Wall Street nervosa post Pil Usa. Ansia Jackson Hole dopo parole hawkish Esther George (Fed). Si attendono chiarimenti da Powell
Nel giorno in cui inizia la riunione tanto attesa di Jackson Hole e in cui il governo americano comunica di aver rivisto al rialzo il dato sul Pil Usa relativo al secondo trimestre dell’anno, Wall Street continua a optare per l’attendismo. Lo S&P e il Nasdaq hanno riportato ieri nuovi valori record di chiusura con il primo che, durante i massimi intraday, ha superato la soglia dei 4.500 punti per la prima volta in assoluto. A pochi minuti dall’inizio della seduta, il listino benchmark di Wall Street è ingessato, viaggiando attorno alla parità e vicino ai massimi assoluti a 4.494 punti;
Il Dow Jones segna un lieve rialzo a 35.490 punti, mentre il Nasdaq è anch’esso poco mosso attorno a 15.038 punti.
Focus a tal proposito sulle stime snocciolate dai gestori, strategist e broker che sono stati interpellati da Reuters. A loro avviso, dopo aver incassato il suo 50esimo record dall’inizio dell’anno, il listino terminerà il 2021 attorno ai livelli attuali, per poi incassare un rialzo del 5% entro la fine del 2022.
Il vero market mover della borsa Usa e dell’azionario globale arriverà domani, con il discorso di Jerome Powell, numero uno della Fed. Il governatore parlerà alle 16 ora italiana: l’attesa è soprattutto per il destino che Powell riserverà al bazooka monetario QE con cui la Fed acquista ogni mese asset per un valore di $120 miliardi. Alcuni analisti, menzionando il rinnovarsi dei timori per la pandemia Covid-19, a causa della variante Delta, hanno ventilato la possibilità che il tapering, a prescindere da quando verrà annunciato, avvenga in modo lento. E che sostanzialmente la Fed rimanga in qualche modo dovish.
Tuttavia il grande annuncio sul tapering – qualunque sia – ci sarà davvero nel corso di questa nuova edizione del simposio di Jackson Hole?
Paolo Zanghieri, economista senior di Generali Investments, mette in guardia gli investitori verso il rischio di rimanere delusi:
“Riteniamo che potranno rimanere delusi coloro che si attendono una precisa comunicazione circa le modalità e le tempistiche del tapering sugli acquisti di asset”, ha detto Zanghieri, aggiungendo che sarà la prossima riunione del Fomc del 22 settembre l’occasione più appropriata per affrontare la questione tapering, visto che nel meeting saranno snocciolate le nuove stime sull’economia.
“Il nostro scenario base, partendo dal presupposto che la variante Delta resti sotto controllo, prevede un annuncio formale a novembre, seguito dall’implementazione a dicembre”, ha puntualizzato l’economista.
Nel frattempo un’indicazione sul tapering, proprio da Jackson Hole, è arrivata da Esther George, presidente della Fed di Kansas.
Le sue dichiarazioni sono state in realtà da falco: George ha affermato in una intervista rilsciata alla Cnbc che, “visti i progressi a cui abbiamo assistito”, la riduzione del programma di acquisti “è appropriata”.
Nessuna precisazione è arrivata tuttavia su quando il tapering dovrebbe iniziare.
“Guardando alla crescita dei posti di lavoro che è avvenuta lo scorso mese e ai livelli di inflazione in questo momento, credo che l’economia non abbia bisogno di un tale livello di stimoli (monetari)- ha detto George – Preferirei dunque parlare di tapering più prima che dopo”.
Tra i titoli, occhio al trend positivo di Salesforce, in rialzo dopo aver comunicato utili e una forward guidance migliori delle previsioni, e di Zoom Video, che beneficia della nota di Morgan Stanley, che prevede per le quotazioni un margine di rialzo pari a +18%.
Tornando ai dati macro, il prodotto interno lordo degli Stati Uniti è salito nel secondo trimestre dell’anno del 6,6%. Lo ha reso noto il dipartimento del Commercio Usa, rivedendo al rialzo il dato dal +6,5% inizialmente reso noto. Gli analisti avevano tuttavia previsto un upgrade più sostenuto, fino a +6,7%. Tra le componenti del Pil occhio alle spese per consumi, riviste al rialzo dal +11,8% precedentemente comunicato a +11,9%; le esportazioni sono state riviste al rialzo dal +6% al +6,6%, le importazioni dal +6,7% al +7,8%, gli investimenti aziendali dal +8% al +9,3%, la spesa dei consumatori sui beni durevoli al +11,3% dal +9,9% del dato preliminare.Male invece gli investimenti nel mercato immobiliare, scesi dell’11,5%, più della flessione del 9,8% inizialmente comunicata.
Novità anche dal mercato del lavoro, con il dipartimento americano che ha reso noto che, nella settimana terminata il 21 agosto scorso, il numero dei lavoratori Usa che hanno fatto domanda per ricevere i sussidi di disoccupazione per la prima volta, è salito di 4.000 unità, a quota 353.000, peggio del calo a 345.000 stimato dal consensus.
La media mobile delle ultime quattro settimane si è attestata a 366.500 unità, rallentando rispetto ai 378.000 della settimana precedente.
Gli americani che continuano a percepire i sussidi di disoccupazione sono 2.862.000, rispetto ai 2.865.000 della settimana precedente.