Hera scatta sul Ftse Mib: cedola e nuovo piano convincono il mercato. Cosa dice l’analisi tecnica
Brusca accelerazione rialzista per Hera a Piazza Affari, con il titolo che sale di oltre il 3% e si avvicina alla soglia dei 3 euro per azione. A far scattare gli acquisti la presentazione nel pomeriggio del nuovo piano industriale al 2027. Un nuovo piano che stanzia 4,4 miliardi di euro di investimenti “per accelerare il raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica ed aumentare ulteriormente la resilienza di reti e impianti. Ecco i numeri principali del nuovo business plan e i dettagli sulla cedola.
I numeri del nuovo piano
4,4 miliardi di euro, di cui il 48% riservati a iniziative di sviluppo e M&A. A tanto ammonta il piano degli investimenti presentato oggi da Hera. “Il 55% degli investimenti sarà destinato ai business regolati mentre il restante 45% sarà riservato ad alimentare la crescita dei business a mercato – precisa la società bolognese in una nota -. Gli oltre 870 milioni di euro investiti in media ogni anno accelereranno l’impegno nella transizione ecologica e genereranno sviluppo sostenibile sui territori presidiati: in tal senso oltre il 70% del piano investimenti sarà destinato ad iniziative in grado di creare MOL a valore condiviso”.
Tra i principali “highlight economico-finanziari del piano industriale al 2027“, è previsto un margine operativo lordo di 1,650 miliardi (+27% rispetto al 2022) e un incremento del ritorno sul capitale investito netto dal 7,9% al 9,5% al 2027. Inoltre il rapporto debito netto/mol è previsto stabilmente al di sotto delle tre volte nell’arco del nuovo piano (2,7 volte nel 2027). Hera si attende inoltre una crescita media annua dell’utile per azione al 7% e un ritorno totale medio annuo per gli azionisti (TSR) del 12%.
Come sottolinea Cristian Fabbri, presidente esecutivo del Gruppo Hera, si tratta di “un piano che soddisfa pienamente il purpose del gruppo: generare valore sostenibile, favorendo una transizione ‘giusta’”. Per Fabbri “la crescita record del Mol nel 2023, che prevediamo possa superare 1,48 miliardi di euro, e la consistente diminuzione dell’indebitamento, con il rapporto debito netto/mol atteso al di sotto di 2,6 volte, sono il promettente primo tassello di questo piano industriale, al quale si aggiunge l’aggiudicazione provvisoria di oltre un milione di clienti provenienti dalla tutela elettrica, che accelera il raggiungimento dei 4,3 milioni di clienti energy consolidando ulteriormente la nostra posizione di terzo operatore italiano nel settore”.
Capitolo cedola
Sul fronte del capitolo cedola, Hera si attende una crescita del dividendo del 28% (fino a 16 centesimi per azione nel 2027). “In particolare, si prevede un costante incremento annuale dei dividendi fino a raggiungere una cedola di 16 centesimi di euro al 2027 (+28% rispetto all’ultimo dividendo pagato), con un utile netto per azione altresì atteso in crescita del 7% medio annuo”, segnala la società bolognese spiegando che “ai prezzi correnti del titolo Hera, la nuova politica garantisce un rendimento medio del 5% e offre una piena visibilità sui dividendi prospettici in ciascun anno di piano”.
Per quanto riguarda il dividendo 2023 è previsto a 14 centesimi di euro (+12% rispetto al 2022), un dato superiore alle attese di piano.
Il punto tecnico su Hera
(analisi a cura di Giulio Visigalli)
A Piazza Affari, seduta positiva per Hera che, a poco più di un’ora dalla chiusura degli scambi, si trova tra i best performer del listino principale. In particolare, l’utility mostra al momento un progresso di circa il 3% a quota 2,9 euro ad azione, con il titolo che ha così recuperato il rosso della seduta della vigilia (-2,9%).
Dal punto di vista tecnico, questa mattina Hera ha avviato le contrattazioni in gap up (un segnale di forza), con i prezzi che hanno rimbalzato dal supporto statico di breve periodo a 2,87 euro e trovando poi ulteriore sostegno dalla media mobile a 50 giorni (linea blu sul grafico) una volta tornato al di sopra di essa.
La recente fase di debolezza di Hera è stata alimentata anche dalla realizzazione di un doppio test dell’area di resistenza in area psicologica dei 3 euro. A inizio anno, infatti, Hera una volta raggiunta l’area dei 3 euro ha invertito la direzione, arrivando a perdere da lì anche oltre il 6%.
In caso di prosecuzione delle vendite sarà da monitorare la tenuta dell’area supportiva tra 2,8 e 2,9 euro, in quanto un breakout deciso favorirebbe un ritorno dei prezzi verso il supporto dato dalla media mobile a 200 giorni (linea arancione sul grafico). Al rialzo, solo una rottura con volumi in aumento dell’area dei 3 euro potrebbe riportare i prezzi sui livelli del 2022.