Tim, arriva l’Ok: offerta valorizza rete fino a 22 mld. Vivendi pronto a dare battaglia
Al termine di una maratona durata tre giornate è arrivato il sì di Tim all’offerta vincolante messa sul piatto da KKR per NetCo. Sono da poco passate le 19.30 di ieri, quando viene diffuso il comunicato ufficiale del gruppo guidato da Pietro Labriola che approva ufficialmente la proposta arrivata lo scorso 16 ottobre.
Una mossa che non è stata digerita dai francesi di Vivendi, soci di maggioranza di Tim con una quota di quasi il 24%, che in una nota hanno bollato come “illegittima” la decisione del board e si dicono “rammaricati” che la proposta sia stata “accettata senza prima informare e richiedere un voto ai suoi azionisti, contravvenendo così alle regole di governance”. Parole, quelle dei transalpini, che suonano già come l’inizio di una nuova lunga battaglia.
Intanto in Borsa giornata letteralmente in altalena per Tim. Dopo un avvio in rialzo di circa il 4%, il titolo ora cede oltre il 3%, indossando la maglia di peggiore del Ftse Mib.
- Il via libera ufficiale
- Alcuni numeri: offerta valorizza rete fissa fino a 22 mld, riduzione del debito di circa 14 mld
- Ceo Labriola: decisione storica
- Presidente Rossi: “delibere approvate con grande responsabilità e coraggio”
- Vivendi, pronta a scendere in campo
- La decisione elimina le incertezze: il commento di Equita
- Il no alla proposta di Merlyn
Il via libera ufficiale
Più riunioni, una dietro l’altra, con la decisione arrivata ieri sera a mercati chiusi. Le novità racchiuse in un comunicato che recita così: “Il consiglio di Amministrazione di Tim, riunitosi sotto la presidenza di Salvatore Rossi nelle giornate del 3, 4 e 5 novembre, ha esaminato l’offerta vincolante presentata lo scorso 16 ottobre da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (“KKR”) relativamente all’acquisto di attività relative alla rete fissa di Tim (la cd. NetCo), inclusa FiberCop, da parte di una società (Optics BidCo), controllata da KKR, nonchè l’offerta non vincolante sull’intera partecipazione detenuta da Tim in Sparkle“.
E ancora: “Il consiglio, all’esito di un ampio e approfondito esame, condotto con l’assistenza di primari advisor finanziari (Goldman Sachs, Mediobanca e Vitale & Co per la Società ed Equita e Lion Tree individuati dagli Amministratori indipendenti) e legali (Gatti Pavesi Bianchi Ludovici Studio legale associato per la Società e Studio Carbonetti per gli Amministratori indipendenti), ha approvato a maggioranza (con 11 voti favorevoli e 3 contrari) l’offerta vincolante per NetCo presentata da KKR“.
Alcuni numeri: offerta valorizza rete fissa fino a 22 mld, riduzione del debito di circa 14 mld
Dopo le tante indiscrezioni che si sono rincorse nei mesi scorsi, sono arrivati i numeri ufficiali sull’operazione che valorizza la Rete fissa 22 miliardi di euro. In particolare, l’offerta vincolante valorizza NetCo (esclusa Sparkle) a un enterprise value di 18,8 miliardi di euro, senza considerare eventuali incrementi del valore derivanti dal potenziale trasferimento di parte del debito a NetCo e da earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni che potrebbero aumentare il valore sino a 22 miliardi di euro“.
Il closing dovrebbe avvenire entro l’estate 2024 e “prevede che il prezzo del ramo d’azienda oggetto di conferimento in FiberCop sia soggetto ad aggiustamento (usuale per questa tipologia di operazione) al closing in relazione a determinati parametri e target predefiniti, quali, inter alia, la cassa e il debito trasferiti, il livello del capitale circolante, il costo registrato negli ultimi 12 mesi dei dipendenti trasferiti e il rispetto di alcuni obbiettivi di investimento e di installazione della rete in fibra ottica”.
