Petrolio: prezzi in calo nonostante i tagli Opec+
Il petrolio scambia in ribasso stamani, a causa dei persistenti dubbi sulla capacità di OPEC+ di cambiare la direzione del mercato.
Il Brent, punto di riferimento globale, si attesta a 78 dollari al barile dopo sei settimane di perdite, mentre il Wti viaggia sotto i 74 dollari.
Il tutto, nonostante un contesto teoricamente favorevole ad un rialzo delle quotazioni, con il possibile inasprimento delle sanzioni americane sull’offerta venezuelana e la probabile fine dei cicli di inasprimento delle banche centrali.
Tuttavia, le forniture dai paesi non Opec sono aumentate, mentre le prospettive di crescita della domanda si sono indebolite. Inoltre, la decisione dell’Opec+ di aumentare i tagli volontari alla produzione, al termine di un meeting complicato, non ha convinto gli operatori.
La differenza tra i due contratti con scadenza più ravvicinata del Brent è scesa a 6 centesimi al barile in backwardation, in calo dai 49 centesimi di circa un mese fa, suggerendo che le prospettive a breve termine del mercato si stanno allentando.
Secondo RBC Capital Markets, il greggio rimarrà probabilmente volatile, e potenzialmente senza direzione, fino a quando il mercato non vedrà dati chiari sui tagli alla produzione che avranno effetto dal mese prossimo.
Nel frattempo, in Medio Oriente, i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran hanno preso di mira due navi israeliane nel Mar Rosso, nell’ambito di una serie di attacchi contro navi commerciali in acque internazionali nel contesto della guerra a Gaza. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che uno dei loro cacciatorpediniere ha abbattuto tre droni.