Debito pubblico esplode e raggiunge record storico. BTP-Bund sui minimi a 4 mesi
Una delle sfide principali per l’Italia si chiama debito pubblico italiano che mese dopo mese prosegue la risalita. Stando ai dati pubblicati oggi dalla Banca d’Italia, nel mese di ottobre il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 23,5 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.867,7 miliardi. Secondo le stime di Mazziero Research, negli ultimi due mesi dell’anno è attesa una pausa, ma a gennaio dovrebbe riprendere la corsa del debito che dovrebbe superare a giugno 2024 i 2.900 miliardi. Intanto lo spread BTP-Bund prosegue la discesa e oggi si muove in area 166 punti base.
Debito ancora in crescita: le motivazioni
Tocca quota 2.867,7 miliardi di euro il debito pubblico italiano a ottobre, ovvero 23,5 miliardi in più rispetto al mese di settembre. Nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito” Bankitalia spiega che l’aumento “riflette quello delle disponibilità liquide del Tesoro (20,5 miliardi, a 52,5), il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (1,2 miliardi), nonché l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio (complessivamente 1,8 miliardi).
Se si osserva la ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle amministrazioni centrali è aumentato di 25,9 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 2,3 miliardi. Il debito degli Enti di previdenza è rimasto invece pressoché invariato. La vita media residua è rimasta stabile a 7,7 anni.
In mano a chi è il debito?
Nella pubblicazione odierna, da Palazzo Koch precisano che la quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 24,4 per cento (dal 25% del mese precedente); a settembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta dai non residenti è rimasta stabile (al 26,8 per cento), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è aumentata al 12,7 per cento (dal 12,4 in agosto).
Entrate tributarie in rialzo
Nel mese di ottobre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 40,4 miliardi di euro, in aumento dell’11 per cento (4 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2022. Nei primi dieci mesi dell’anno le entrate tributarie sono state pari a 428,3 miliardi, in aumento del 7,0 per cento (27,9 miliardi) rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Verso quota 2.900 miliardi a giugno: le stime di Mazziero
Ultimo rialzo prima della ricorrente riduzione del debito nei mesi di novembre e dicembre. Così scriveva Maurizio Mazziero lo scorso 5 dicembre in vista del dato di oggi. “Stimiamo il debito di ottobre a 2.860 miliardi, nuovo record storico, per poi scendere sino a fine anno in una zona compresa tra 2.832 e 2.852 miliardi. Nel Documento di economia e finanza (DEF) il Governo stima un debito a fine anno a 2.870 miliardi”, segnala Mazziero Research secondo cui da gennaio si ritornerà a crescere per superare a giugno 2024 i 2.900 miliardi.
BTP, la discesa continua
Intanto nello scenario attuale lo spread Btp/Bund prosegue la sua discesa e oggi è in area 166 punti, con il rendimento del decennale al 3,705%. Con i ribassi di oggi (e della seduta della vigilia), il differenziale ha violato al ribasso l’area supportiva a quota 170 punti base. Al momento, lo spread si trova a quota 167 punti base, sui minimi degli ultimi 4 mesi (dal 1° settembre 2023), e in calo di oltre il 20% dai recenti massimi di periodo messi a segno a ottobre di quest’anno sopra quota 210 punti base. Ora lo spread ha messo nel mirino il raggiungimento della prossima area supportiva in area 160 punti base.
Rating sovrani, l’istantanea di S&P sull’Italia e la questione debito
Intanto in vista della fine di questo 2023, sono numerosi gli outlook per il nuovo anno. Tra questi quello di S&P Global Ratings (“S&P”) che guarda ai trend per i rating sovrani dell’area EMEA, sia nei mercati sviluppati sia in quelli emergenti, per il 2024. Guardando all’Italia, l’outlook stabile bilancia la view di S&P di un consolidamento di bilancio più lento rispetto a quanto previsto in passato “anche a causa dell’aumento del pagamento degli interessi sul grande debito pubblico, a fronte del significativo stimolo economico che dovrebbe arrivare dai fondi UE”.
Upside e downside scenario, secondo S&P
In particolare, gli analisti dell’agenzia di rating scrivono che “potrebbero abbassare i rating (dell’Italia) nel caso in cui la traiettoria di bilancio del governo dovesse discostarsi in modo significativo dai suoi obiettivi. Un’attuazione solo parziale delle riforme strutturali economiche e di bilancio, soprattutto quelle legate all’erogazione dei fondi Ue, comporterebbe rischi anche per la crescita dell’economia e delle finanze pubbliche, esercitando di conseguenza pressioni al ribasso sul rating”.
In uno scenario positivo, invece, S&P indica che potrebbe procedere a una revisione verso l’alto del rating nel caso in cui “la performance di bilancio migliorasse, ad esempio grazie all’attuazione di politiche di riduzione del deficit o di una crescita economica più forte del previsto, che possa portare a un calo del debito pubblico in percentuale del Pil“.