I titoli del giorno a Piazza Affari: sotto la lente Erg, Eni e STM
Partenza con il freno a mano tirato per i principali listini europei all’indomani del sell-off di Wall Street. Ieri gli indici Usa hanno sofferto, con il Dow Jones e il Nasdaq Composite che hanno interrotto una scia rialzista che durava da nove sessioni, soffrendo la seduta peggiore dal mese di ottobre. Non fa eccezione Piazza Affari che inizia la penultima seduta della settimana in flessione: l’indice Ftse Mib cede lo 0,23% a 30.290,25 punti.
Tra i pochi segni positivi del listino milanese Erg ed Eni, soffre STMicroelectronics che si posiziona sul fondo del Ftse Mib.
Erg e l’allenza negli Usa
In un mercato in calo Erg strappa un modesto rialzo dopo l’annuncio dell’allenza nel mercato statunitense delle rinnovabili. Prima dell’avvio delle contrattazioni in Europa, il gruppo ligure guidato da Paolo Merli ha annunciato l’accordo con Apex Clean Energy Holdings LLC (Apex), sviluppatore indipendente americano di energia pulita, per creare una partnership strategica con la missione di gestire un portafoglio di impianti eolico e solare già operativo e potenzialmente svilupparlo. Il corrispettivo per l’acquisizione della quota di maggioranza del 75% è pari a 270 milioni di dollari, con il closing atteso entro il primo semestre del 2024 (subordinato – inter alia – all’ottenimento dell’approvazione all’investimento da parte di alcune autorità statunitensi ed europee e al consenso al change of control da parte di alcune terze parti rilevanti).
Si tratta del primo passo del gruppo nel mercato oltreoceano e prevede la creazione di una holding di diritto statunitense nella quale saranno conferiti un impianto eolico e un impianto solare, entrambi entrati in esercizio di recente, per complessivi 317 MW di capacità installata e una produzione stimata di circa 1 TWh, oltre ad un cooperation agreement relativo a circa 1 GW di nuovi progetti solari ed eolici onshore in fase di sviluppo negli Stati Uniti. La holding sarà partecipata al 75% da ERG ed al 25% da Apex che proseguirà nella gestione operativa degli asset.
Nel dettaglio, il portafoglio si compone di un parco eolico onshore da 224,4 MW situato in Iowa ed entrato in esercizio nella prima metà del 2023, con una produzione stimata annua di oltre 800 GWh, e di un parco fotovoltaico da 92,4 MW situato in Illinois ed entrato in esercizio nella seconda metà del 2022, con una produzione stimata annua di oltre 150 GWh, pari a complessive 387 kt di CO2 evitata. Entrambi gli impianti si trovano nel Midcontinent Independent System Operator (MISO), il mercato elettrico statunitense territorialmente più esteso e secondo per capacità installata.
“Ci aspettiamo di presentare la nostra strategia ed i target di crescita negli USA alla comunità finanziaria nel corso del primo semestre del prossimo anno con il piano industriale 2024-28. Questa partnership strategica chiude un 2023 di grandi cambiamenti ed eccezionale crescita per ERG, ormai un operatore rinnovabile puro sempre più internazionale”, ha dichiarato l’a.d. Paolo Merli, commentando l’operazione.
Eni: c’è l’accordo con il fondo Eip per Plenitude
L’accordo su Plenitude sostiene solo in parte Eni in Borsa. Il titolo del big oil italiano mostra, infatti, solo un modesto rialzo ma si mantiene sopra quota 15 euro e vicino ai massimi dell’anno toccati a fine ottobre a quota 15,83 euro. Dopo le anticipazioni della stampa, stamattina Eni ha confermato l’ingresso di Energy Infrastructure Partners (‘EIP’), fondo specializzato in Renewables ed Energy Transition, come socio di minoranza. I dettagli dell’operazione: EIP entra in Plenitude acquisendo una quota fino al 9%, tramite sottoscrizione di un aumento di capitale, per un ammontare complessivo fino a 0,7 miliardi di euro, che valorizza l’Equity di Plenitude post ingresso a circa 8 miliardi di euro. Considerando il debito, l’Enterprise Value di Plenitude risultante dall’operazione è di oltre 10 miliardi di euro. L’incasso della transazione da parte di Plenitude, spiega una nota, rafforza il balance sheet riducendo il debito a supporto del perseguimento del piano strategico della società.
