Btp e titoli di Stato rimangono nella dichiarazione Isee. Inps: manca modifica norma
Bot e Btp rimarranno nella dichiarazione Isee di quest’anno, così come gli altri titoli di Stato e i prodotti di risparmio postale. L’Inps avverte: perché l’esclusione prevista dalla legge di bilancio entri in vigore serve prima una modifica del Dpcm 159 del 2013. Ecco tutti i dettagli.
I Btp restano nella Dichiarazione Sostitutiva Unica per Isee
I Titoli di Stato e i prodotti finanziari con garanzia statale (come le soluzioni postali di risparmio) dovranno obbligatoriamente essere inclusi nella compilazione della Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) per il calcolo dell’Isee presentata da gennaio 2024.
Lo ha reso noto l’INPS, precisando che l’obbligo di indicare nella DSU tutti i rapporti finanziari in possesso delle famiglie al 31 dicembre 2022 rimarrà in vigore malgrado la Legge di Bilancio abbia “previsto l’esclusione dal calcolo dell’Isee, fino a un valore complessivo di 50.000 euro, dei titoli di Stato e dei prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato”.
La mossa, incoraggiata dal successo del BTP Valore nel 2023, era mirata ad incentivare l’acquisto di titoli di Stato da parte dei piccoli investitori.
Perché i Btp non verranno esclusi dal calcolo Isee
Il motivo, come precisato dalla stessa INPS, è che l’entrata in vigore della nuova disposizione “non è immediata, essendo subordinata all’approvazione delle modifiche al regolamento sulla disciplina dell’Isee.”
Per escludere dall’indicatore della situazione economica equivalente gli investimenti a sostegno della finanza pubblica, è prima necessario modificare il Dpcm 159 del 2013, che aveva rivisto i criteri dell’Isee istituito 15 anni prima.
Gli effetti della mancata applicazione della norma per l’esclusione dei Btp
L’Isee misura la condizione economica delle famiglie italiane e viene utilizzato per accedere a numerose misure di welfare.
La mancata applicazione della norma rischia di avere un impatto rilevante sia per i servizi legati all’Isee, come le tasse universitarie e le mense scolastiche, sia per le prestazioni erogate direttamente dall’Inps come l’Assegno unico e l’Assegno di inclusione sociale.
Nel 2022, i titoli di stato detenuti dalle famiglie italiane ammontavano a 212,7 miliardi di euro, pari al 7,7% del debito pro tempore, che allora era di 2.757 miliardi di euro. Pertanto, l’Isee gioca un ruolo cruciale nella determinazione delle condizioni economiche delle famiglie italiane.
Secondo gli esperti, invece, non si prevede un impatto significativo sui prossimi collocamenti di Btp. La domanda nelle ultime aste è stata molto alta, decisamente superiore all’offerta, e potrebbe rimanere tale alla luce dei rendimenti elevati.
Uil: “Eclusione Btp rischia di ampliare disuguaglianze”
Secondo la Uil, la nuova norma rischia di alimentare lo squilibrio sociale, avvantaggiando le famiglie più benestanti rispetto alle altre.
“La norma sull’esclusione dei titoli di Stato per il calcolo dell’Isee”, afferma Vera Buonomo, segretaria confederale Uil, “crea un’ulteriore differenza tra chi necessita di aiuti e chi non ne ha bisogno. Mette sullo stesso piano famiglie che sono riuscite a risparmiare fino a 50 mila euro e chi fa fatica ad arrivare a fine mese. Sono pochi i dipendenti e i pensionati che hanno risparmi di questa entità”.