Piazza Affari, i migliori e peggiori della settimana: in cima Cnh Industrial, giù Campari e Leonardo
Prosegue l’euforia sui mercati azionari che si lasciano alle spalle un mese di novembre stellare. I listini festeggiano il calo dell’inflazione, con gli operatori che scommettono sui primi tagli dei tassi di interesse già a partire dal 2024, sia per la Bce che per la Fed.
In questo contesto tutti i principali listini azionari a livello globale proseguono sostanzialmente il rally avviato dai minimi di fine ottobre, con il mese appena concluso di novembre che sarà ricordato come uno dei mesi migliori nella storia più o meno recente dei mercati finanziari.
L’indice Ftse Mib chiude la settimana con un rialzo del +1,6% a quota 29.928 punti. L’indice nostrano avvia l’ultimo mese dell’anno ai vertici tra gli altri listini europei in termini di performance, con un guadagno da inizio anno di oltre il 25%.
L’indice Eurostoxx 50 avanza del +1,1%, la quinta settimana consecutiva di guadagni, mentre il migliore è stato l’indice PSI portoghese in rialzo del +2,8%, seguito dall’Ibex35 spagnolo (+1,95%, sui massimi dal 2020).
Tra gli altri indici europei, il Cac40 francese chiude l’ottava in rialzo dello 0,67%, mentre il Dax di Francoforte avanza del +1,95%.
Ottimismo anche a Wall Street, con l’indice S&P 500 che si appresta a chiudere anch’esso la quinta settimana consecutiva in positivo con un +0,5% a quota 4.580 punti. Bene anche il Nasdaq 100 che si trova sempre più vicino all’area psicologica dei 16.000 punti e portando il suo bilancio da inizio anno ad un ottimo +44%, in cima tra i listini mondiali.
Ecco i principali eventi che hanno influenzato i mercati e quali sono stati i titoli migliori e peggiori della settimana:
I market mover della settimana
Gli operatori mantengono l’attenzione sull’agenda macroeconomica e sui discorsi dei banchieri centrali. A guidare l’ottimismo sono stati gli ultimi dati macroeconomici e in particolare quelli sull’inflazione, il cui rallentamento apre le porte a possibili futuri tagli dei tassi da parte delle banche centrali.
In tal senso, secondo Goldman Sachs la Bce potrebbe effettuare il primo taglio del costo del denaro già nel secondo trimestre del 2024.
A novembre, l’inflazione dell’Eurozona ha rallentato oltre le attese, con l’indice dei prezzi al consumo che si è attestato al 2,4% anno su anno (vs attese al +2,7% e al precedente al +2,9%). Ecco che questi dati confermano che l’inflazione, dopo 10 aumenti consecutivi dei tassi di interesse da parte della Bce (da luglio 2022), si sta riportando verso l’obiettivo del 2% e consolida l’idea che i tassi abbiano ormai raggiunto il picco.
L’inflazione continua a rallentare anche in Italia, che a novembre è scesa al +0,8% su base annua, livelli che non si registravano da marzo 2021.
Anche negli Stati Uniti, il dato sull’inflazione PCE non fa altro che alimentare le ipotesi della fine del ciclo di rialzi dei tassi della Fed. In tal senso, il parametro di inflazione preferito dalla Fed, si è attestato in crescita al 3,0% annuo contro il 3,4% dei tre mesi precedenti. Intanto, la pubblicazione del Beige Book ha sottolineato un rallentamento dell’attività economica nelle ultime settimane a causa della riduzione delle spese discrezionali da parte dei consumatori.
Intanto, sul fronte obbligazionario abbiamo assistito ad un ulteriore calo dei rendimenti che sta portando gli indici obbligazionari a registrare le migliori performance mensili dalla Grande Crisi Finanziaria del 2008. In questo contesto, il rendimento del Btp decennale crolla vicino al 4%, mentre il T-Note si trova al 4,24%. Si sgonfia rispetto allo scorso mese anche lo spread Btp/Bund che si trova ora a quota 174 punti base.
Sul fronte materie prime, prosegue l’avanzata dell’oro che si è riportato ampiamente sopra i 2.000 dollari l’oncia e sempre più vicino ai massimi storici. Al contrario, prosegue la fase di debolezza del petrolio che continua a consolidare gli 80 dollari al barile, dopo la riunione dell’Opec+.
I titoli migliori della settimana
Sul listino principale di Piazza Affari, gli acquisti maggiori si sono concentrati su Cnh Industrial che chiude l’ottava in rialzo del +9%, seguita da Stellantis (+7%) e Inwit (+5,6%).
Bene anche Stmicroelectronics (+4,6%) e Banca Mps (+5,2%)
Stellantis raggiunge nuovi massimi storici
Continua la fase di positività sul titolo Stellantis che in settimana ha superato i precedenti massimi storici del 2018. Il colosso automobilistico in settimana ha beneficiato del rialzo di General Motors, che con un progresso settimanale del +13% ha sostenuto l’intero comparto automobilistico.
GM è balzato dopo aver alzato del 33% i dividendi a 12 centesimi per azione, con la società che ha annunciato anche un piano di buyback per 10 miliardi di dollari, il più consistente mai compiuto dalla società.
Ma non solo, Stellantis corre in borsa anche grazie alla promozione degli analisti di Jp Morgan, che hanno alzato il target price sul titolo a 23 euro da 21, confermando la raccomandazione buy sul titolo.
Stm torna sopra la media a 200 giorni
Prosegue il rimbalzo di Stmicroelectornics, che con il rialzo di questa settimana porta il bilancio dai minimi di ottobre ad un rally di oltre il 23%. Il titolo da inizio anno mostra ora un rialzo del 30% e nel corso delle ultime sedute si è riportato sopra la media mobile principale a 200 giorni (linea arancione).
Anche il titolo dei semiconduttori ha beneficiato del cambio di rating da parte degli analisti di JPMorgan che hanno migliorato la raccomandazione da “Neutral” a “Overweight” sul titolo, incrementando il prezzo obiettivo a 52 euro, dai precedenti 46 euro ad azione.
Come vediamo dal grafico su base giornaliero (qui sopra), il titolo dopo aver rotto la resistenza dinamica a quota 43 euro, dovrà ora raggiungere e superare al rialzo la successiva area di resistenza prima a 47 euro e poi a 48 euro, prezzi massimi di quest’anno. Al ribasso, le aree supportive da monitorare rimangono quota 4 euro e poi l’area psicologica dei 40 euro, livello da cui transita la media a 50 giorni (linea blu).
I titoli peggiori della settimana
Il peggior titolo della settimana è stato Campari che ha archiviato le contrattazioni in calo del -4%, seguita da Diasorin (-1,7%), Ferrari (-2%) e Moncler (-1,64%).
Campari prosegue il downtrend
Prosegue la fase di debolezza per il titolo Campari, che in settimana è stato penalizzato anche dagli analisti di J.P. Morgan che hanno abbassato la raccomandazione sul titolo a “Underweight” da “Neutral”. Ma non solo, gli analisti della banca d’affari americana hanno anche ridotto il target price a 8,30 euro per azione, dai precedenti 11 euro.
Questo ha penalizzato il titolo, che in borsa ha rotto al ribasso l’area di supporto a quota 10,14 euro.