I titoli del giorno a Piazza Affari: comparto oil sale con Saipem ed Eni, giù FinecoBank
Prevale la cautela nella prima seduta della settimana a Piazza Affari, con l’indice Ftse Mib che si muove sotto la parità (30.206,17 punti, -0,6%). Dopo le indicazioni della passata ottava arrivate dalla Banca centrale europea (Bce), sui mercati si attende ora la narrazione della Federal Reserve (Fed) e anche quella della Bank of England (BoE).
La Fed non dovrebbe toccare i tassi d’interesse, ma gli investitori saranno a caccia di spunti sulle tempistiche sul primo taglio dei tassi. Secondo la view di Paolo Zanghieri, senior economist di Generali Investments, “è improbabile che la Fed inizi a tagliare i tassi prima di maggio: la gradualità della flessione le consente di attendere dati certi sulla disinflazione. Prevediamo che il tasso sui Fed funds scenderà cumulativamente di 100 punti base quest’anno e raggiungerà la nostra stima dell’intervallo neutrale (2,75-3,0%) entro la fine del 2025”. La settimana sarà anche ricca di spunti macro, tra tutti i dati sul lavoro americano il Pil e l’inflazione della zona euro.
Sul Ftse Mib oggi si mettono in luce i titoli del comparto oil, e in particolare Saipem. Nelle retrovie FinecoBank.
Saipem e il comparto oil in luce sul Ftse Mib
Comparto oil in luce oggi a Piazza Affari. La migliore del listino è Saipem che avanza di oltre l’1,5%, positiva anche Eni. La settimana prende il via con il petrolio sotto osservazione in scia all’intensificarsi delle tensioni in Medio Oriente dopo i nuovi attacchi contro le truppe statunitensi in Giordania e una cisterna di carburante nel Mar Rosso (si tratta di una regione che produce circa un terzo del greggio a livello mondiale). La Casa Bianca ha affermato che i militanti sostenuti dall’Iran hanno ucciso tre soldati e ne hanno feriti altri in un attacco con droni, che Teheran ha negato di aver effettuato. Lato greggio, in settimana è in calendario anche il comitato di monitoraggio dell’OPEC+ che non dovrebbe, tuttavia, suggerire modifiche all’attuale politica produttiva.
“Il rialzo del petrolio per il momento resta comunque contenuto (Brent poco sotto 84$/b), dato che l’offerta ex OPEC+ sta crescendo e finora le tensioni non hanno portato a tagli alla produzione nell’Area”, segnalano gli strategist di Mps Capital Services.
Per quanto riguarda Saipem, in attesa della pubblicazione dei risultati finanziari 2023, gli analisti di JPMorgan e quelli di Jefferies hanno confermato la raccomandazione rispettivamente a overweight (Tp a 3 euro) e a buy (tp a 2,2 euro) su Saipem. In media il consensus raccolto da Bloomberg indica per Saipem un prezzo obiettivo a 2,16 euro con potenziale upside di oltre il 41%. Sempre il consensus degli analisti su Bloomberg è posizionato su una view vdecisamenbte positiva: giudizi Buy (circa 81%), il 19% dice Hold, mentre nessun analista dice Sell.
Titoli del risparmio gestito deboli, la peggiore è FinecoBank
Se il comparto petrolifero è il migliore, sul fondo del Ftse Mib stazionano oggi i titoli del comparto del risparmio gestito. La peggiore del listino è FinecoBank che indietreggia di quasi il 5% e si avvicina ai minimi registrati a inizio anno. Il titolo del gruppo guidato da Foti, che alzerà il velo il 6 febbraio sui conti per il 2023, cede il 4,6% a quota 13,32 euro.
La settimana scorsa sono stati pubbliocati i dati provvisori della mappa mensile di Assogestioni relativa al mese di dicembre. Stando ai numeri diffusi dall’associazione il risparmio gestito italiano ha registrato una raccolta netta complessiva pari a 1,79 miliardi di euro. Sul fronte della raccolta netta, il sostegno è arrivato dalle gestioni di portafoglio, in positivo per +2,27 mld euro a fine dicembre. Per quanto riguarda le gestioni collettive, il mese di dicembre ha visto il rallentamento dei deflussi dei fondi aperti rispetto al mese precedente (-1,19 mld euro da -2,26 mld euro di novembre).
“I flussi dei fondi comuni di dicembre sono stati ancora una volta negativi, portando il totale dei deflussi dei fondi aperti a -20,5 miliardi di euro nel 2023, in positivo i soli obbligazionari (+23,7 miliardi ), che hanno mostrato un andamento in linea con le nostre aspettative per la seconda parte del 2023, dato lo scenario dei tassi di interesse”, segnalano gli esperti di Intesa Sanpaolo.