Ceo Labriola: decisione storica
Adesso, spetterà all’a.d. Pietro Labriola finalizzare l’operazione. Labriola che definisce storica la decisione di ieri. “Due anni di lavoro a testa china si chiudono con una decisione storica: dare il via alla nascita di due società con nuove prospettive di sviluppo. Entrambe saranno il punto di riferimento per la trasformazione digitale del nostro Paese perché, grazie a questa operazione, potranno accelerare lo sviluppo tecnologico nel settore delle Telecomunicazioni”, ha affermato il ceo che puntualizza: “Non è la conclusione del nostro percorso ma un nuovo inizio. Con questa operazione, infatti, diamo linfa all’infrastruttura di rete e allo stesso tempo consentiamo alla nuova TIM di focalizzarsi sull’innovazione tecnologica che serve per governare il complesso mercato dei servizi digitali e giocare un ruolo da leader”.
Presidente Rossi: “delibere approvate con grande responsabilità e coraggio”
“Le delibere approvate con grande responsabilità e coraggio dal consiglio di Tim vanno nella direzione di fare il bene di Tim, delle persone che vi lavorano, dei suoi azionisti, del Paese intero“. Lo ha dichiarato il presidente di Tim, Salvatore Rossi, definendola “una scelta chiara su un tema di cui si discuteva da molti anni”. “La cessione della rete a un investitore infrastrutturale come KKR ha trovato anche l’apprezzamento del Governo, che sosterrà questa operazione con ingenti risorse; ridà una prospettiva di crescita al Gruppo Tim – ha aggiunto Rossi -. La nuova Tim dei servizi, più libera da pesi finanziari e più forte sul mercato, potrà dare il suo contributo a sviluppare quella capacità di innovazione che è fondamentale per accompagnare famiglie, imprese e pubblica amministrazione verso un futuro totalmente digitale”.
Vivendi, pronta a scendere in campo
Vivendi ritiene la deliberazione adottata dal consiglio di amministrazione “sia illegittima e comporti la responsabilità degli amministratori di Tim che hanno votato a favore dell’operazione.“Di conseguenza, essendo rimasto inascoltato ogni appello alla ragionevolezza, Vivendi utilizzerà ogni mezzo legale a sua disposizione per contestare tale decisione e tutelare i propri diritti e quelli di tutti gli azionisti”.
La decisione elimina le incertezze: il commento di Equita
“La decisione del cda elimina le incertezze relative alla fattibilità della cessione di NetCo che hanno pesato sul titolo in questi mesi”, segnalano gli analisti di Equita. Gli esperti ricordano le parole di Vivendi che ha fatto sapere di ritenere la decisione del board illegittima e di voler utilizzare ogni strumento legale per contestare la decisione, ma “ritengono le chance di bloccare l’operazione a questo punto siano limitate”. Non vediamo
rischi inoltre sulle condizioni sospensive”.
Il no alla proposta di Merlyn
Sempre nella nota di ieri si legge che il board “ha preso atto della comunicazione inviata da Merlyn Partners e RN Capital Partners, ritenendola non in linea con il piano di delayering della società, come presentato agli investitori nel già citato Capital Market Day”.
Intanto nei giorni scorsi il fondo Merlyn ha ribadito a Tim di avere più dossier titoli, per una quota del capitale inferiore al 3%. “Parimenti, è stata data disclosure di un solo dossier titoli per dimostrare correttamente il suo essere azionista. Lo stesso ha fatto RN Capital che ha dichiarato un dossier titoli di Stefano Siragusa. Il fondo dichiara che la somma di tutti i suoi dossier portano a una quota inferiore al 3%. Non è compito della società verificare le quote, ma ascoltare gli azionisti”, si legge in un comunicato del fondo dell’ex vice dg di Tim, Stefano Siragusa, che ha annunciato ufficialmente una settimana fa un piano alternativo alla proposta presentata dagli americani KKR sulla Rete (proposta del fondo Usa da oggi al vaglio del cda di Tim).
“Quello che stupisce è che la società si rifiuti di ascoltare le idee degli azionisti grandi o piccoli nonostante questo sia previsto dal codice di engagement della società pubblicato sul sito. Con sconcerto assistiamo alla mancanza di rispetto del mercato e della governance e ribadiamo la nostra intenzione da azionisti di presentare al mercato la nostra visione di Tim per il bene di tutti gli azionisti”, conclude la nota.