Intesa e il maxi bond a stelle e strisce che rende quasi l’8%. Cosa sono gli yankee bond
Intesa Sanpaolo brilla Oltreoceano. Un vero e proprio successo il collocamento di un’obbligazione in dollari destinata agli investitori istituzionali che stacca cedole fino al 7,8% e ha superato i 5 miliardi di dollari in sole 2 ore. Ad annunciarlo è lo stesso istituto di credito italiano con una nota stampa.
Il boom sul mercato USA
In particolare, Intesa Sanpaolo ha collocato con successo sul mercato americano un’emissione dual tranche, come di seguito dettagliato: Senior Preferred a 10 anni bullet per un nominale di 1,5 miliardi di dollari, ad un livello pari a US Treasury + 280 pb e cedola a tasso fisso del 7,20%; Senior Preferred a 30 anni per un nominale di 1,5 miliardi di dollari, ad un livello pari a US Treasury + 325 pb e cedola a tasso fisso del 7,80%.
Cosa sono gli yankee bond
Non si sente tutti i giorni parlare di yankee bond, pertanto, ve lo spieghiamo rapidamente qui. Si tratta di un titolo obbligazionario emesso in dollari da società o istituzioni non residenti negli Stati Uniti e sono regolati dal Securities Act del 1933 che impone la registrazione dei bond e delle società emittenti presso la Securities and Exchange Commission. Una norma che ha permesso quindi anche al Gruppo italiani di proporre al mercato americano il maxi bond.
Un’emissione da record per Intesa
Si tratta della più grande emissione per Intesa Sanpaolo degli ultimi 10 anni, perfezionata ad un costo totale che risulta essere in linea a quello teoricamente replicabile in Euro. Inoltre, la tranche a 30 anni è la più lunga in Senior Preferred emessa nel 2023 da emittenti bancari in dollari. La transazione ha attratto immediatamente l’interesse del mercato, superando i 5 miliardi di dollari di ordini dopo solo 2 ore dall’annuncio. Il libro ordini totale di quasi 11 miliardi di dollari, al momento del rilascio dello spread finale, è il più grande mai realizzato per un’emissione Yankee dual tranche di Intesa Sanpaolo ed ha permesso un restringimento di 30 punti base rispetto all’indicazione iniziale di spread (IPTs pari a US Treasury+ 310 pb area) per la tranche a 10 anni e di 20 punti base (IPTs pari a US Treasury+ 345 pb area) per la tranche 30 anni. L’emissione, destinata principalmente al mercato statunitense, ha visto anche una forte partecipazione di investitori dal Regno Unito ed asiatici.
Il commento della banca
Alessandro Lolli, Responsabile Direzione Centrale Tesoreria e Finanza di Gruppo di Intesa Sanpaolo ha così commentato la vicenda. “Cogliendo l’opportunità di un mercato ancora molto positivo sebbene ci si avvicini alla fine dell’anno e sostenuti dal miglioramento dell’outlook del rating sovrano da parte di Moody’s pubblicato venerdì 17 novembre, siamo ritornati con successo sul mercato americano perfezionando una transazione di ben 3 miliardi di dollari, a riprova del forte riconoscimento del nome Intesa Sanpaolo presso la platea di investitori americani: la tranche a 10 anni è la più grande in Senior Preferred per questa scadenza mai realizzata da Intesa Sanpaolo”.
Il dettaglio sui sottoscrittori
Il gruppo, da ultimo, ha dettagliato anche la ripartizione dei sottoscrittori. L’allocazione del libro ordini ha visto la partecipazione di: – 275 investitori per la tranche Senior Preferred a 10 anni, così suddivisi: 75,3% Asset Managers, 11,3% Official Institutions, 9% Assicurazioni e Fondi Pensione e 2,8% Banche. La distribuzione geografica evidenzia la maggioranza della partecipazione dagli Stati Uniti e Canada con il 71,8%, il 13,6% dal Regno Unito ed il 10,2% dall’Asia; – 226 investitori per il Senior Preferred a 30 anni, così suddivisi: 77,9% Asset Managers, 14,2% Assicurazioni e Fondi Pensione, 4,9% Istituzioni Ufficiali e 0,9% Banche. La distribuzione geografica evidenzia la maggioranza della partecipazione dagli Stati Uniti e Canada con il 73,6%, il 17,6% dal Regno Unito ed il 5,5% dall’Asia. Le Banche che hanno partecipato all’emissione in qualità di Joint book runner sono state, oltre alla Divisione IMI CIB di Intesa Sanpaolo, Barclays, Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, HSBC, J.P. Morgan, Morgan Stanley, TD Securities e Wells Fargo.