Borse Europa aprono sottotono, pesa la debolezza di Wall Street
Le principali borse europee avviano sottotono la seduta odierna, in scia alle perdite di ieri. Il sentiment resta debole, dopo i dati peggiori delle attese sull’inflazione statunitense che hanno rafforzato l’aspettativa di una Fed restia a tagliare i tassi in primavera. I principali indici di Wall Street hanno così chiuso ieri sera con la flessione più forte dal 21 febbraio del 2023.
Per quanto riguarda l’Asia, i mercati cinesi resteranno chiusi tutta la settimana per la celebrazione del capodanno lunare.
Panoramica sull’apertura delle Borse del 14 febbraio 2024
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 si trova dopo pochi minuti di scambi in calo dello 0,1%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib mostra al momento un ribasso dello 0,1% in area 31.100 punti.
Poco mossi anche il Dax tedesco (-0,1%), il Cac40 francese (-0,1%) e l’Ibex35 spagnolo (+0,1%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolare su Leonardo, Nexi e A2A.
Al contrario, le vendite colpiscono soprattutto Campari, Bper Banca e Banca Monte Paschi Siena.
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Andamento Spread Btp / Bund
Sul fronte obbligazionario, lo Spread Btp/Bund con il rendimento del decennale italiano al 3,9% e quello del Bund al 2,36%, mentre i Treasury decennali Usa sono saliti al 4,29%.
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Forex e Commodity
Sul Forex, l’euro/dollaro scende a 1,07, mentre il dollaro/yen a quota 150,4 suscitando le preoccupazioni delle autorità giapponesi per la debolezza della valuta locale.
Tra le materie prime, ancora occhi puntati sul petrolio Brent che sale a ridosso degli 83 dollari al barile, in attesa dei dati settimanali Eia sulle scorte statunitensi, ma anche sull’oro.
I dati sull’inflazione Usa e Uk
Il sentiment resta debole, dopo i dati peggiori delle attese sull’inflazione statunitense. Il report sui prezzi al consumo ha segnalato un incremento mensile dello 0,3%, contro lo 0,2% previsto, e una crescita su base annua del 3,1%, in rallentamento dal 3,4% di dicembre ma ancora sopra il 3%, rispetto al 2,9% del consensus.
I dati hanno rafforzato l’aspettativa di una Fed restia a tagliare i tassi in primavera, provocando un aumento dei rendimenti e un rafforzamento del dollaro.
In mattinata, l’inflazione del Regno Unito ha evidenziato una crescita annua stabile al 4% e un calo dello 0,6% tra dicembre e gennaio, meglio del consensus. In programma oggi la seconda lettura del Pil dell’eurozona relativo al quarto trimestre e un discorso del vicepresidente della Bce De Guindos.
I prossimi appuntamenti
Per quanto riguarda gli Usa la giornata di domani sarà importante, con i dati sulle vendite al dettaglio, la produzione industriale e la fiducia dei costruttori statunitensi. Venerdì in calendario l’indice dei prezzi alla produzione di gennaio e arriveranno anche i dati sulle aspettative sull’inflazione al consumo di febbraio, dall’Università del Michigan.
Dall’altra parte del mondo, ad attirare l’attenzione sarà il contesto della crescita europea. Per il Regno Unito, la pubblicazione dei dati preliminari del Pil del quarto trimestre del 2023 è prevista per domani. Altri importanti aggiornamenti saranno i dati sulla sulla bilancia commerciale (domani) dell’Eurozona.
Durante la settimana parleranno anche diversi banchieri centrali, sia Bce (domani la presidente Christine Lagarde) che Fed. Infine, ormai agli sgoccioli la stagione delle trimestrali negli Usa (almeno per ciò che riguarda le big cap, aspettando i conti di Nvidia il 21 febbraio) prosegue invece in Europa con diverse società italiane, tra cui Telecom Italia, Stellantis, Unipol ed Eni.