Fed: fari puntati su Powell e tagli tassi nella prima riunione del 2024
Tra gli appuntamenti chiave di questa settimana per i mercati finanziari c’è senz’altro la prima riunione del 2024 della Federal Reserve. La banca centrale statunitense annuncerà le proprie decisioni mercoledì sera – 1° febbraio – alle ore 20:00 italiane: non sono previste modifiche ai tassi di interesse, ma i mercati sperano che Jerome Powell e colleghi forniscano qualche indizio sulle tempistiche dei primi tagli al costo del denaro. Ecco le aspettative degli analisti su questo meeting e sulle possibili prossime mosse della Fed.
Cosa farà la Fed nella prima riunione dell’anno
Nella prima riunione dell’anno, la Fed manterrà i tassi invariati nel range 5,25-5,50%, sui massimi da 22 anni, come avvenuto negli ultimi tre meeting del 2023.
Nell’incontro di dicembre la banca centrale ha anche diffuso i dot plot, una sintesi delle aspettative dei funzionari del Fomc sui livelli dei tassi di interesse, da cui è emerso che i responsabili di politica monetaria statunitensi si attendono perlopiù tre tagli nel corso del 2024, la metà di quelli che il mercato prezzava fino a qualche settimana fa.
Le aspettative dei mercati su tassi di interesse
A inizio anno, le scommesse dei trader convergevano su sei tagli di interesse, con un’elevata probabilità di una mossa già a marzo, ossia nella seconda riunione dell’anno. Ad alimentare le aspettative in tal senso avevano contribuito le parole di Powell, secondo il quale il dibattito su quando allentare le condizioni di finanziamento è stato “argomento di discussione” nel corso dell’ultimo meeting.
In seguito, i toni prudenti utilizzati da diversi funzionari hanno parzialmente frenato l’entusiasmo degli operatori, che ora prevedono cinque tagli, mentre la probabilità di un abbassamento dei costi di finanziamento già a marzo è scesa intorno al 50%, rispetto al 70% di fine 2023.
Rallenta la misura di inflazione preferita dalla Fed
Le scommesse dei mercati su un numero elevato di tagli riflettono l’ottimismo per una discesa dell’inflazione, supportata in parte dagli ultimi dati pubblicati. In particolare, l’indice core Pce, una metrica monitorata con particolare attenzione dalla Fed per le sue decisioni di politica monetaria, ha rallentato al 2,9% nel mese di dicembre, scendendo sotto il 3% per la prima volta da marzo 2021.
Non solo, su base trimestrale annualizzata il Pce core è sceso all’1,5%, minimo da fine 2020, mentre su base semestrale è risultato pari all’1,9% per il secondo mese consecutivo, al di sotto del target del 2% fissato dalla banca centrale americana.
Secondo gli analisti di Mps, “il dato offrirebbe in teoria lo spazio alla Fed per iniziare ad allentare la politica monetaria, ma la crescita economica ancora forte potrebbe essere al momento un fattore deterrente”.
Le attese sul comunicato della Fed e le parole di Powell
Per quanto non siano previste modifiche ai tassi, i mercati si aspettano che Jerome Powell e gli altri funzionari comincino a preparare il terreno per un futuro allentamento, pur senza sbilanciarsi o entrare nel dettaglio delle tempistiche.
In particolare, gli analisti di Goldman Sachs e Deutsche Bank prevedono che il Fomc possa modificare il seguente passaggio del comunicato stampa, che fa ancora riferimento ad una politica monetaria restrittiva:
“Nel determinare l’entità di qualsiasi ulteriore rafforzamento della politica monetaria che potrebbe essere appropriato per riportare l’inflazione al 2% nel tempo, il Comitato prenderà in considerazione l’inasprimento cumulativo della politica monetaria, il ritardo con cui la politica monetaria influenza l’attività economica e l’inflazione, oltre agli sviluppi economici e finanziari.”
Questo potrebbe essere sostituito con una dichiarazione più neutrale, che lasci aperta la strada ad un eventuale taglio dei tassi nel breve termine. Con ogni probabilità, il presidente non si sbottonerà in merito alle tempistiche, limitandosi a ribadire l’approccio legato ai dati.
Per Goldman Sachs, inoltre, la Fed taglierà i tassi a marzo e procederà ad altre quattro riduzioni nel 2024 (in linea con quanto atteso dai mercati), poiché i progressi sul fronte dell’inflazione hanno già superato la soglia indicata dal Fomc.