I titoli del giorno a Piazza Affari: Saipem in testa con Tim, debole Mediobanca
La settimana prende il via con il segno positivo sulle Piazze finanziarie del Vecchio continente, Piazza Affari compresa. Mentre la stagione delle trimestrali prosegue senza sosta in Europa, a livello macro sarà una settimana densa di appuntamenti con gli investitori attendono il dato sull’inflazione americana in uscita domani.
A Piazza Affari sotto i fari anche due storie: quella di Saras e Tod’s . La prima sotto i fari dopo l’annuncio ufficiale da parte della famiglia Moratti dell’intesa per la vendita del 35% della società al gruppo olandese Vitol, la seconda invece è sotto i fari dopo il lancio dell’Opa da parte della famiglia Della Valle e del fondo L.Catterton finalizzato al delisting del gruppo marchigiano del lusso.
Sul Ftse Mib che avanza di circa il lo 0,7% circa a quota 31.371,85 punti: tra i titoli in evidenza Saipem e Telecom Italia, sul fronte delle vendite (seppur moderate) c’è Mediobanca.
Saipem conquista la vetta del Ftse Mib
La settimana si apre con Saipem in vetta al Ftse Mib, con il titolo che sale di quasi il 5%. Saipem prova così a recuperare terreno rispetto alle deboli performance viste in qusto avvio di 2024, con le performance a 1 mese che segnano un -6,43% e quelle YTD che mostrano una flessione di oltre il 10%.
Nelle passate settimane il titolo è stato penalizzato dalla notizia di un incidente che si è verificato in Australia, dove la nave posatubi Castorone di Saipem avrebbe perso il controllo provocando un buco in un gasdotto offshore. In riferimento all’incidente, Saipem ha precisato che “la nave posatubi Castorone operante al largo delle acque del Western Australia non ha subito alcun danno. Una lesione localizzata della condotta durante la posa è un evento che può accadere e come tale Saipem ha in atto procedure approvate e risorse a disposizione per interventi e riparazioni”.
Intanto tra le recenti notizie, c’è la mossa di Norges Bank che ha ridotto la sua quota in Saipem, passando dal 3,236% al 2,454% come rivelato dalle ultime comunicazioni di Consob riguardo le partecipazioni rilevanti.
Preview Saipem, le attese per il quarto trimestre 2023
Per Saipem si avvicina l’appuntamento con i conti del 2023 e dell’ultimo scorcio dell’anno passato. In merito ai numeri del quarto trimestre del 2023, il consensus medio degli analisti raccolto da Bloomberg si attende per Saipem ricavi superiori a 3 miliardi di euro in aumento rispetto i 2,93 miliardi del medesimo periodo del 2022.
L’utile per azione (Eps) dovrebbe tornare in positivo a 0,016 euro, dopo aver chiuso il quarto trimestre del 2022 con un Eps di -0,019 euro. Nel periodo in esame il margine operativo lordo (Ebitda) dovrebbe attestarsi a 236 milioni contro i 150 milioni dell’analogo periodo nel 2022 e l’Ebit è atteso a quota 111 milioni dai 36 milioni di un anno fa.
Tim guadagna terreno in Borsa, in settimana i conti
Tra i titoli che si stanno mettendo in evidenza stamattina c’è Tim che sale dell’1,46% in vista della presentazione dei risultati preliminari del 2023 il prossimo 14 febbraio (conference call prevista il giorno successivo, il 15 febbraio).
Un mese che si preannuncia denso di appuntamenti in calendario per il gruppo di telecomunicazioni italiano che si prepara al Capital Market Day del prossimo 7 marzo (il giorno prima verrà presentato il nuovo piano industriale).
Conti IV trimestre e 2023: ecco cosa dice il consensus su Tim
Nei giorni scorsi sono arrivate le stime del consensus in vista dei risultati finanziari al 31 dicembre 2023. Nel dettaglio, stando alle previsioni pubblicate sul sito di Tim (formulate dal consenso di 11 broker), l’ex monopolista dovrebbe archiviare l’ultimo trimestre 2023 con ricavi in crescita dell’1,3% a 4,319 miliardi di euro. A livello domestico, il gruppo dovrebbe mostrare un calo dello 0,5% a quota 3,166 miliardi, con uno spaccato che prevede 2,392 miliardi per il fisso e 905 milioni per i servizi mobile (rispettivamente +0,3% del fisso e del -3,1% del mobile). Dalle stime del consenso emerge che i ricavi da servizi sono visti in aumento del 2,2% a 3,940 miliardi. Scorrendo i numeri pubblicati da Tim, si arriva all’Ebitda organico per il quale la stima prevede una crescita del 5,4% a 1,575 miliardi, mentre l’Ebitda organico after lease è atteso aumentare dell’8,1% a 1,311 miliardi. A livello di indebitamento netto adjusted a fine anno le indicazioni del consensus degli 11 broker sono di 25,746 miliardi.
La nota di Asati
Nell’attesa finiscono sotto la lente d’ingrandimento le indicazioni arrivate dalla nota di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Tim, con le richieste arrivate nei giorni scorsi in vista dell’assemblea di aprile (in cui verrà nominato anche il nuovo board).
“L’assemblea ordinaria Tim, convocata per il 23 aprile 2024, eleggerà il nuovo consiglio di amministrazione, che gestirà il completamento del processo di vendita di NetCo a Optics BidCo – si legge in una nota di Asati -. Tim conferirà la rete d’accesso primaria in FiberCop (proprietaria della rete secondaria in fibra e rame) e acquisirà le quote minoritarie di FiberCop detenute da KKR (37,5%) e Fastweb (5%). Questo spin-off è stato proposto a maggio 2022 da alcuni azionisti nell’incontro con il top management Tim, al quale ha partecipato anche Asati”. L’associazione guidata da Franco Lombardi “ritiene che la vendita della rete sia fondamentale per il futuro di Tim: l’operazione valuta infatti NetCo ad un Enterprise Value fino a 22 miliardi di euro (compresi alcuni earnout) e consente a Tim di ridurre il debito di circa 14 miliardi, portando l’indebitamento post-transazione a meno di 2.0 volte l’Ebitda”.
Mediobanca sul fondo del listino
Seduta a velocità differenti per il comparto bancario. In una seduta in cui l’indice Ftse Italia Banche viaggia in rialzo di quasi un punto percentuale, Mediobanca viaggia controcorrente. Il titolo del gruppo di Piazzetta Cuccia è il peggiore del Ftse Mib, con una flessione di circa il un punto percentuale.
Venerdì scorso la banca guidata da Nagel aveva alzato il velo sui risultati del semestre chiuso a fine dicembre, registrando un utile netto in rialzo del 10% a 611 milioni e ricavi per 1,731 miliardi di euro (+4% a/a), con un Rote 13,3% (+60bps da giugno). Il gruppo, si legge in una nota, prosegue così il suo percorso di crescita chiudendo il semestre con risultati ai livelli massimi storici.
Commentando i risultati, gli analisti di Equita avevano scritto: “Mediobanca resta ben posizionata in un contesto di tassi d’interesse in diminuzione, poiché le attività di Wealth management, Cib e Consumer hanno tutte un impatto positivo da questo contesto. Per il 2024, il Cet1 è confermato solidamente intorno al 15,5%”. Confermata la valutazione buy, con target price di 14,7 euro.