I titoli del giorno a Piazza Affari: focus su Mps, Tim e STM
Gli acquisti, seppur modesti, tornano a fare capolino in Europa. Dopo le vendite di ieri, i principali listini del Vecchio Continente hanno iniziato la seduta in territorio positivo alla vigilia della prima riunione del 2024 della Banca centrale europea (Bce). Un meeting in cui la Bce dovrebbe lasciare i tassi fermi al livello attuale e la presidente Christine Lagarde che si prepara a contrastare chi scommette su tagli anticipati.
“In Europa, l’inflazione dei prezzi è calata in maniera consistente verso la fine del 2023, ben al di sotto delle previsioni della Bce. Mentre per quanto riguarda l’inflazione salariale, le prospettive restano maggiormente incerte – sostiene Steven Bell, chief economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments -. La tornata salariale è appena iniziata e, sebbene ci siano buone ragioni per aspettarsi un forte rallentamento della crescita dei salari, la Bce vorrà aspettare di vedere i risultati”. E aggiunge: “per quanto la possibilità di una riduzione dei tassi ad aprile rimanga un’ipotesi valida, non è da escludersi che si debba aspettare la riunione di giugno per vedere un primo taglio effettivo”.
Dopo tre sedute consecutive di contrazione, Piazza Affari ha cominciato la giornata con il segno positivo, con il Ftse Mib che ora sale di quasi lo 0,4% a quota 30.190,41 punti. Tra i titoli migliori del listino milanese in evidenza anche oggi Banca Monte Paschi di Siena ancora in vetta al Ftse Mib. Sul fonte delle vendite STMicroelectronics e Telecom Italia.
Mps non molla la vetta del Ftse Mib, mercato crede nel ritorno del dividendo
Dopo avere chiuso la seduta di ieri in rialzo di quasi il 3%, anche oggi Mps si ritaglia un ruolo da protagonista sul Ftse Mib. Il titolo del gruppo bancario senese stamattina viaggia in rialzo di oltre il 3%, avvicinandosi ai massimi di inizio anno a quota 3,398 euro. A far scattare gli acquisti sin da ieri le attese dei mercati sul ritorno di un dividendo per Rocca Salimbeni dopo 13 anni di ‘magra’. L’ultima volta che sono stati, infatti, distribuiti dei dividendi era il 2011. Al momento non c’è stata nessuna conferma da parte del gruppo guidato da Luigi Lovaglio, si attende il consiglio di amministrazione del 6 febbraio che si riunirà per l’approvazione dei conti 2023 e dell’ultimo trimestre dell’anno per avere maggiori informazioni sul fronte cedola. I risultati finanziari verranno comunicati al mercato il giorno successivo all’approvazione, il 7 febbraio.
Tra gli analisti che si sono soffermati sulla questione dividendo Mps c’è in prima fila Equita che, presentando la preview sulla trimestrale, ha scritto:
“Come comunicato nella call dei risultati del terzo trimestre 2023, in occasione dei risultati del quarto trimestre, Mps definirà la nuova politica di remunerazione degli azionisti per il 2024, alla luce della significativa generazione di capitale della banca – segnalano gli esperti della sim milanese -. Tuttavia, sebbene non sia lo scenario comunicato, non escludiamo che Mps possa già annunciare la distribuzione di un dividendo sul 2023, specialmente in caso di significativi rilasci di riserve”.
In particolare, gli analisti della sim indicano un dividendo di 0,11 euro per azione (rendimento del 3%).
STM, giù alla vigilia dei conti: pesa effetto Texas
Per STM si avvicina l’appuntamento con i conti degli ultimi tre mesi del 2023 e dell’intero esercizio. Domani il big italo-francese dei chip annuncerà al mercato anche le prospettive per il primo trimestre del 2024. Sotto la lente anche le indicazioni sulla domanda di chip nei vari settori di attività, dopo i deboli outlook diffusi nell’ultimo periodo dalle big mondiali del settore dei semiconduttori. E anche oggi sul titolo STM che indietreggia di oltre l’1% pesa proprio la debole guidance arrivata da Texas Instruments.
A mercati Usa chiusi, il big tech a stelle e strisce ha annunciato di attendersi per il primo trimestre 2024 vendite comprese fra 3,45-3,75 miliardi di dollari (con il mid-point a 3,6 miliardi), -12% su base trimestrale e -18% su base annua (il consensus Bloomberg indica ricavi a quota 4,09 miliardi). A Wall Street, nel pre-market, il titolo Texas indietreggia di oltre il 3%. In particolare, l’outlook segnala che la ripresa degli ordini da alcuni settori chiave sta richiedendo più tempo del previsto. E questa non è una buona notizia visto che Texas Instruments, come si legge in un articolo su Bloomberg, vanta l’elenco di clienti più ampio del settore dei chip e la gamma di prodotti più varia, rendendo le sue previsioni un importante indicatore della domanda in tutta l’economia.
“Durante il trimestre abbiamo riscontrato una crescente debolezza nel settore industriale e un conseguente declino in quello automobilistico”, ha affermato l’amministratore delegato Haviv Ilan.
Tim e la nuova lettera Vivendi
Tra le storie di giornata a Piazza Affari c’è Tim, finita sul fondo del Ftse Mib. A guidare i ribassi le ultime indicazioni sulle mosse del socio di maggioranza Vivendi che si sarebbe rivolto alle autorità antitrust in Ue. Secondo quanto anticipato dalla stampa nazionale, i francesi (che hanno in mano una partecipazione pari a quasi il 24% di Telecom Italia) avrebbero inviato una lettera alla Dg Comp per valutare il ruolo del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) nell’operazione di cessione della rete. Come ricorda “Il Sole 24 Ore” in edicola oggi Vivendi “conferma che ricorrerà in tutte le sedi per far valere i suoi diritti e il suo ruolo di primo azionista”.
“La lettera conferma che Vivendi intende perseguire con ogni mezzo la propria battaglia legale che però, in assenza di una richiesta di sospensiva d’urgenza, non blocca l’esecuzione dell’operazione. Da monitorare se questo elemento rischia di allungare i tempi dell’analisi della Dg Comp e quindi del closing”, segnalano gli analisti di Equita.