | 0,8% |
Diasorin | Health Care | 93,80 | -16,8% | 5,2 | 0,7% |
A2A | Utility | 1,66 | 20,8% | 5,2 | 0,7% |
Banca MPS | Banche | 4,01 | 62,8% | 5,0 | 0,7% |
Hera | Utility | 3,20 | 27,0% | 4,8 | 0,7% |
Interpump Group | Industriali | 43,83 | -16,7% | 4,8 | 0,7% |
Italgas | Utility | 5,12 | -3,7% | 4,1 | 0,6% |
Banca Generali | Banche | 34,81 | 6,6% | 4,1 | 0,6% |
Saipem | Oil&Gas | 1,97 | 31,2% | 3,9 | 0,6% |
Azimut | Servizi Finanziari | 26,96 | 19,3% | 3,9 | 0,5% |
ERG | Utility | 25,40 | -7,4% | 3,8 | 0,5% |
Iveco Group | Automotive | 11,96 | 31,2% | 3,2 | 0,5% |
Fonte: Bloomberg, elaborazione Ufficio Studi FOL, dati al 5 marzo 2024
Come funziona il Ftse Mib
Il Ftse Mib, come la maggior parte degli indici, è un price index, ovvero un indice che viene calcolato sommando le capitalizzazioni di mercato di tutte le società che ne fanno parte. Tuttavia, queste tipologie di indici hanno il difetto che distorcono in parte la realtà, in quanto nel calcolo dei price index non viene considerata per intero la remunerazione che le società danno ai propri azionisti, ma solo quella concessa come apprezzamento in conto capitale (capital gain).
I dividendi non vengono quindi tenuti in considerazione nel calcolo di un indice di tipologia price e così il giorno dello stacco, i titoli subiscono nominalmente un deprezzamento che in teoria dovrebbe essere pari al dividendo pagato. Visto che Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (mediamente del 3-4% annuo), questo effetto nel lungo periodo finisce per pesare sul Ftse Mib, ma per ovviare a ciò è altresì possibile prendere come riferimento la versione Total Return del Ftse Mib che tiene conto anche dello stacco e del reinvestimento di dividendi.