Bce: calano salari eurozona, un (lieve) sollievo per Lagarde & Co
Arrivano indicazioni positive dalla voce salari della zona euro che rappresenta un test chiave per la zona euro. Insieme all’inflazione rappresenta, infatti, uno dei dati monitorati da vicino dalla Banca centrale europea (Bce). I numeri del quarto trimestre 2023 sui salari negoziati hanno evidenziato una crescita del 4,5% su base annua rispetto al 4,7% registrato nel terzo trimestre, confermando le aspettative secondo cui la crescita dei salari non sta più accelerando.
Una boccata d’ossigeno per Lagarde & CO. Il tema dei salari, insieme all’inflazione, è uno dei capitoli su cui si è soffermata anche la presidente Bce, Christine Lagarde, nel corso dell’ultimo intervento davanti al Parlamento Ue. Il miglioramento dei salari, secondo alcuni economisti, è “ancora troppo piccolo per aprire la porta a un taglio dei tassi a marzo”.
I salari, la preoccupazione numero uno (del momento) per Lagarde
La crescita dei salari sembra, al momento, una delle preoccupazioni principali della Bce, come ha più volte sottolineato la presidente Christine Lagarde in alcuni interventi. “In una situazione in cui noi avevamo già anticipato una moderazione significativa della crescita dei salari, sulla scia dello smorzarsi delle pressioni inflazionistiche e del rallentamento delle condizioni economiche, il dato dovrebbe a questo punto far titare un sospiro di sollievo a Francoforte”, segnala Bert Colijn, senior economist della zona euro di ING.
Certo, rimarca l’economista, si tratta solo di un lieve calo, sostanzialmente in linea con le aspettative secondo cui la crescita salariale negoziata inizierà a diminuire nel corso del 2024. “Ci aspettiamo di vedere un calo più significativo nella crescita dei salari nominali prima dell’estate”, segnala Bert Colijn.
Il calo registrato nel quarto trimestre è di piccola entità e secondo esperti di ING la Bce non sarà particolarmente frettolosa nel decidere i primi tagli dei tassi. “La riunione di giugno, dopo la pubblicazione di un dato trimestrale di dati salariali, ci sembra un buon momento per un primo taglio dei tassi dello 0,25%”, segnala ING. Il prossimo dato sui salari del primo trimestre 2024 verrà annunciato il prossimo 23 maggio (ecco il calendario completo delle pubblicazioni 2024).
Tomasz Wieladek, chief european economist di T. Rowe Price, guarda alla questione Germania. “Il dato sarebbe stato più alto se nel calcolo fossero stati inclusi tutti gli aumenti una tantum in Germania. Ieri, l’indice della Bundesbank è aumentato del 3,3% a dicembre e del 3,6% nel quarto trimestre 2023, su base annua. Ma la Bundesbank ha dichiarato che il pagamento una tantum di 1.800 euro in alcune parti del settore pubblico sarà conteggiato solo nel primo trimestre 2024, mentre l’accordo salariale prevedeva che sarebbe stato pagato a dicembre – segnala Tomasz Wieladek -. Poiché l’accordo salariale è stato stipulato a metà dicembre, i tempi per il pagamento nel corso del mese erano stretti, soprattutto a causa del blocco delle spese d’emergenza del governo tedesco. Questo ha ridotto in modo significativo i salari negoziati nell’area euro nel quarto trimestre 2023 e li farà aumentare nuovamente nel primo trimestre 2024. È, quindi, plausibile che i salari negoziati aumentino nuovamente su base annua nel primo trimestre 2024″.
Lagarde e i nodi salari
Proprio di recente, intervenendo davanti al Parlamento europeo in occasione dell’audizione per i 25 anni dell’euro, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha ribadito la necessità di mantenere un approccio cauto in tema di all’allentamento monetario. E ha posto ancora una volta l’accento sulle pressioni salariali.
“La crescita dei salari continua a essere forte e si prevede che diventerà un fattore sempre più importante delle dinamiche dell’inflazione nel corso dei prossimi trimestri, riflettendo la rigidità del mercato del lavoro e le richieste dei lavoratori, che chiedono di essere risarciti dall’inflazione”, ha dichiarato l’ex numero uno dell’FMI. “Le pressioni salariali del 2024 dipendono in particolare dall’esito dei negoziati in corso o in arrivo, che interessano un’importante fetta di lavoratori dell’area euro”, ha sottolineato la presidente della Bce.