Intesa SanPaolo: preview trimestrale. La banca come UniCredit: ‘scansa’ la tassa sugli extraprofitti
Countdown alla pubblicazione della trimestrale di Intesa SanPaolo. La banca guidata dal ceo Carlo Messina pubblicherà i conti relativi al terzo trimestre del 2023 venerdì prossimo, 3 novembre.
L’utile netto di Intesa SanPaolo è previsto da Bloomberg e da Equita in flessione rispettivamente a 1,752 miliardi e 1,75 miliardi (in calo dell’1% su base trimestrale), rispetto ai 2,266 miliardi precedenti.
La banca numero uno in Italia si è messa in evidenza negli ultimi giorni con l’annuncio relativo alla decisione di non pagare la tassa sugli extraprofitti delle banche, optando così per l’alternativa messa a disposizione dal governo Meloni: quella di destinare a una riserva non distribuibile un importo non inferiore a due volte e mezzo l’imposta.
Intesa: preview sui conti. Le stime di Bloomberg e di Equita
L’eps rettificato di Intesa SanPaolo è atteso da Bloomberg per il terzo trimestre del 2023 a quota 0,097 euro, rispetto agli 0,125 euro del secondo trimestre del 2023 terminato il 30 giugno del 2023.
Il consensus prevede inoltre un eps GAAP a 0,104, anche in questo caso in ribasso rispetto allo 0,124 precedente.
Bloomberg stima inoltre ricavi per 6,259 miliardi, in flessione rispetto ai 6,341 miliardi del secondo trimestre.
Gli analisti di Equita SIM stimano invece un giro d’affari di 6,2 miliardi, in calo dell’1% su base trimestrale e in crescita del 25% su base annua.
Equita stima inoltre un margine netto di interesse pari a 3,7 miliardi, in crescita del 2% su base trimestrale e con un balzo di ben il 53% su base annua, mentre gli accantonamenti sono previsti a 500 miliardi di euro (42bps).
Va ricordato che Intesa SanPaolo , così come in generale le altre banche italiane, ha chiuso il secondo trimestre e il primo semestre con numeri che hanno sorpreso al rialzo i mercati, grazie all’assist sull’NII (margine netto di interesse) arrivato con i rialzi dei tassi di interesse annunciati dalla Bce di Christine Lagarde.
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Guardando nello specifico al secondo trimestre del 2023, l’utile netto di Intesa SanPaolo si è attestato a 2,266 miliardi di euro, in crescita rispetto agli 1,956 miliardi del primo trimestre del 2023 e agli 1,303 miliardi del secondo trimestre del 2022.
I profitti si sono confermati superiori anche agli 1,9 miliardi di euro attesi dal consensus. Impressionante la corsa dell’utile netto nell’intero primo semestre del 2023, pari a ben + 80%, a € 4,222 miliardi, rispetto ai € 2,346 miliardi del primo semestre del 2022.
Due miliardi a riserva invece del versamento della tassa
Intesa SanPaolo si è messa in evidenza l’altroieri con la decisione, diffusa con un comunicato, di mettere 2 miliardi di euro circa a riserva, invece di pagare la tanto discussa tassa sugli extraprofitti delle banche annunciata dal governo Meloni agli inizi di agosto.
Intesa SanPaolo ha seguito praticamente le stesse orme di UniCredit, l’altra Big Bank italiana, che ha tra l’altro pubblicato già i conti relativi al suo terzo trimestre del 2023.
Piazza Gae Aulenti, ha annunciato lo scorso 24 ottobre, ha deciso di fatto di contribuire con 1,1 miliardi alla cosiddetta ‘imposta straordinaria sulle banche’ , destinando la somma a riserve proprie non distribuibili.
Nella conference call con gli analisti e con le agenzie di stampa, il ceo Andrea Orcel ha ricordato che due sono le opzioni che il governo Meloni consente, in relazione al prelievo:
“Una era pagarla, l’altra era di rafforzare le nostre riserve e non pagarla, a meno che queste non vengano distribuite in un secondo tempo”.
