Lusso: Cina rimarrà mercato nevralgico grazie alla generazione Z e second hand
Promuovere la “prosperità comune” della Cina è l’obiettivo dichiarato dal presidente Xi Jinping, in occasione del decimo meeting della Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici.
In particolare, Pechino vorrebbe mirare ad una “Common Prosperity”, puntando ad una redistribuzione della ricchezza all’interno della popolazione. Così, a fronte degli interventi regolamentari in Cina, nelle settimane trascorse i titoli azionari dei più grandi conglomerati del lusso hanno subito discese a doppia cifra, in quanto l’area costituisce il mercato principale. Ma il futuro del lusso in Cina è comunque roseo.
Lusso in Cina: crescita non in discussione
Secondo Giacomo Calef, Country manager di Notz Stucki, la futura Generazione Z, rappresentativa di coloro che sono nati tra la metà degli anni ’90 e nei primi dieci del nuovo millennio, guiderà i consumi del futuro e per tale motivo gli esperti credono che le prospettive del settore del lusso restano più che solide e questo sulla base della sostenibilità. I brand che saranno in grado di dare un impatto positivo all’ambiente e alla società difatti saranno premiati e potranno conseguire un vantaggio competitivo durevole nel tempo. In particolare, sulla base delle stime di alcuni ricercatori specializzati, i marchi di successo dovranno concentrarsi sul second hand: a livello globale il mercato di seconda mano potrebbe raddoppiare nei prossimi 5 anni, raggiungendo un valore di circa $77 miliardi. Tra gli altri, risulta interessante il caso di Kering: nel marzo 2021 ha annunciato un investimento in Vestiaire Collective, una delle principali piattaforme online di rivendita del lusso. Secondo una ricerca del Gruppo francese, solo negli Stati Uniti, il numero di pezzi di seconda mano nel guardaroba delle persone è destinato a crescere dal 21% nel 2021 al 27% nel giro di soli due anni.