Capitali banche, lettera di Bankitalia e di altre banche europee a Ue: ‘non annacquare Basilea III’
“La Commissione Europea pubblicherà in autunno una proposta per l’aggiornamento delle regole sull’adeguatezza del capitale per le banche. Con una lettera congiunta la Banca d’Italia, insieme ad altre 24 banche centrali nazionali e autorità di supervisione finanziaria dell’UE, ha chiesto alla Commissione Europea di garantire che la proposta sia adottata tempestivamente e che soddisfi per intero e in modo coerente l’accordo globale noto come Basilea III“. Così si legge nella lettera congiunta firmata da Bankitalia (e dunque dal governatore Ignazio Visco) e altre 24 banche centrali ed autorità europee, inviata a Bruxelles.
Nella missiva compaiono tutti i paesi, a eccezione della Francia.
Perchè la Francia non ha apposto la sua firma? La risposta è arrivata dallo stesso governatore della Banque de France Francois Villeroy de Galhau, che ha spiegato – stando a quanto riporta Reuters – che “ovviamente” la banca centrale francese sostiene “la piena, coerente e tempestiva” introduzione delle nuove regole.
Tuttavia, a suo avviso, “il timing della lettera non è di aiuto, visto che non conosciamo ancora la proposta della Commissione e, di conseguenza, non possiamo giudicarne la sostanza”.
La lettera di Bankitalia e altre 24 banche centrali all’Ue
Così la missiva alla Commissione Ue:
“Annacquare la cornice (delle regole bancarie di Basilea 3) non sarebbe nel migliore interesse dell’Europa”, si legge nel testo, che così prosegue:
“La crisi finanziaria globale del 2007-2010, ha chiaramente dimostrato la necessità di rafforzare il trattamento prudenziale delle banche e ci sono voluti circa 8 anni per concordare tutti gli aspetti dell’accordo di Basilea III. Noi, in qualità di autorità di vigilanza prudenziale e di banche centrali dell’Ue, sosteniamo fortemente una piena, tempestiva e coerente attuazione di tutti gli aspetti di questo quadro”.
“La pandemia – prosegue la lettera -mostra che le banche più resilienti sono in grado di sostenere meglio l’economia reale, anche in periodi di crisi. Garantire la resilienza delle banche è quindi positivo per la crescita economica, qualcosa di cui l’Europa ha chiaramente bisogno. L’adesione al quadro di Basilea faciliterebbe anche il monitoraggio del mercato, in quanto semplifica i confronti tra banche diverse. Questo, a sua volta, aiuterebbe nella tanto necessaria ristrutturazione del settore bancario europeo. Sia la crisi finanziaria globale che la pandemia hanno dimostrato le interdipendenze tra economie a livello globale. Quello che succede nel mercato dei subprime statunitensi o a Wuhan ci riguarda tutti”.
Insomma, il momento è quello giusto:
“Stiamo rendendo tutti esecutivi, in modo migliore, gli standard minimi per garantire la resilienza di cui tutti abbiamo bisogno. L’Ue non fa eccezione. Inoltre, se l’Ue si discosta dall’accordo, l’attuazione può anche essere deragliata in altri paesi. È quindi nell’interesse a lungo termine dell’Ue attuare un accordo globale standard, compresi tutti gli aspetti dell’accordo Basilea III, in modo completo, tempestivo e coerente“.
Questo significa che l'”Ue dovrebbe astenersi dal concedere ulteriori esenzioni da Basilea III o dal rendere più complesso il quadro normativo bancario”.
Tra le proposte, in primis c’è quella di stabilire l’output floor così come stabilito a Basilea, con tutti i parametri di misurazione del capitale basati sul rischio e i cuscinetti calcolati sulla base di un singolo set di asset ponderati per il rischio”.
L’output floor, viene ripetuto, è “qualcosa di semplice e trasparente, che riduce la variabilità degli asset ponderati per il rischio, creando fiducia nelle strutture dei capitali delle banche. Ancora, (il parametro) migliora la possibilità di mettere sullo stesso piano tutte le banche, quelle che utilizzano i modelli interni e quelle che utilizzano modelli standardizzati, così come banche diverse che utilizzano in tutto il mondo modelli interni. Migliora anche l’utilizzo dei cuscinetti di capitale”.
Da segnalare che tra le novità di Basilea III c’è proprio la regola dell’output floor, che fisserà – si legge nel sito di Bankitalia -un livello minimo ai requisiti patrimoniali calcolati sulla base dei modelli interni pari, a regime, al 72,5 per cento di quelli calcolati sulla base dei metodi standardizzati. L’introduzione dell’output floor, in particolare, contribuirà alla riduzione dell’eccessiva variabilità nel calcolo delle attività ponderate per i rischi, favorendo così la trasparenza e la parità concorrenziale. Un’eccessiva variabilità, infatti, riduce la comparabilità tra i coefficienti di capitale, mina la fiducia degli operatori di mercato sulle metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali sviluppate internamente dalle banche, aumenta il costo dei fondi raccolti dagli intermediari sul mercato”.
“In secondo luogo, il nuovo approccio standardizzato di Basilea verso il rischio del credito dovrebbe essere reso esecutivo, così come concordato, a livello globale. Questo nuovo approccio è più sensibile al rischio di quello precedente e comporta un equilibrio delicato tra i rischi che si presentano in diversi tipi di esposizione: noi dovremmo preservare quell’equilibrio. Terza cosa, le deviazioni specifiche dell’Ue dovrebbero essere minimizzate. Ci sono già alcune deviazioni da Basilea e queste dovrebbero essere riconsiderate. In più, l’Ue dovrebbe astenersi dal concedere esenzioni a Basilea III o dal rendere il contesto normativo bancario più complesso”.