Eni: sprint in Borsa dopo la nuova scoperta ad olio nell’offshore della Costa d’Avorio
Importante nuova scoperta da parte di Eni. L’azienda guidata da Claudio Descalzi annuncia un’importante scoperta ad olio nel blocco CI-101 nell’offshore della Costa d’Avorio. Il blocco è operato da un consorzio composto in fase esplorativa da Eni (operatore), 90% e Petroci Holding, 10%.
Il pozzo esplorativo che ha portato alla scoperta, come si legge in una nota, è stato perforato sul prospect Baleine, con il supporto del Governo nel difficile contesto della pandemia-covid-19. Baleine-1x ha scoperto olio leggero (40° API) in due diversi intervalli stratigrafici.
La scoperta di Eni in Costa d’Avorio
La scoperta richiederà un programma di delineazione per testare il significativo potenziale addizionale della struttura complessiva che si estende nel blocco adiacente CI-802, anch’esso operato da Eni con la stessa Joint-Venture ed interesse partecipativo nella fase esplorativa.
Il pozzo è stato perforato a circa 60 chilometri dalla costa, in circa 1200 metri di profondità con la nave di perforazione Saipem 10000 ed ha raggiunto una profondità totale di 3.445 metri in 30 giorni.
Il pozzo Baleine-1x è stato ubicato sulla base di un’analisi completa di dati sismici 3D e studi geologici regionali sul bacino sedimentario della Costa d’Avorio; l’applicazione di tecnologie all’avanguardia per eseguire test intelligenti sulla formazione ed il campionamento dei fluidi hanno confermato la presenza di intervalli mineralizzati ad olio leggero in reservoir di età santoniana e cenomaniana/albiana. Il potenziale della scoperta, dice Eni, è preliminarmente stimato tra 1,5 e 2 miliardi di barili di olio in posto e tra 1,8 e 2,4 trilioni di piedi cubi (TCF) di gas associato. Baleine-1x è il primo pozzo esplorativo perforato da Eni in Costa d’Avorio.
La view di Equita
ENI continua a dimostrarsi molto efficace nella scoperta di idrocarburi sostiene Equita secondo cui la notizia ha implicazioni rilevanti per il titolo in quanto ENI potrebbe disinvestire una quota del campo (dual exploration model), monetizzando in anticipo il valore della scoperta come già fatto in Egitto e in Mozambico e detenendo una quota maggioritaria. Gli analisti della Sim milanese in particolare stimano che la scoperta possa valere tra 1 e 1,5 miliardi di euro per Eni, includendo nelle ipotesi che la quota di partecipazione possa scendere fino al 80% in fase di sviluppo per l’eventuale esercizio della pre-emption right del governo. Inoltre, essendo l’area in oggetto relativamente inesplorata, il programma di delineazione, destinato a testare il potenziale della struttura, potrebbe rivelare ulteriori risorse. Il titolo Eni festeggia anche a Piazza Affari dove al momento segna un rialzo dello 0,55% a 10,55 euro.