Stefano Goberti, amministratore delegato di Plenitude, sottolinea che “questo accordo arriva in un anno particolarmente importante per Plenitude, in cui abbiamo alzato i nostri target di EBITDA 2023 del 30% a circa 0,9 miliardi di euro, con una previsione di triplicarlo nel periodo 2022-2026″.
Quotazione Plenitude, vendita quota potrebbe facilitare valutazione
Secondo gli esprerti di Equita per Plenitude, che è presente in 15 Paesi del mondo con un modello di business che integra la produzione di energia elettrica, la vendita di energia e di soluzioni energetiche a circa 10 milioni di clienti europei, la cessione della partecipazione di minoranza potrebbe facilitare la valutazione nella fase del processo di quotazione, stoppato nel corso del 2022.
Nel giugno del 2022 Eni Plenitude ha annunciato la decisione di Eni di posticipare l’offerta pubblica inizial delle azioni ordinarie di Plenitude, per la quotazione a Piazza Affari. “Dall’annuncio da parte di Plenitude ed Eni dell’Intention to Float, lo scorso 9 giugno, le condizioni di mercato si sono deteriorate. Malgrado Plenitude abbia riscontrato da parte degli investitori un forte e diffuso interesse, nonché un significativo consenso sulla sua strategia, è stato valutato che la volatilità e l’incertezza che attualmente coinvolgono i mercati richiedano
un’ulteriore fase di monitoraggio”, spiega una nota.
STM, andamento in calo
A Piazza Affari, seduta all’insegna della debolezza per il colosso dei chip italo-francese STMicroelectronics, che al momento, con un calo di oltre l’1%, si trova tra i titoli peggiori del listino principale.
Nei giorni scorsi secondo la stampa internazionale, come ricordano da Equita, “un numero crescente di autorità pubbliche cinesi ha intimato ai dipendenti di non utilizzare smartphone e tablet esteri ma solo brand cinesi. Questo trend era partito in modo più limitato a settembre ed ora si è diffuso in almeno 8 province incluse quelle maggiormente popolose sulla costa. La notizia coincide con il ramp up della produzione di Huawei ed è negativa per tutti i produttori di componenti legati al mondo personal electronics. In particolare, segnalano gli esperti della sim milanese, fra i produttori di semiconduttori sotto copertura STM è quella maggiormente esposta al segmento personal electronics/communications ed in particolare Apple (rispettivamente circa 30% e 16,8% dei ricavi nel 2022).
Il punto tecnico su STM
(analisi a cura di Giulio Visigalli)
Con la debolezza di oggi, peggiora il quadro grafico del titolo, con prese di beneficio dopo il vigoroso rally messo a segno dai minimi di ottobre. In particolare, dai minimi di ottobre il titolo ha già guadagnato quasi il 29%, portando così il bilancio da inizio anno ad un +25%, +70% dai minimi di luglio del 2022.
STM si trova al test di un’importante area di resistenza evidenziata dal rettangolo in figura, un’area che se violata al rialzo permetterebbe al titolo di mettere nel mirino il target a quota 50 euro ad azione, massimi di periodo di luglio. Al ribasso, con la seduta di oggi è stato rotto al ribasso il supporto di breve periodo a quota 45,7 euro, ma da questo punto di vista sarà importante monitorare la tenuta dell’area supportiva a 44,8 euro.
Dal punto di vista dell’analisi algoritmica, abbiamo un segnale di debolezza anche dall’indicatore di direzione Parbolic Sar che nella seduta di ieri ha virato in direzione short (pallini blu sono tornati sopra i prezzi). Tuttavia, la tendenza di medio periodo rimane positiva, con i prezzi che si mantengono al di sopra delle principali medie mobili a 50 (linea blu) e 200 periodi (linea arancione).