Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana: acquisti su Tim, prese di beneficio su Ferrari
Ottava contrastata per le borse europee, con tutti i principali listini del Vecchio continente che archiviano la penultima settimana del 2023 sotto la parità.
A Piazza Affari, l’indice Ftse Mib chiude gli scambi poco sotto la parità, rimanendo comunque al di sopra dell’area dei 30.300 punti. In Europa, l’indice Eurostoxx 50 cede lo 0,3%, la prima settimana all’insegna della debolezza dopo ben sette settimane consecutiva di rialzi.
Debolezza anche per il Cac40 francese che in settimana ha perso lo 0,34%, ma anche per il Dax di Francoforte il calo dello 0,26%, allontanandosi così dai massimi storici messi a segno solo qualche seduta fa. L’indice peggiore è stato l’Smi svizzero (-0,38%), mentre il migliore è stato l’Ibex35 spagnolo in rialzo dello 0,13%.
Intanto, proseguono gli acquisti a Wall Street, con il Nasdaq 100 che ha raggiunto nuovi massimi storici, sopra 16.800 punti. Andamento positivo anche per il Dow Jones Industrial e per lo S&P 500, con quest’ultimo che si appresta a chiudere la settimana con un progresso di quasi l’1% (-0,5% dal segnare nuovi massimi storici).
In settimana gli operatori si sono focalizzati in particolar modo sull’agenda macroeconomica con la pubblicazione di diversi dati di rilievo a partire dal Pil Usa e l’inflazione Pce negli Stati Uniti.
Ecco quali sono stati i migliori e peggiori titoli del Ftse Mib della settimana:
I titoli migliori della settimana
Sul listino principale di Piazza Affari, i maggiori acquisti si sono concentrati su Telecom Italia, che chiude la settimana con un progresso del +11,5%, in scia al fermento nel settore delle telecomunicazioni italiane.
Acquisti anche su Prysmian, che chiude l’ottava con un rialzo del +3,8%, seguito da Unicredit (+2,9%) ed Eni (+2,7%).
Tim scatta sopra la media a 200 giorni
Ottava tonica per Tim, che prosegue il rimbalzo avviato con il rally dai minimi di ottobre, mostrando da lì un progresso del +25%. In particolare, l’ex monopolio delle telecomunicazioni, questa settimana è tornato sopra la media mobile a 200 giorni su time frame giornaliero (linea arancione nel grafico qui sotto).
Allo stesso tempo, nella seduta di mercoledì il titolo ha compiuto anche il breakout al rialzo, e con volumi di resistenza in aumento, l’area di resistenza (ora principale supporto) a quota 0,281 euro.
Ora il titolo si trova in area 0,30 euro e in caso di prosecuzione degli acquisti, la successiva ed importante area di resistenza, il cui test potrebbe respingere nuovamente al ribasso i prezzi, si trova a 0,3257 euro (massimi raggiunti già a febbraio e a settembre di quest’anno). Al contrario, al ribasso sarà da monitorare la tenuta del supporto statico a 0,281 euro.
Con gli acquisti di questa settimana, l’indicatore di direzione Parabolic Sar si è riportato in posizione long, mentre l’oscillatore di momentum Rsi si sta riportando verso l’area di ipercomprato.
Da inizio anno il titolo mostra un progresso del 38%, ma ancora distante il 65% dai massimi relativi del 2022.
Prysmian raggiunge nuovi massimi storici
Settimana positiva anche per il colosso dei cavi Prysmian. Il titolo ha chiuso la settimana con un rialzo di oltre il 3,8%, mettendo così a segno un rimbalzo di oltre il +22% dai minimi di ottobre di quest’anno.
Nel dettaglio, in settimana il titolo ha trovato il giusto slancio per superare al rialzo l’area di resistenza poco sotto i 40 euro ad azione, giungendo così a toccare nuovi massimi storici. Al momento, il titolo viaggia a quota 40,9 euro (nuovi record) e in caso di prese di beneficio dopo i recenti acquisti, sarà da monitorare la tenuta dell’area di supporto a 39,7 euro.
Ecco che il breakout al ribasso di questo importante livello di supporto potrebbe riportare una certa debolezza sul titolo con target al ribasso il raggiungimento della successiva area supportiva a 37,6 euro.
La fase di positività di Prysmian è evidenziata anche dal punto dell’analisi algoritmica con la posizione long dell’indicatore di direzione Parabolic Sar (pallini blu sotto i prezzi sul grafico), e i prezzi al di sopra delle principali medie mobili a 50 (linea blu) e 200 giorni (linea arancione). Da inizio anno il titolo mostra un rialzo di oltre il +17%, un bilancio che diventa +60% dai minimi di agosto del 2022.
I titoli peggiori della settimana
Tra i titoli peggiori della settimana troviamo Ferrari che chiude con la maglia nera del Ftse Mib con un calo di oltre il 7%. All’interno del listino principale, le vendite hanno colpito anche A2a (-4,5%) e Stmicroelectronics (-2,4%).
Chiudono la cinquina dei titoli peggiori Stellantis (-1,9%) e Finecobank (-1,3%).
Ferrari scivola verso il supporto a 300 euro
Settimana all’insegna della debolezza per Ferrari che storna dai recenti massimi storici. In particolare, il cavallino rampante dopo essersi spinto fino a sopra i 340 euro ad azione, ha bruscamente invertito la direzione, tornando questa settimana anche sotto l’area supportiva offerta dalla media mobile a 50 giorni (linea blu sul grafico).
Adesso per Ferrari sarà fondamentale mantenersi al di sopra della principale area di supporto (ex massimi storici) a quota psicologica dei 300 euro, livello da cui transita anche la trendline rialzista che ha accompagnato la cavalcata rialzista di Ferrari nell’ultimo anno.
Il titolo da inizio anno, con un rialzo di oltre il +52%, si trova tra i migliori titoli del Ftse Mib, con la tendenza rialzista dei prezzi che è evidenziata anche dalla posizione della media mobile a 200 giorni.