Eni: governo Meloni potrebbe cedere il 4% per ridurre debito pubblico
Il governo Meloni starebbe pianificando la cessione di una quota di Eni, nell’ambito del piano di dismissioni per alleviare l’ingente debito pubblico, reindirizzando fondi verso il taglio delle tasse e il mantenimento delle promesse elettorali. Lo riporta Bloomberg, citando fonti vicine alla questione. In seguito alle indiscrezioni, le azioni Eni hanno invertito i precedenti guadagni e sono scese fino all’1,2% a 14,47 euro a Piazza Affari.
Sul piatto il 4% di Eni per €2 miliardi
Il governo italiano punterebbe a vendere una partecipazione fino al 4% nel colosso dell’oil&gas, ricavandone un importo intorno ai 2 miliardi di euro. Per il momento si tratta solo di indiscrezioni, che il Ministero delle Finanze non ha commentato. Il Tesoro attualmente possiede una quota pari al 4,7% in Eni, mentre Cassa Depositi e Prestiti detiene il 27,7%.
L’eventuale cessione avverrebbe soltanto a seguito del completamento del piano di riacquisto di azioni proprie da parte di Eni. La società sta portando avanti la seconda tranche del piano di buyback la società, finalizzato a riconoscere agli azionisti un’ulteriore remunerazione rispetto al dividendo. Tale tranche ha ad oggetto fino a 275 milioni di azioni circa l’8% del capitale sociale.
Secondo l’ultima comunicazione resa nota al pubblico, Eni ha acquistato oltre 76 milioni di azioni, pari al 2,25% del capitale sociale, e detiene in proprio il 4,92% del capitale.
Oltre ad Eni, focus sulle cessioni di quote in Poste, FS e Mps
L’ipotetico accordo per la dismissione di una quota in Eni consentirebbe una parziale riduzione dell’enorme debito pubblico italiano, pari a oltre 2.850 miliardi di euro, circa il 140% del Pil. Ricordiamo che il governo mira a ricavare entro il 2026 circa 20 miliardi di euro dalle privatizzazioni, attraverso la cessione di partecipazioni statali.
Il ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha più volte affermato che la vendita di asset è una possibilità. Ieri, dal World Economic Forum di Davos, ha affermato di aver discusso della vendita di quote con fondi esteri ma non ha specificato di quali aziende si parlasse. Al momento non sono emerse neanche indicazioni sui potenziali acquirenti.
Altre società che potrebbero essere messe parzialmente sul mercato sono Poste Italiane e Ferrovie dello Stato.
Nel frattempo, il governo sta portando avanti la cessione di una quota pari al 25% di Banca Monte dei Paschi di Siena e del 41% di ITA Airways a Deutsche Lufthansa. Quest’ultima trattativa si trova in fase avanzata ed è sotto esame da parte dell’antitrust europeo.
“Le operazioni che abbiamo avviato, dal Monte dei Paschi a operazioni anche molto complesse come la netco di Tim, hanno registrato ampia soddisfazione”, ha affermato Giorgetti, con riferimento agli investitori internazionali, che ha definito anche “molto interessati” al piano di privatizzazioni del governo.
Eni verso i 100 milioni di capitalizzazione?
Secondo gli analisti di Barclays, presto Eni potrebbe raggiungere un valore di mercato compreso tra 75 e 100 miliardi di euro.
Tra le ragioni a sostegno di questa visione, la banca cita la capacità di crescere in misura maggiore rispetto ai competitors nel business upstream e la strategia chiara per migliorare il business downstream attraverso la transizione energetica.
Al momento Eni ha una capitalizzazione di mercato di circa 49 miliardi di euro ed occupa la quarta posizione nella classifica delle blue chips di Piazza Affari. Per raddoppiare la sua valutazione, la società dovrebbe comunque contare su un sostegno dei prezzi di gas e petrolio.