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Idem ha fatto la banca guidata dal ceo Carlo Messina, che ha annunciato la scelta di “destinare a riserva non distribuibile un importo pari a circa 1.991 milioni di euro, corrispondente a 2,5 volte l’ammontare dell’imposta di circa 797 milioni, in luogo del versamento di tale imposta, avvalendosi dell’opzione prevista dal predetto provvedimento”.
Intesa ha reso noto anche, stando a quanto emerge dal comunicato , che “la Capogruppo darà indicazione alle banche controllate interessate dal provvedimento (Fideuram, Intesa Sanpaolo Private Banking e Isybank) di adottare analogo orientamento, con una conseguente destinazione a riserva non distribuibile per il Gruppo Intesa Sanpaolo pari a circa 2.069 milioni di euro, corrispondente a 2,5 volte l’ammontare dell’imposta di circa 828 milioni”.
Equita SIM ha riassunto in una nota quanto emerso dal comunicato di Intesa SanPaolo, ricordando di aver già considerato per la banca “la destinazione a riserva lo scenario più probabile”, al punto che l’impatto dell’imposta straordinaria non era stato considerato dagli analisti neanche nelle stime sui conti del 2023.
Alla luce della decisione di Intesa SanPaolo, la SIM ha commentato che “la destinazione a riserva non impatterà a nostro avviso la remunerazione per gli azionisti, con un 2023 DPS (dividendo per azione) che stimiamo pari a € 0.31 (pari a 70% dell’EPS, con yield > 13%)”.
Occhio inoltre al mese di novembre, quando Intesa SanPaolo, ha ricordato Equita, “definirà anche l’ammontare dell’interim dividend, con importo minimo già stabilito a €2,45 miliardi (€0.136 per azione)”.
Equita SIM ottimista su NII superiore a 3,6 miliardi di euro
Tornando alla preview sui conti, Equita SIM è ottimista sulla capacità di Intesa di incassare un NII superiore ai 3,6 miliardi di euro, in rialzo del 2% su base trimestrale, “grazie all’ulteriore incremento dei tassi di mercato (dunque, per effetto delle continue strette monetarie varate dalla Bce) e a un deposit beta che ci aspettiamo sia rimasto su livelli contenuti”.
“Sul fronte dei volumi non ci aspettiamo particolari discontinuità, con leggero calo sia della raccolta diretta che delle erogazioni dei prestiti”, ha aggiunto Equita che, di conseguenza, vede Intesa SanPaolo “ben posizionata per superare la guidance di NII > 13.5 miliardi”.
Per quanto riguarda le commissioni, per il terzo trimestre è atteso un calo del -5% su base trimestrale a causa della tipica stagionalità trimestrale, mentre nel confronto su base annua la flessione attesa è limitata al -2%.
Sul fronte dei costi, “atteso un lieve rialzo sia su base trimestrale (+1%) che annua (+2%), con C/I ad un eccellente 43%”.
Sotto la linea operativa, Equita prevede un CoR (costo del rischio) contenuto e inferiore ai 45bps senza utilizzo di overlays.
Il “CET 1 è atteso sostanzialmente stabile (13,7% al secondo trimestre del 2023), con la generazione organica di capitale in grado di compensare impatto da headwind regolamentari e allargamento spread“.
Nel complesso, la SIM stima per il 2023 “un utile netto in area 8 miliardi (guidance di utile ben al di sopra di 7 miliardi), senza al momento ancora includere il potenziale impatto della tassa sugli extraprofitti (che stimiamo in area 650 milioni)”.
Viene fatto notare infine che il titolo ISP “tratta con un 2024E P/TE = 0.85x a fronte di un ROTE > 14.5% e un dividend yield > 10%” e che a novembre Intesa SanPaolo definirà “l’entità dell’interim dividend (almeno 2,45 miliardi), mentre sarà da vedere se verranno fornite ulteriori indicazioni in merito a eventuali ulteriori distribuzioni di capitale”.