Btp “un’opportunità da non ignorare”, la view di Candriam
Sono sempre di più gli analisti e gli esperti del mondo obbligazionario che indicano il Btp come un’interessante opzione di investimento nel 2024. Tra i fattori che supportano questa visione ci sono gli elevati rendimenti, la prospettiva di tagli dei tassi che possono spingere i prezzi e generare plusvalenze, la conferma della fiducia dalle agenzie di rating e il supporto delle istituzioni europee.
Candriam: “Spread Btp/Bund non desta preoccupazioni”
“Abbiamo migliorato il nostro sottopeso sui titoli dell’Italia e del Portogallo a una posizione neutrale. I livelli di spread dell’Italia non destano in noi preoccupazioni”. Ad affermarlo è Philippe Noyard, Global Head of Fixed Income di Candriam, gestore patrimoniale multi-specialista globale.
“Nell’ultimo anno, il governo italiano ha dato prova di una gestione fiscale prudente e lo spread BTP/Bund non ha tradito eccessivi timori circa la capacità dell’Italia di far fronte ai propri obblighi in un contesto di tassi più elevati. Infine, anche il recente accordo dei ministri delle finanze dell’UE sulla revisione del Patto di Stabilità e Crescita dovrebbe essere di supporto.”
Alla luce di questo scenario, e “con i livelli di spread tornati a quelli della primavera del 2022, non vediamo più la giustificazione per rinunciare al carry più elevato offerto dal debito dell’Italia tra gli emittenti sovrani in euro”, conclude Noyard.
Contesto generale prudente per l’obbligazionario
Al momento, Candriam ha assunto una posizione cauta sui titoli governativi, dopo l’euforia di fine 2023, preferendo attendere una fase di debolezza per poi comprare. “Dopo il forte calo dei tassi USA a dicembre, abbiamo deciso di prendere parzialmente profitto e siamo tornati a una posizione neutrale sui Treasury.”
Il manager di Candriam, che si aspetta quattro tagli dei tassi nel 2024, sottolinea come “a questi livelli, i rischi sono chiaramente concentrati sulla possibilità che i mercati si spaventino e facciano momentaneamente un passo indietro, il che potrebbe vedere il rendimento del Treasury decennale balzare di nuovo verso il 4,25%. È un livello che vorremmo vedere, in assenza di grandi cambiamenti nel quadro macro, prima di aumentare nuovamente l’esposizione alla duration.”
Discorso simile per quanto riguarda la Bce. “Le aspettative del mercato sembrano ignorare ostinatamente la retorica proveniente da Francoforte. Pensiamo che gli investitori dovrebbero prendere in parola – i funzionari – quando dicono di essere “in guardia” contro nuovi picchi dell’inflazione.”
L’outlook di Deutsche Bank sui Btp
Il giudizio di Candriam segue quelli altrettanto favorevoli di altri operatori del settore, giunti tra la fine del 2023 e l’inizio di quest’anno.
Tra questi figura Deutsche Bank, che nella sezione dedicata al comparto obbligazionario del suo outlook annuale per il 2024, ha indicato i titoli di Stato italiani come un’opportunità interessante all’interno del variegato quadro dei titoli di Stato della zona euro. Questo, malgrado le potenziali tensioni sullo spread Btp-Bund legate alla politica, all’elevato debito pubblico e al dibattito con Bruxelles in tema di bilancio.
In ogni caso, la banca tedesca non prevede grossi sconvolgimenti in grado di aumentare sensibilmente il rischio paese. Inoltre, gli investitori possono fare affidamento sul fatto che la maggior parte dei titoli di Stato è detenuta dal Paese stesso e sul sostegno derivante dal NextGenerationEU e dalla Bce, che si è impegnata a garantire una trasmissione omogenea della politica monetaria e a contenere la volatilità nell’ambito di una trasmissione omogenea della politica monetaria.
Fase piuttosto favorevole per il trading sui Btp
Tra i fattori a supporto della carta italiana c’è anche l’evoluzione positiva dell’outlook da parte dell’agenzia di rating Moody’s, come ricordato da Angelo Drusiani, advisor di Ersel Banca Privata e punto di riferimento per il mondo obbligazionario.
“Per chi ama effettuare attività di trading, la fase è abbastanza favorevole”, ha aggiunto l’esperto, “perché le quotazioni delle emissioni con durata medio-lunga oscillano non in misura elevata, ma tale da potere comprare/vendere anche con una tempistica ravvicinata. A fronte di temporanei incrementi dei rendimenti, in particolare della scadenza decennale, investire quota parte della liquidità disponibile potrebbe rappresentare una strategia vincente, nell’arco dei citati 18-24 mesi.”
“Anche per le scadenze meno lontane, la strategia potrebbe essere reiterata, almeno per una parte del portafoglio. Poi si tratterà di seguire gli andamenti dei mercati, e, se non si necessiterà di avere disponibilità liquide, mantenere stabile il portafoglio stesso. Laddove si manifestassero inaspettati rialzi dei valori di mercato, perché no, si potrebbero incamerare plusvalenze, al netto naturalmente dell’imposta sostituiva”, ha concluso Drusiani.
La cautela rimane d’obbligo
Dall’altro lato, è doveroso sottolineare che nel 2024 i Btp dovranno anche fare i conti con alcuni ostacoli. Come sottolineato da Société Generale, lo scenario vedrà la Bce ridurre gradualmente i reinvestimenti in obbligazioni, mentre le banche italiane, probabilmente, saranno ancora venditrici nette di Btp, come accaduto nel 2023, viste anche le sfide legate alla fine dei finanziamenti TLTRO.
In tale contesto, per colmare il gap determinato dal quantitative tightening della Bce, servirà una forte domanda interna, anche da parte del retail. Dinamica che potrebbe indurre il mercato a chiedere rendimenti più elevati, con un eventuale allargamento dello spread. Ricordiamo che il Tesoro prevede emissioni lorde di Btp per €340-360 miliardi nel 2024.